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Edizione del 10/01/2023
Estratto da pag. 1
Regione, se Cirio avesse via libera per l’Europa, Bongioanni pronto a scattare
Partono con largo anticipo le manovre nel centrodestra per gli appuntamenti elettorali del 2024. Il governatore uscente sogna una Commissione a Bruxelles anche se la porta è stretta. Se mai trovasse un varco, Fratelli d’Italia rivendica la candidatura alla presidenza della Regione per il centrodestra
Manca un anno e mezzo alla data delle elezioni regionali, ma già si respira in quest’inizio 2023 un’atmosfera da campagna elettorale.

Il mese di gennaio – così si dice – sarà decisivo per capire cosa farà il presidente uscente Alberto Cirio.

Se deciderà di rimettersi a disposizione del centrodestra, nulla quaestio: nessun partito intende metterne in dubbio la leadership anche perché i sondaggi più o meno riservati che circolano dicono che è lui, indubitabilmente, il candidato più forte per confermare la guida del Piemonte al centrodestra.

Cirio lavora ad una sua lista – seguendo l’esempio dei colleghi di Veneto, Luca Zaia, e del Friuli, Massimiliano Fedriga – tuttavia non fa mistero di guardare con interesse ad un suo ritorno in Europa, sognando la presidenza di una Commissione.

Le prossime settimane saranno cruciali per capire ciò che succederà.

Del resto, Fratelli d’Italia e Lega gli hanno chiesto di fare quanto prima chiarezza rispetto alle sue intenzioni.

Cirio aspetta un colloquio con Giorgia Meloni propedeutico al da farsi.

Sullo sfondo l’ipotesi – ad oggi poco più che tale – di dar vita ad una coalizione conservatrice in vista delle elezioni europee, previste in concomitanza con le regionali il prossimo anno.

Se avesse via libera da Meloni e da Berlusconi per l’Europa, Fratelli d’Italia, in virtù dell’essere primo partito del centrodestra, rivendicherebbe a sé la candidatura alla presidenza.

I nomi che circolano – in quest’eventualità - sono quelli dell’assessore regionale al Welfare Elena Chiorino (biellese) e del capogruppo Paolo Bongioanni (cuneese).

Radio Fratelli d’Italia dice che la premier vorrebbe Chiorino in Parlamento per cui declinerebbe la candidatura a vantaggio dell’ex direttore dell’Atl.

Il tema – per quanto al momento si tratti di poco più di una suggestione - è oggetto di chiacchiericcio nel partito.

Nei dintorni di Carnevale (forse) se ne saprà di più.

Ciò che fin da oggi appare singolare è che la provincia Granda sembra avere più carte da giocare di quante ne abbia la realtà metropolitana torinese.

Non solo per quanto riguarda il centrodestra, ma anche per ciò che concerne il centrosinistra o il terzo polo.

La strada in ogni caso è ancora lunga e non è affatto scontato che, quando si voterà per le europee, le regionali e le amministrative, il quadro politico sia ancora quello odierno.

Se una cosa ci ha insegnato la politica in questi ultimi tempi è che l’unica certezza è la volatilità del consenso.