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Edizione del 07/04/2020
Estratto da pag. 1
Gli anestesisti-rianimatori vogliono chiarezza sulle responsabilità
Roma, 7 apr. (askanews) – I 100 delegati regionali della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione, Terapia Intensiva (Siaarti) hanno inviato oggi una lettera aperta al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Stefano Bonaccini e al presidente dell’Anci, Antonio Decaro, e per conoscenza al ministro della Salute, Roberto Speranza, per trasmettere “il senso di disagio che gli Anestesisti Rianimatori italiani avvertono in un momento così difficile tanto della vita nazionale, quanto nostro personale come operatori sanitari in prima linea nella battaglia contro la pandemia”.

Il disagio, proseguono, è riferito alle “sempre più forti notizie di iniziative volte a coinvolgere gli operatori sanitari in possibili accertamenti di responsabilità penali e civili sul loro operato verso i pazienti affetti da Covid-19 o sospetti tali”. “Abbiamo offerto e continuiamo a farlo – sottolineano gli anestesisti e rianimatori – tutta la nostra professionalità, consci di lavorare spesso al limite, ma ugualmente fermi nell’assumerci le nostre responsabilità per ogni decisione presa in base all’esperienza e alla necessità del momento”.

“Sappiamo che in Senato è stata presentata una proposta di scudo penale per il personale sanitario” scelta che garantirebbe “una protezione da denunce e richieste di risarcimento, spesso evocate per presunti casi di malasanità, cavalcando ignobilmente l’onda emotiva del momento… Scudo non vuol dire spogliarsi di ogni responsabilità, né invocare una indiscriminata immunità.

Piuttosto significa una garanzia da attacchi illegittimi, e la sicurezza di tutele e coperture assicurative per il nostro operato in questa fase di emergenza”, sottolineano mentre a Palazzo Madama l’emendamento Dem è stato ritirato e trasformato in ordine del giorno appoggiato da tutti i gruppi che ha ottenuto l’impegno del governo ad aprire un tavolo di confronto con gli attori coinvolti.

Nella lettera, dove si sottolinea di non voler entrare nell’ambito delle polemiche riguardanti l’estensione dello “scudo” ad altre responsabilità gestionali ed amministrative, si chiede invece “ai Governi delle Regioni e alle Amministrazioni delle Città, di supportare la proposta di scudo per il personale medico di fronte al Governo della nazione perché sia speditamente approvata, dando un tangibile segnale di solidarietà e rispetto verso chi ha messo da settimane la propria vita al servizio del Paese che soffre”.

Cos MAZ