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Edizione del 30/12/2022
Estratto da pag. 1
L’autonomia di Calderoli, De Luca padre e figlio distanti sul disegno di legge
Il presidente della giunta si definisce «un pacifico guerriero» e ringrazia il ministro per la sua disponibilità. Il deputato dem lo attacca
politica

Mezzogiorno, 30 dicembre 2022 - 08:34

L’autonomia di Calderoli, De Luca padre e figlio distanti sul disegno di legge

Il presidente della giunta si definisce «un pacifico guerriero» e ringrazia il ministro per la sua disponibilità. Il deputato dem lo attacca

di Angelo Agrippa

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Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, della Lega, l’aveva annunciato di voler avanzare come un caterpillar per promuovere il suo progetto di riforma. Aprendo pure le interlocuzioni con le Regioni a 360 gradi. Ma tenendo ferma la barra sull’iter legislativo accelerato. E ieri ha comunicato che «la fase dei lavori per l’autonomia differenziata può finalmente entrare nel vivo: il testo del disegno di legge è stato ufficialmente trasmesso alla presidenza del Consiglio entro la fine dell’anno, come promesso, e con l’ok alla manovra di bilancio c’è il via libera anche per la costituzione della cabina di regia per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, su cui stiamo lavorando per renderla operativa già dal mese di gennaio». Insomma, si procede spediti, sorprendendo quegli oppositori indolenti che hanno ritenuto sufficiente non parlare più di autonomia per sabotarla. Tranne poi destarsi all’improvviso, con l’ultimo contropiede della Lega.

Le reazioni «La scelta di trasmettere il testo del Ddl sull’autonomia differenziata al Consiglio dei ministri, senza alcun tipo di confronto, è un gravissimo strappo istituzionale» ha affermato indignato Marco Sarracino, deputato e segretario metropolitano del Pd di Napoli. «Sull’autonomia differenziata il ministro Calderoli continua a ignorare volutamente la più elementare grammatica istituzionale. Aver trasmesso il testo del disegno di legge direttamente alla presidenza del Consiglio, senza dunque prevedere prima il dovuto confronto istituzionale con le Regioni, conferma l’inaccettabile arroganza di un ministro inadeguato, chiaramente di parte, che non vuole una riforma nell’interesse di tutti ma una secessione di fatto a vantaggio di pochi», ha attaccato Mara Carfagna, presidente di Azione. «Il ministro sa che in Italia esiste la democrazia e che le riforme riguardanti gli assetti istituzionali, per prassi ed educazione politica, seguono iter di confronto preventivo con gli altri livelli istituzionali? Non ci risulta — attacca Francesco Boccia, senatore Pd e responsabile Regioni e Enti locali — che il disegno di legge sia mai approdato in Conferenza Stato Regioni o in Conferenza unificata, così come era avvenuto nel 2020, per un confronto tra i diversi livelli istituzionali». Anche i sindacati dei medici e dei veterinari guardano con preoccupazione all’autonomia e la collegano al percorso di privatizzazione della sanità: «Contribuirà a definire livelli di assistenza diversi in regioni diverse — affermano le maggiori sigle sindacali —. I cittadini si preparino al peggio, qualora dovesse andare avanti questo folle progetto di privatizzazione in barba all’articolo 32 della Costituzione».

I De Luca

Ma la curiosità più insinuante è quella suggerita dai commenti distinti e distanti piovuti sulla polemica da Vincenzo e Piero De Luca, quasi come se padre e figlio si dividessero i ruoli in commedia. Con il presidente della Campania, Vincenzo, che nella conferenza stampa di fine anno ha ringraziato il ministro Calderoli «per essere venuto a Napoli», concordando con lui una base di richieste a costo zero per la devoluzione dei procedimenti autorizzativi in materia ambientale, energetica, urbanistica, aree Zes e insediamenti produttivi: «Mi pare complicato che in un anno si possano fissare i Lep, come da accordo con il ministro Calderoli, e si fissino i fondi perequativi. In ogni caso dobbiamo essere dei pacifici guerrieri, aperti al dialogo ma essendo armati e pronti a combattere — ha detto il presidente della Regione facendo riferimento all’incontro con il ministro della Lega e alle dichiarazioni dei suoi colleg
hi di Lombardia e Veneto Attilio Fontana e Luca Zaia sulla necessità di chiudere la legge sull’autonomia nel 2023 —. Mi pare complicato chiudere in un anno: la tempistica che abbiamo definito con Calderoli è di sei mesi per approvare i Lep. Poi bisogna approvare una legge parlamentare di inquadramento generale dell’autonomia, che ha ricadute su tutte le Regioni. Quindi si dovrà aprire la discussione di merito». Mentre il figlio Piero, deputato e vicepresidente del gruppo Pd, è andato giù duro: «La decisione del ministro di trasmettere il testo del Disegno di legge alla presidenza del Consiglio è un vero e proprio strappo istituzionale — ha accusato —. Il documento, di cui oggi non si conosce il contenuto, non è stato precedentemente inviato o discusso in Conferenza Stato Regioni o in Conferenza unificata, evitando ogni confronto necessario sul punto. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, condivide questa modalità di mancato confronto democratico? Già sulla definizione dei Lep, nonostante le nostre richieste emendative in Legge di bilancio, il parlamento è stato completamente esautorato e non sono state previste le risorse adeguate per colmare i divari territoriali esistenti».

La replicaCalderoli, dal canto suo, continua a dire che nessuno ha letto il suo testo: «Francamente mi sfugge il motivo per cui abbiano deciso di scagliarsi con tale impeto contro quella che definiscono ‘una torta avvelenata’ senza nemmeno avere effettiva consapevolezza dell’argomento. Di fronte a chi sostiene che io intenda garantire diritti civili e sociali diversi tra regioni diverse, rispondo che questo è l’esatto contrario di ciò che ho messo nella legge e che rappresenta l’antitesi del mio pensiero».

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30 dicembre 2022 | 08:34

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