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Edizione del 05/01/2023
Estratto da pag. 1
Manca il bianco. C'è il verde anomalo, per gennaio, dei prati in quota dell'Abetone. Ci sono i bollini rossi degli impianti sciistici di tutto l'Appennino dove su quasi cinquanta strutture, soltanto una garantisce ancora servizi, e poi c'è il nero delle previsioni per l'agricoltura, dato che senza risorse idriche la prossima estate potrebbe risultare letale per le colture tra caldo e siccità. Di bianco candido, di neve naturale, ne resta invece pochissima: solo oltre i 1500 metri soprattutto lungo Alpi e PreAlpi, per il resto poche sparute chiazze in tutto lo Stivale.
Una condizione che riguarda mezza Europa: dai venti gradi sfiorati sui Pirenei alle piste svizzere dove le gare di Coppa del mondo sono ormai garantite solo grazie alla neve artificiale. Si presenta così, il nuovo anno, dopo un 2022 registrato come il più caldo della storia d'Italia e in cui è caduta secondo la Coldiretti quasi il 50% di pioggia in meno rispetto al 2021.
L'intervista
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di Cristina Nadotti
13 Dicembre 2022
Anomalie, complice la crisi climatica innescata dall'uomo con le sue emissioni, che si traducono in tre aspetti: nel presente i rischi economici per il turismo, nell'immediato futuro le ripercussioni sull'agricoltura, così come sull'energia se si pensa all'idroelettrico.
Non tutto è perduto però, ma del grande freddo, quello che ci si aspetta in questi mesi, "per ora non c'è traccia" racconta a Giulio Betti, meteorologo del Cnr-Lamma. Un po' di neve in arrivo dopo l'Epifania. Preoccupa la futura siccità.
Per ora, spiega l'esperto, le previsioni ci dicono che "fino a metà gennaio non ci saranno grandi situazioni di freddo. Prossimamente arriverà un po' di corrente occidentale, di libeccio, con piogge sulle regioni tirreniche e qualche nevicata sulle Alpi. Stiamo parlando però di fenomeni che ricordano una fase autunnale, non invernale: di freddo vero per ora non se ne vede e non è chiaro quando arriverà".
Clima e economia
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di Fiammetta Cupellaro
05 Gennaio 2023
Dopo l'Epifania se l'anticiclone che oggi porta temperature elevate su gran parte dell'Europa mollerà un po' la presa a iniziare da Nord-ovest si attendono da lunedì piogge in pianura, nevicate sulle Alpi occidentali a bassa quota (intorno ai 1300 metri) e forse, ma solo sopra i 1700, qualche imbiancata sull'Appennino settentrionale. Per il resto la speranza di neve copiosa resta un miraggio, fatto che potrebbe avere ripercussioni sulla futura estate.
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"L'assenza di neve - spiega Betti - potrà avere impatti significativi sull'estate, dato che è una riserva idrica importante. Tutto l'Appennino, compreso l'Etna, le montagne della Sicilia come quelle di Nebrodi e Madonia sono completamente prive di neve. Si tratta di una scorta fondamentale: senza si rischia di non avere nel bilancio idrico la giusta voce di risorse. Anche sulle Alpi, nonostante fenomeni registrati ad alta quota, non è poi nevicato così tanto: nelle zone esposte a sud ora la neve è ormai fusa del tutto e solo in quota resiste un po'".
Dalla prossima settimana transiterà una perturbazione "con nevicate a quote medie sulle Alpi, mentre sull'Appennino invece pioverà. Di fatto non ci sono grandi prospettive di nevicate abbondanti e reiterate con accumuli per più giorni, quelle utili a fare scorta di risorse idriche". Di conseguenza, chiosa l'esperto, "se non torna a nevicare in maniera cospicua la condizione di siccità la prossima estate potrebbe essere grave: forse non a livelli dell'anno scorso, ma comunque farà male".
