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Edizione del 10/04/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus: da CRPM tre scenari su politica coesione e bilancio UE 2021-2027
Cristina Petrachi | 10 Aprile 2020 | Studi e Opinioni | submit to redditStudio CRPM futuro politica coesione tra Coronavirus e negoziati MFF:Photocredit: Gerd Altmann da PixabayQuali implicazioni avrà un ritardodell’approvazione del nuovo quadro pluriennale europeo 2021-2027 per lapolitica di coesione, alla luce del Coronavirus? Se lo domanda un nuovo studiodella CRPM che ipotizza tre scenari e consiglia di estendere di un annol’attuale quadro di programmazione (2014-2020) per evitare di interrompere gliinvestimenti assicurati dai fondi UE.> MES, SURE e BEI: cosa prevede l’accordo raggiunto all’EurogruppoAnno bisesto, anno funesto dice il vecchio adagio popolare. E sarà veroconsiderando che questo 2020, oltre ad essere l’anno della più grave epidemiadai tempi dell'influenza spagnola, è anche l’anno in cui si dovrebbero svolgerei negoziati per il nuovo bilancio europeo 2021-2027 e per la Brexit. Due elementi “tecnici” che, nonostante rischino di rimanere confinatiall’interno del dibattito tra gli addetti ai lavori, avranno inveceripercussioni concrete sulla vita di tutti noi, definendo come e quando saràassicurato il flusso di risorse UE agli stati membri, alle prese con una crisisanitaria ed economica senza precedenti.A fare il punto sul futuro delle negoziazioni e sulle opzioni che abbiamodavanti ci pensa un nuovo studio della Conferenza delle regioni periferiche emarittime (CRPM) che traccia tre possibili scenari e raccomanda di estenderel'attuale quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 di almeno un anno.> Coronavirus: dall'UE le misure per affrontare l’emergenza sanitaria edeconomicaPerchè il futuro della politica di coesione è così importante? La politica di coesione svolgerà un ruolo chiave nell'affrontare le ricadutesociali ed economiche della crisi da Covid-19. La sua importanza è già sotto gli occhi di tutti, dato che una parte dellerisorse che si stanno stanziando in queste settimane (Coronavirus ResponseInvestment Initiative) vengono proprio da lì.Purtroppo l’epidemia è scoppiata a cavallo di due cicli di programmazionepluriennale, senza che l’accordo sul nuovo bilancio 2021-2027 sia stato ancoraraggiunto.“Sfortunatamente lo stallo che circonda i negoziati sul QFP post 2020,associato all'interruzione delle attività amministrative in molte autoritàregionali / nazionali a causa di Covid-19, potrebbe causare gravi ritardinell'attuazione dei programmi di coesione per il 2021-2027” afferma infatti laCRPM.Secondo il Segretariato generale della Conferenza, quindi, “l'attuale impassepotrebbe comportare l'entrata in vigore dei (nuovi) programmi non prima dellafine del 2021-inizio 2022”.Cosa che causerebbe una interruzione degli investimenti della politica dicoesione tra i due periodi di programmazione che, sottolinea la CRPM, “avrebbeun impatto rovinoso sulle economie nazionali e locali, soprattutto alla lucedelle attuali circostanze”.“Ecco perché - conclude la CRPM - è fondamentale garantire una transizionegraduale tra il periodo di programmazione attuale e quello successivo”.> Fondi europei: 37 miliardi contro la crisi e bandi prorogatiNuovo bilancio UE 2021-2027: dove eravamo rimastiFino ad oggi, gli Stati membri non hanno raggiunto un accordo sul prossimoquadro finanziario pluriennale, cioè il bilancio a lungo termine dell'UE. Dopoil buco nell’acqua degli ultimi due vertici dell'UE (a dicembre 2019 e afebbraio 2020) in cui non si è trovato un accordo, è scoppiata la pandemia cheha complicato non di poco la situazione.Siamo quindi in attesa di una nuova proposta da parte della Commissione chedovrebbe contenere modifiche per affrontare le conseguenze della crisi generatadal Coronavirus.Lo stallo sulle negoziazioni - lo ricordiamo - riguarda in buona sostanza laconsistenza che dovrebbe avere il nuovo bilancio 2021-2027, anche alla lucedell’uscita del Regno Unito (e la conseguente ridistribuzione delle quote difinanziamento tra gli Stati). In breve, rispetto ad una proposta da parte dellaPresidenza di turno finlandese ritenuta inadeguata, la Commissione ha alzato laposta ma comunque per il Parlamento
UE si tratta ancora di troppi pochi fondi.Una situazione di stallo che già faceva prefigurare come i negoziati per ilnuovo bilancio sarebbero durati molto di più rispetto ai precedenti, causandoritardi nell’adozione dei nuovo programmi europei e, conseguentemente,nell’utilizzo dei nuovi fondi.