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Edizione del 11/01/2023
Estratto da pag. 1
PALAZZI ROMANI
Sanità, spoils system e riconferme
Stefano Rizzi 07:00 Mercoledì 11 Gennaio 2023
Resta al vertice di Agenas Mantoan, l'ex gran visir della sanità veneta che fu a un passo dalla direzione del Piemonte. Dieci i posti da assegnare nel futuro board dell'Aifa. Giostra alle direzioni generali del ministero. Voci su possibili nomine piemontesi, tra cui quella di Fagioli
Niente spoils system all’Agenas. Al vertice di Agenas, la potente e strategica Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – quella che insieme al Mef commissaria e governa i piani di rientro delle Regioni con i conti fuori controllo, come accaduto in tempi recenti al Piemonte – il Governo di Giorgia Meloni ha deciso di riconfermare l’attuale direttore generale Domenico Mantoan.
Questa mattina la Conferenza delle Regioni darà il suo assenso alla proposta del ministro della Salute Orazio Schillaci per la riconferma del manager, inviata al ministro per gli Affari Regionale Roberto Calderoli sottolineandole “l’urgenza”. Il rinnovo dell’incarico a Mantoan non è certamente una sorpresa, anche se lascia a becco asciutto quel fronte politico, in particolare il Pd, che proprio su un’altra poltrona – quella della direzione generale dell’Aifa, occupata ancora pochi giorni per il tempo di fare gli scatoloni da Nicola Magrini – si è scagliato in attacchi contro l’applicazione (legittima e normata) dello spoils system da parte del centrodestra. Del resto una mancata riconferma sarebbe stata difficile da motivare sia sul piano delle competenze e dei risultati, non di meno su quello politico.
Per molti anni a capo della sanità del Veneto, tanto da meritarsi in quel contesto (e per il potere esercitato) il titolo di Gran Visir, dividendolo per quanto di competenza con il Doge, ovvero il governatore Luca Zaia in un sodalizio che tra i due durò a lungo e, pur tra alti e bassi, non è mai finito, Mantoan prima di approdare alla guida di Agenas e per un breve periodo alla presidenza dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, era stato a un passo dall’assumere la direzione della sanità piemontese. Il suo nome girò quando, nel 2019 si trattava di trovare la figura per sostituire Danilo Bono sulla poltrona che prima era stata occupata dal già direttore generale del ministero Renato Botti e prima ancora da Fulvio Moirano, manager di lungo corso, già a capo di Agenas e artefice della riforma della rete ospedaliera. Mantoan aveva le valigie pronte per Torino, Zaia aveva dato il suo placet alla cessione al suo omologo Alberto Cirio, ma non se ne fece nulla. In piazza Castello si titubò, girarono addirittura veline e veleni sull’autore della riforma della sanità veneta, universalmente riconosciuta come tra le migliori. L’assessore Luigi Icardi scelse (fin dall’inizio) Fabio Aimar, che dopo non molto avrebbe lasciato l’incarico affidato a Mario Minola. Un’occasione perduta, si dirà poi non senza ragione.
Tra un po’ di mesi, in estate, scadrà il mandato di Silvio Brusaferro alla presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità che, per legge, può esercitare ancora un secondo mandato, ma non è improbabile che anche quel posto, assai ambìto, finisca nel ricambio ai vertici cui sta lavorando il Governo e, per quanto concerne la Sanità, il ministro ma non di meno il suo potente capo della segreteria tecnica Marco Mattei, già sindaco di Albano Laziale, medico, esponente di FdI e molto vicino alla premier.
Più ravvicinati nel tempo i ricambi al ministero, dove sono aumentate le direzioni generali e non sono poche quelle che tra pensionamenti e spoils system cambieranno titolare. Tra queste anche quella che ha la competenza sugli Irccs retta da Giuseppe Ippolito per quale, negli ambienti dove la politica incrocia la sanità, c’è chi indica tra i papabili anche l’oncologa e primario del Regin
a Margherita di Torino Franca Fagioli. Per lei si è parlato anche della presidenza del Consiglio Superiore di Sanità (la cui scadenza è però, più avanti nel tempo), carica ricoperta in passato dalla docente torinese Roberta Siliquini. E la sua fu una delle ultime presenze piemontese ai vertici nazionali della sanità, dove oltre al già citato Moirano alla guida di Agenas, all’ex direttore del 118 Francesco Enrichens, consulente di Agenas e a pochi altri non si ricordano altre figure “prestate” a Roma.
Cambierà qualcosa con il Governo Meloni? Oltre alle direzioni del ministero un capiente bacino è rappresentato dal futuro board dell’Aifa con ben dieci posti, così come altre poltrone e strapuntini nella citata Agenas. Che qualcosa, nelle complesse alchimie politiche, geografiche e professionali, possa toccare anche al Piemonte è la sensazione che trapela in questi giorni dalle parti di corso Regina. Semplici e legittimi auspici o qualcosa di più?
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