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Edizione del 16/01/2023
Estratto da pag. 1
Vent`anni fa la legge antifumo: in Veneto i fumatori sono il 22% della popolazione
«Ancora tanto però può essere fatto nei prossimi anni augurandoci di ridurre ancora la percentuale di fumatori. È un’azione importante per la salute non solo del singolo ma di tutta la collettività», ha detto il presidente Luca Zaia
«Ancora tanto però può essere fatto nei prossimi anni augurandoci di ridurre ancora la percentuale di fumatori. È un’azione importante per la salute non solo del singolo ma di tutta la collettività», ha detto il presidente Luca Zaia

«Il Veneto è una delle regioni italiane con il numero minore di fumatori. È il frutto di un impegno che da molti anni vede protagonista la nostra regione nella promozione di stili di vita e condizioni che consentano ambienti liberi dal fumo, contrastando il fenomeno del tabagismo con azioni di prevenzione dell’iniziazione al fumo nelle nuove generazioni, con la protezione dal fumo passivo e con il sostegno dei fumatori per raggiungere una vita libera dal fumo. L’obiettivo è sempre quello di consentire le migliori condizioni di salute per i cittadini. È anche per questo che viviamo come un traguardo collettivo i venti anni dalla legge che ha esteso il divieto di fumare in tutti i locali chiusi».

Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha ricordato il ventennale della legge del 16 gennaio 2003, passata alle cronache con il nome del ministro Sirchia, che ha esteso l’obbligo di non fumare nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, in tutti i luoghi di lavoro, negli esercizi commerciali, di ristorazione, di svago e sportivi.

Nello spirito della normativa nel Veneto è stato fatto molto, non solo per mettere a norma i luoghi di lavoro. In particolare con l’iniziativa “Verso ospedali e servizi sanitari liberi dal fumo” si è puntato a creare modelli organizzativi e operativi per disporre di strutture sanitarie totalmente libere dal fumo. Ma si è puntato l’interesse anche sugli spazi all’aperto, con un progetto destinato a divenire un modello. Nel 2014, infatti, Bibione è stata la prima spiaggia libera dal fumo in Italia. Ad oggi questa iniziativa si è estesa e ha coinvolto diverse spiagge, anche del litorale veneto e molti comuni su questa scia hanno iniziato ad estendere il divieto di fumo anche nei parchi pubblici.

«Dopo vent’anni dall’uscita di una legge così importante per la salute – ha sottolineato Zaia – i fatti confermano che moltissimi sono stati i passi in avanti fatti dalla regione per rendere gli ambienti di vita favorevoli alla salute delle persone. Ancora tanto però può essere fatto nei prossimi anni augurandoci di ridurre ancora la percentuale di fumatori. È un’azione importante per la salute non solo del singolo ma di tutta la collettività».

I dati raccolti dal Sistema di Sorveglianza PASSI aggiornati al 2021 evidenziano che, in Veneto, i fumatori sono il 22% della popolazione (723.000 persone circa - popolazione 18-69 anni), percentuale da anni tra le più basse in Italia. L’abitudine al fumo è maggiormente diffusa fra i più giovani (tra i 25 e i 34 anni) e si riduce con l’età. Da sempre fumano di più gli uomini (26%), rispetto alle donne (19%). Significativa, poi, la percentuale dei fumatori in condizioni economicamente più svantaggiate (33,5%). Un dato positivo viene dal fatto che, rispetto al 2008, la prevalenza dei fumatori tra i 18 e i 69 anni si è ridotta, passando dal 26% al 22%.