> Bilancio UE 2021-2027: Italia e PE chiedono risorse adeguateChe conseguenze ha la pandemia sulla tabella di marcia per il nuovo bilancioUE?In questo pantano è arrivata la pandemia che, oltre a generare una tragicacrisi sanitaria ed economica, sta impattando anche sull’attività ordinariadella maggior parte delle autorità nazionali e regionali chiamate a lavoraresul post 2020.Sia l’attuazione degli attuali programmi 2014-2020 che la preparazione deinuovi, infatti, sono state interrotte dalla crisi, generando ulteriori ritardi(anche se è difficile per ora quantificarli)Quel che è certo però, scrive la CRPM, “è che i programmi della politica dicoesione post 2020 inizieranno ad essere attuati con gravi ritardi,presumibilmente non prima della fine del 2021 o all'inizio del 2022 nelloscenario migliore”. Un ritardo nell’impiego dei nuovi fondi di uno o due anniche, nella situazione attuale, rischia di creare danni irreparabili.Serve un piano di contingenzaIn tale contesto è necessario un piano che consenta l'estensione “del limitetemporale degli attuali programmi di spesa modificando i regolamenti pertinenti. In questo quadro temporaneo, gli attuali programmi dell'UE continuerebbero afunzionare oltre l'attuale scadenza, avendo la possibilità di assumere nuoviimpegni finanziari fino almeno alla fine del 2021 con nuovi finanziamenti”,afferma quindi la CRPM.Finora la Commissione ha resistito all'idea di un piano di emergenza, puntandopiuttosto su una rapida adozione del nuovo accordo QFP entro la fine dell'anno,ma senza l'estensione dei programmi attuali (ad eccezione della PAC). La reticenza della Commissione deriva dal fatto che, un'estensione dell'attualebilancio, “implicherebbe di affrontare una serie di elementi controversi (acominciare dalla ridefinizione dei contributi nazionali per colmare il divariodella Brexit) che susciterebbe ulteriori tensioni tra gli Stati membri”, scrivela CRPM nel suo studio.> Bilancio UE 2021-27: PE, la Commissione prepari un piano d’emergenzaComunque vada, i nuovi programmi 2021-2027 inizieranno in ritardoCi troviamo davanti, quindi, ad una partita ancora tutta da giocare ma in cuiun punto è ormai chiaro: comunque andrà, l’attuazione del nuovo bilancio2021-2027 sarà in ritardo.E sulla base di come sarà gestito questo ritardo, la CRPM traccia tre possibiliscenari.Il primo scenarioIl primo scenario prevede che il nuovo bilancio sia adottato entro la finedell'anno, senza nessuna proroga dei programmi di coesione. Si tratta di unoscenario che, secondo la CRPM, è improbabile ma comunque ancora possibile. Se andasse così, ci ritroveremmo con la maggior parte dei nuovi programmifinalizzata e approvata nella seconda metà del 2021, il che significa una loroattuazione non prima del 2022. Un ritardo di uno o due anni, quindi, che rappresenterebbe secondo la CRPM unoscenario catastrofico, considerando la necessità di iniettare velocementeinvestimenti nell'economia per superare la crisi di Covid-19.Il secondo scenarioIl secondo scenario prevede sempre l’adozione del nuovo bilancio entro la finedell'anno, ma anche un'estensione degli attuali programmi della politica dicoesione (o di tutti i programmi UE) al 2021. In questa ipotesi sarebbero adottate norme ad hoc per consentire un'estensionedegli attuali programmi di coesione (2014-2020), mentre si lavora allafinalizzazione dei programmi post 2020. In questo modo si eviterebbe il rischiodi un'interruzione del finanziamento tra i due periodi, dando agli Stati membrila possibilità di prorogare di un anno i programmi 2014-2020.L'estensione di un anno verrebbe finanziata dalla corrispondente dotazione dibilancio nell'ambito della ripartizione annuale per l'anno 2021(indipendentemente da quale QFP è in atto), lasciando agli stati la possibilitàdi usufruire o meno di questa po
ssibilità.“I programmi - scrive la CRPM - continuerebbero a beneficiare dell'ampiaflessibilità fornita nell'ambito dei due pacchetti "CRII" per far fronte allericadute di Covid-19 (ovvero cofinanziamento UE al 100%; riprogrammazione piùsemplice; allentamento della concentrazione tematica; sostegno diretto allavoro delle PMI capitale).Il terzo scenarioNel terzo scenario, invece, avremmo un’estensione di un anno sia dell’attualeQFP sia dei programmi. Si tratta di un’ipotesi che sta diventando abbastanzaprobabile alla luce dell'emergenza Covid-19 e della necessità di fareaffidamento su un "budget di emergenza" per far fronte all'impatto immediatodella crisi. Questa opzione garantirebbe la possibilità di utilizzare i programmi attualiper far fronte agli effetti negativi del Covid-19, lasciando più tempo a Statimembri e Parlamento per negoziare sulla proposta rivista della Commissione.Si tratta di uno scenario che avrebbe, però, una serie di punti critici,costituiti soprattutto dalla Brexit. Per poter continuare ad utilizzarel’attuale QFP, infatti, “sono necessarie ulteriori modifiche per tener contodel deficit di finanziamento lasciato dal contributo del Regno Unito -sottolinea la CRPM e pertanto - “i massimali dovrebbero essere adeguati (oaumentati i contributi nazionali) e non è garantito che i negoziati su questiaspetti procedano senza intoppi”.Pur con tutte le difficoltà tecniche e politiche del caso, secondo la CRPM sitratta comunque dell’opzione migliore che abbiamo dato che: • Fornirebbe alle autorità di gestione la stabilità e la certezza necessarie per quanto riguarda la programmazione dei fondi SIE per il periodo 2014-2020. • Fornirebbe ampi tempi di preparazione per i programmi post 2020 da sviluppare e adottare a tempo debito, evitando così i rischi di ritardi e interruzioni quando si tratta di erogare finanziamenti ai beneficiari.> Bilancio UE 2021-27: le Regioni contro i tagli alla politica di coesionePhotocredit: Gerd Altmann da Pixabay • Fondi UE 2014-2020 • Finanziamenti europei • Fondi UE 2021-2027 • Aiuti coronavirus