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Edizione del 12/01/2023
Estratto da pag. 1
Appennino senza neve: "Situazione drammatica, 50 milioni di danni"
Ieri l''incontro con la ministra. Per Bonaccini e Corsini, oltre ai ristori, servono impianti sportivi, palazzetti per il ghiaccio e centri benessere
La neve che non scende, gli impianti chiusi, le disdette delle prenotazioni e ancora una volta un settore in crisi con danni stimati per circa 50 milioni di euro. E' il quadro critico della situazione in Appennino che sconta la mancanza di neve e quindi di sciatori e turisti. E come se non bastasse al Corno alle Scale nei giorni scorsi sono stati "danneggiati gravemente, e in parte irreparabilmente, nove cannoni per la produzione di neve artificiale" lungo le piste della cima dell'Appennino bolognese.

"Da Bologna chiediamo indennizzi al Governo per affrontare le difficoltà attuali dovute alla mancanza di neve sul nostro Appennino". aveva detto il sindaco metropolitano, Matteo Lepore.

Ieri a Roma i rappresentanti delle regioni coinvolte hanno incontrato la ministra del turismo, Daniela Santanchè. Riguardo all'Emilia-Romagna, la "situazione è drammatica, perché il contraccolpo di questa mancata apertura è stato durissimo su tutte le imprese della filiera e tutte le misure sulla fiscalità, così come i ristori, sono assolutamente necessari e urgenti" si legge nella nota della Conferenza delle Regioni.

Il presidente Stefano Bonaccini, e l'assessore al Turismo, Andrea Corsini spiegano di essersi fatti promotori come Regione capofila per lo "svincolo dei residui non assegnati dei bandi Covid, che sarebbero immediatamente utili per le imprese coinvolte, anche se di certo non risolutivi. Santanchè - sottolinea Corsini- ha dimostrato apertura nei confronti di questa e di altre soluzioni, e le presenterà anche agli altri ministeri coinvolti".

A giudizio del presidente della Regione e dell'assessore al Turismo, ancora, "servono anche nuove infrastrutture sportive e turistiche, come impianti sportivi, palazzetti per il ghiaccio, centri benessere, che ci permettano nel giro di qualche anno di arricchire e diversificare l'offerta invernale della nostra montagna".

Queste, aggiungono Bonaccini e Corsini, "sono proposte di sistema perché nascono dall'ascolto e dal confronto con gli enti locali e gli operatori, e oltre a risolvere una emergenza vogliono avere una visione di medio e lungo periodo, perché l'Appennino in Emilia-Romagna e in tutto il Paese  ha bisogno soprattutto di progettualità, oltre che di ristori".

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