Clima
Il 2022 è stato l'annus horribilis per i ghiacciai alpini
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07 Dicembre 2022
Preoccupati su più fronti sono
anche gli agricoltori che lanciano lo stesso allarme. Ad esempio, la Coldiretti di Cuneo facendo il punto sulla scarsità di neve ha spiegato che "la siccità, unita alle alte temperature, è la cifra dominante del cambiamento climatico sul nostro territorio. La carenza di pioggia e neve non consente di ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e sulle nostre montagne dove i pochi ghiacciai rimasti perdono di superficie e spessore. Se nel corso del 2022 gli agricoltori sono riusciti a sopperire nella maggior parte dei casi alla carenza d'acqua con le operazioni di irrigazione, pur a fronte di costi moltiplicati a causa dei rincari energetici, è ora grande la preoccupazione per la nuova annata agraria" ha detto il presidente Enrico Nada.
Impianti chiusi dall'Italia alla Spagna
Nel frattempo l'attualità ci racconta come il caldo eccessivo di inizio anno - che ha portato a rompere record su record in tutta Euopa. di cui 90 solo in Francia registrati dalle stazioni meteorologiche - in Italia permette una stagione regolare sugli sci praticamente solo su parte delle Alpi. Per il resto è un alternarsi di comunicazioni e imprevisti: si va dalla Valtrompia - dove su Facebook qualche giorno fa hanno annunciato all'improvviso l'impossibilità di aprire gli impianti a causa del caldo - sino ai vari impianti di Toscana, Marche, Emilia-Romagna costretti a chiudere e dire temporaneamente addio a turisti e giri d'affari tra ristoranti, alberghi e piste.
Meteo
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03 Gennaio 2023
Anche per questo il governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, si è affrettato a chiedere all'esecutivo un "piano straordinario" dato che "gli operatori dell'Appennino bianco dopo le stagioni cancellate dal Covid, oggi sono alle prese con un altro momento nero che sta cancellando gran parte degli incassi dell'inverno con effetti che rischiano di essere irreversibili".
All'Abetone in Toscana, in una delle zone più iconiche dello sci del centro Italia, con temperature oltre i 10 gradi e prati sempre più verdi anziché bianchi parlano di situazione drammatica: impianti fermi, circa il 95% di rinunce e perdite enormi in attesa di un miracolo. Stesso discorso nelle Marche: senza neve gli impianti di Ussita (Macerata) sono in ginocchio. "Se continuerà a non nevicare saremo costretti a chiedere lo stato di emergenza ed aiuti economici" ha spiegato Francesco Cangiotti, amministratori della Società funivie Bolognolaski. Una condizione fotocopia in tante altre zone d' Europa.
L'Italia, grazie alle nevicate sulle Dolomiti di dicembre, potrebbe infatti perfino ritenersi "fortunata" per essere riuscita ad accumulare un po' di neve. Se da noi sopra i 2000 metri sulle Alpi si registrano condizioni quasi normali per il periodo, quello che accade sotto in molti casi mostra scenari da far paura, con pendi trasformati in fanghiglia e versanti completamente spogli.
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La catena montuosa del Giura in Svizzera, per esempio ha visto la colonnina di mercurio toccare i 18°C, mentre nei Pirenei francesi gli impianti sono stati aperti per poco tempo un mese fa e poi completamente chiusi vista l'assenza di neve, il forte caldo e i fenomeni di scioglimento. Ad Adelboden, in Svizzera, la gara di Coppa del mondo sarà su neve artificiale. Erba, roccia e più marrone che bianco sono condizioni identiche anche a Chamonix in Francia, a Innsbruck in Austria, Villars-sur-Ollon e Crans-Montana in Svizzera o Lenggries in Germania. A bassa quota, la maggior parte dei resort è oggi serrata.
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arte di questi cambiamenti è collegata alla crisi del clima dovuta dalle emissioni in atmosfera e purtroppo "entro la fine del secolo sarà finita l'idea di sciare nelle Alpi così come le conosciamo" ha spiegato, esattamente come sta già accadendo sotto i 1200 metri in molte nostre località. "Senza freni alla crisi del clima in futuro questi problemi peggioreranno, perché la neve continuerà a sciogliersi finché il Pianeta si riscalderà".