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Edizione del 06/04/2020
Estratto da pag. 1
Il grido di aiuto delle scuole di danza private: «rischiamo di non riaprire più»
(PRIMAPRESS) - ROMA - Il grido di allarme arriva dall'AIDAF (AssociazioneItaliana Danza Attività di Formazione). Con la pandemia da Coronavirus ed ilblocco delle attività, tra cui le scuole di danza, c'è il rischio che lastragrande maggioranza di queste ad allarme rientrato non avranno più la forzaeconomica per poter riaprire. Le scuole di danza private in Italiarappresentano un comparto importante dello spettacolo dal vivo che conta circa30.000 scuole con un indotto di circa 5 milioni di persone. Costituiscono labase fondamentale del sistema danza, in quanto la formazione dei danzatori èaffidata quasi totalmente a loro. E non solo. La loro valenza educativa esociale è ormai ampiamente provata poiché contribuiscono, in manierasostanziale, alla promozione, allo sviluppo e alla diffusione della cultura nelnostro Paese, svolgendo un’attività di primaria importanza a livello sociale eaggregativo per i giovani e formando il pubblico del domani. «La tremendaemergenza del covid-19 che ci ha travolti - spiega Amalia Salzano, presidenteAIdaf-Agis - immergendoci in una situazione surreale, ha imposto la lorochiusura mettendole in ginocchio e, se non si prevederanno aiuti concreti, molte saranno a rischio di chiusura. Sarà difficile si riesca a riprenderequalsiasi cosa prima dell’estate. Il danno economico è enorme e, se non siprevederanno aiuti, molte saranno a rischio di chiusura». Nel decreto “CuraItalia” del 17 marzo, la categoria delle scuole di danza private non è citatain alcuna misura di sostegno, sia in termini di ammortizzatori sociali che inaltri ambiti economici. Le scuole devono appoggiarsi alle varie norme a secondadel loro status giuridico, ma nulla è diretto a loro esplicitamente. AIDAF,(Associazione Italiana Danza Attività di Formazione), si batte da sempre perla formazione. La sua mission è la tutela e valorizzazione della professionedi insegnante di danza, il riordino e la regolamentazione delle scuoleprivate, oltre che la diffusione della cultura della danza. Aidaf, qualeAssociazione Nazionale di Categoria, lavora per l’intero settore, senzadistinzioni di sorta. Attraverso l’AGIS,( Associaizione Italiana Generale delloSpettacolo) interagisce con il governo. In questo frangente drammatico non siè mai fermata, per tutelare le scuole di danza e per farne riconoscerel’identità. «Abbiamo ottenuto che, nel documento “Osservazioni al DL CuraItalia settore cinema e spettacolo dal vivo” - prosegue Amalia Salzano -presentato da quattro Associazioni: Agis, Federvivo, Anfols e Anec, in unariunione della Conferenza delle Regioni organizzata per analizzare lecriticità del Decreto “Cura Italia”, si aggiungesse un capitolo (la Lettera H)sulle “Scuole di danza private”. Nella memoria ufficiale presentata daConfcommercio alla Commissione Bilancio del Senato, ai fini della conversionedel Decreto, sempre grazie a noi, viene esplicitamente segnalata la graveassenza della categoria delle scuole di danza nel Decreto stesso». «Abbiamopresentato un importante emendamento, a sostegno delle scuole, - conclude lapresidente dell'Aidaf- confidando che venga accolto, se non in questo decreto,almeno nel prossimo. Confidiamo che i nostri appelli siano accolti dal Governoper non far scomparire nel nulla un settore così importante intorno al qualeinoltre, gravita anche un grandissimo indotto lavorativo che, adesso è fermo,ma con le scuole in difficoltà, non potrà più lavorare: fabbriche discarpette, costumi, sartorie, tecnici, laboratori scenografici, fotografi, etc. Non sarà facile neanche la ripresa delle attività: niente sarà comeprima. La crisi economica che si paventa probabilmente costringerà le famigliea tagliare tutta una serie di spese e quella dello studio della danza èsicuramente a rischio. Inoltre le scuole di danza sono anche luoghi di purasocializzazione. Bisognerà, quindi, superare la paura del contatto.Noicontinueremo a fare tutto quanto in nostro potere, con l’augurio di uscire alpiù presto da questo brutto incubo e tornare quanto prima nelle sale danza enei teatri a diffondere l’arte dell
a danza». Pochi giorni fa anche lavice-presidente dell'Aidaf ed Etoile Liliana Cosi aveva lanciato un analogoappello, ma per ora dal Governo ancora non c'è stata alcuna risposta in meritoad una problematica che rischia di diventare drammatica per gli operatoriprivati della danza in Italia. - (PRIMAPRESS)