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Edizione del 16/01/2023
Estratto da pag. 1
Migranti, spunta l’idea di allestire un hotspot giuliano-isontino
Ritorna più caldo che mai a Trieste il tema della Rotta Balcanica e dell''immigrazione ed in particolar modo l''idea di poter allestire sul territorio un hotspot per migranti con il fine di offrire loro accoglienza temporanea
16.01.2023 – 07:30 – Ritorna più caldo che mai a Trieste il tema della Rotta Balcanica e dell’immigrazione ed in particolar modo l’idea di poter allestire sul territorio un hotspot per migranti con il fine di offrire loro accoglienza temporanea, maggiore sicurezza ed allontanarli dalle piazze e dalle vie non solo dell’Altipiano Carsico, dell’area di San Dorligo della Valle e della zona industriale triestina ma soprattutto dalle zone adiacenti alla Stazione Centrale come Piazza Libertà, Corso Cavour e gli spazi abbandonati del Silos. Nel 2022, il numero di migranti irregolari giunti sul nostro territorio si è alzato in maniera considerevole e non ha fatto registrare alcuna tregua, nemmeno con l’arrivo della stagione fredda periodo nel quale, negli anni passati, il flusso di stranieri in viaggio lungo la Rotta si riduceva notevolmente. Pertanto, la necessità di creare una struttura in grado di dare riparo a queste persone, simile a quelle già esistenti nel Mezzogiorno d’Italia a Lampedusa e a Reggio Calabria, è emersa nel corso del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutosi lo scorso Sabato 14 Gennaio presso il Palazzo della Prefettura di Trieste, al quale hanno partecipato il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ed il Capo della Polizia Lamberto Giannini. Presente tra gli altri, anche l’ex Prefetto di Trieste, nonchè attuale Capo del Dipartimento per l’Immigrazione del Viminale, Valerio Valenti, il quale ha dichiarato di essere al lavoro affinchè la possibilità di creare un hotspot giuliano possa concretizzarsi. Se si dovesse trovare lo spazio idoneo per allestire tale struttura, l’impianto servirà ad ospitare ogni migrante per un massimo di 7 giorni; giusto il tempo di permettere alle istituzioni di svolgere le procedure di rito ed organizzare il trasferimento verso altri territori. Secondo quanto emerso a margine dell’incontro, procedure di alleggerimento delle strutture che ospitano migranti sarebbero già attive. Ora serve organizzare una redistribuzione che sia strutturata e razionale. L’hotspot potrebbe essere creato in una caserma dismessa o in altre aree appositamente attrezzate, a seconda dei tempi e dei costi necessari.Favorevole alla creazione dell’hotspot il Sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, il quale, sottolineando il fallimento del sistema della cosiddetta “accoglienza diffusa”, ha dichiarato di voler contribuire a trovare una struttura idonea alla creazione dell’hotspot in un’area baricentrica per la Regione, asserendo che non è possibile lasciare centinaia di persone sparse sul territorio senza assistenza quando ci sono centinaia di ex caserme ed immobili dismessi. “A suo tempo a Palmanova, – ha ricordato Dipiazza – c’erano 22.000 militari stanziati quando c’era l’esercito sul confine orientale; di conseguenza abbiamo spazi per almeno 22.000 persone”. L’idea dell’hotspot, che ha trovato anche il parere favorevole del Governatore FVG, Massimiliano Fedriga, si scontra ora con le condizioni strutturali nelle quali giacciono attualmente i sopracitati immobili statali dismessi. Se si vuole seguire questa strada – ha dichiarato l’ex Prefetto Valerio Valenti – “Venga fuori qualche idea. Io a dire il vero quando ero lì non ne ho mai trovate di strutture idonee, poichè spesso in cattivo stato e necessitanti di numerosi interventi e lavori per poterle mettere a posto”.