Si evidenzia, inoltre, che nel Veneto il 94% degli adulti riferisce che il divieto di fumo è “sempre” o “quasi sempre” rispettato nei locali pubblici da loro frequentati nei trenta giorni precedenti l’intervista e il 96% nel luogo di lavoro. Tali percentuali di rispetto sono da sempre tra le più alte in Italia. Anche l’esposizione al fumo passivo in ambito domestico è in Veneto molto ridotta: soltanto 6 intervistati su 100 dichiarano che nella propria abitazione è ammesso fumare (15 su 100 il dato nazionale), come effetto culturale che, a partire dalla legge sul divieto nei luoghi pubblici e dal messaggio veicolato anche dal personale sanitario, conduce, attraverso una maggiore consapevolezza dei danni del fumo passivo, all’astensione dal fumo negli ambienti di vita privati.

«All'interno della Prevenzione – sottolinea l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin - abbiamo un’area specifica dedicata al Tratta
mento del Tabagismo, che ha come obiettivo di salute quello di garantire ed aumentare le offerte terapeutiche per smettere di fumare e supportare coloro che hanno deciso di intraprendere questo percorso. La campagna di comunicazione "Vivobene", inserita nel nuovo Piano regionale di Prevenzione, fa della lotta al fumo uno dei suoi capisaldi sia con interventi mirati e con il programma di Peer Education che è molto sviluppato e coinvolge tantissimi giovani. La lotta al fumo si vince su diversi piani, abbiamo dimostrato quanto sia stato importante rendere liberi dal fumo aree come i parchi, le zone antistante degli ospedali o i cortili delle scuole, ma il progetto deve continuare a crescere e a svilupparsi in sintonia con il percorso di educazione alla salute».

La Regione del Veneto, infatti, da molti anni è impegnata nella promozione di stili di vita sani per contrastare i principali fattori di rischio che determinano malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie croniche, diabete, problemi di salute mentale, disturbi muscolo scheletrici, principali cause di anni persi di vita e di disabilità.

Su questa linea, da sempre, attraverso i Piani Regionali di Prevenzione si continua a dedicare programmi specifici di contrasto del fenomeno del tabagismo a più livelli. Nell’ottica di creare una Scuola libera dal fumo, è stato avviato il programma “Verso una Scuola libera dal fumo”, che ha permesso di fare applicare il divieto di fumo non solo all’interno degli edifici scolastici, ma anche di estenderlo nelle pertinenze esterne.

Accanto alla parte più strettamente normativa si sono affiancati programmi di promozione della salute e di prevenzione all’iniziazione al fumo nei giovani, attraverso il potenziamento dei fattori di protezione. Programmi come la Peer education per le scuole secondarie di secondo grado oppure altri incentrati nel migliorare le life skills dei bambini e ragazzi, inoltre, sono parte indispensabile e importante di una lunga collaborazione della Regione con l'Ufficio Scolastico Regionale, consolidata da specifici protocolli d’intesa. Una collaborazione che ha tra gli altri obiettivi quello di individuare le pratiche raccomandate per il benessere di tutti coloro che vivono quotidianamente la scuola come luogo non solo di apprendimento ma anche di lavoro.

Un’altra iniziativa in cui il Veneto si è distinto in questi anni è lo studio del comportamento del fumo in auto per analizzare e sensibilizzare in particolare sull’esposizione al fumo passivo nei bambini. Un tema per il quale molto è stato fatto anche attraverso la sensibilizzazione dei neogenitori – e attraverso la formazione di ostetriche e di operatori dei punti vaccinali - con interventi specifici al fine di promuovere una casa libera dal fumo.

«Con lo sviluppo delle sigarette elettroniche e di nuove tecnologie – spiegano gli esperti della Direzione Prevenzione della Regione del Veneto - si cerca di aggirare l’ostacolo della legge e sentirsi liberi di fumare. A questo quindi si sta correndo ai ripari, specificando nei vari regolamenti aziendali e scolastici che per divieto di fumo si intende anche per le sigarette elettroniche o assimilabili. L’idea di base rimane quella di mettere la persona al centro e, di conseguenza, gli ambienti in cui vive quotidianamente e nel corso della sua vita. L’approccio life course consiste proprio nel seguire la persona dall’epoca del concepimento all’invecchiamento, perché quest’ultimo risulti attivo e il più possibile in piena autonomia».

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