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Edizione del 19/12/2022
Estratto da pag. 1
Bilancio. Maxiemendamento e marce forzate
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Accelerazioni, rinvii e annunci notturni tra liti e accordi bipartisan. Nel labirinto della Manovra il Centrodestra ha trascorso una domenica pesante. Le opposizioni polemizzano, il Terzo Polo con Calenda snobba: “Manovra negativa, non tocca priorità dell’Italia”, i 5S sulle barricate, e Conte si indigna: “Questo governo spaccia vigliaccheria per coraggio”.
Pur tra difficoltà ieri sera si è registrata una intesa politica bipartisan su un emendamento che riguarda il capitolo Mezzogiorno. Tre proposte presentate dal Pd, una del M5s, una di Forza Italia e una di Italia viva, sono infatti confluite in un emendamento, depositato in commissioni Bilancio alla Camera. I gruppi di maggioranza e quelli di opposizione si sono trovati d’accordo per la proroga di un anno di Investimenti Sud fino alla fine del 2023, con l’aggiunta della previsione dell’accordo con la Conferenza delle Regioni. Altri avvicinamenti sono stati inoltre ipotizzati. È in atto un dialogo fra maggioranza e opposizione su “Opzione donna”: in caso di accordo la soluzione potrebbe finire in un emendamento dei relatori sottoscritto da tutti, o quasi tutti, i gruppi.
I rilievi fatti dalla Commissione europea in particolare sul fisco, hanno riportato in salita il convoglio della Manovra. La retromarcia, ad esempio, sullo ‘stralcio’ delle cartelle fino a mille euro, è uno di quei provvedimenti finiti nel mirino dell’Ue. Il mini condono, slitta di due mesi, dal 31 gennaio al 31 marzo 2023. Lo stralcio delle minicartelle fino a mille euro affidate fino al 2015 sarà materia dei Comuni. Per l’Imu e gli altri tributi locali, infatti, la cancellazione riguarderà solo interessi di mora e sanzioni, ma lascerà intera l’imposta da pagare. Nel caso delle multe, la “tagliola” si fermerà agli interessi, per il resto la sanzione resta intatta. Una scelta per rispettare le indicazioni della Commissione Ue, ma il viceministro Maurizio Leo, obietta. “Forse l’Ue non conosce i dati”, per queste cartelle “i costi di riscossione sono più alti di quello che si vuole incamerare”, spiega Leo, che difende l’intero impianto della tregua fiscale: “nessun condono”, ma c’è da intervenire perché le sanzioni sono a “livello di esproprio”.
la norma che introduce la soglia di 60 euro sotto la quale gli esercenti possono rifiutare i pagamenti elettronici. L’emendamento resta in bilico. Il premier Meloni conferma le difficoltà: “Stiamo ancora trattando con l’Ue”. Alla domanda “Resta obbligo del Pos?”, il premier ha osservato. “Quello è un obiettivo del Piano nazionale di Ripresa e quindi lo stiamo trattando con la Commissione. Se non ci sono i margini ci inventeremo un altro modo per non fare pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti”.
La soluzione appare impegnativa. Ieri si valutava ancora una riduzione della soglia da cui scattano le multe da 60 a 30-40 euro. È intervenuto anche il ministro per gli affari europei Raffaele Fitto che rassicura: “Nelle prossime ore troveremo una soluzione”.
Annunciata invece da mesi la scure sugli extra profitti, – che dovevano servire a recuperare risorse per la previdenza e lavoro – ora i tagli si riducono in modo significativo. La tassa, come si era capito da settembre, non ha dato i risultati sperati, ora “colpirà solo chi ha almeno “il 75% dei ricavi” dalle attività di produzione e vendita di energia elettrica, gas e prodotti petroliferi.
Tra le conferme spiccano quattro temi. La stretta al Reddito di cittadinanza, il beneficio in caso di abilità al lavoro subisce una ulteriore riduzione da 8 a 7 mesi di sussidio. La ministra del lavoro Calderone spiega e dialoga: “Non vogliamo intervenire con l’accetta”, ma garantire agli occupabili percorsi per il lavoro. Per il Governo, tuttavia, la stretta sul RdC vale un risparmio di circa 200 milioni. Così come è blindata l’intesa, su cui ha spinto soprattutto Forza Italia, sulle pensioni minime a 600 euro per gli over 75. Semaforo v
erde inoltre al bonus per l’acquisto di case “Green”. Salve anche altre due misure stralciate dal dl Aiuti quater. La proroga al 31 dicembre 2022 della Cilas per il superbonus al 110% e la norma ‘salva-sport’, che consente la rateizzazione in 60 rate dei versamenti sospesi per il Covid, a società sportive, federazioni e enti di promozione.
“Stiamo facendo tutti il nostro lavoro, però penso che abbiamo fatto del nostro meglio, nelle condizioni e nei tempi che avevano, per dare al parlamento la possibilità di avere i tempi di valutarla. Ricordo”, osserva il presidente del Consiglio, “che il governo che non nasceva nei mesi di ottobre ma a febbraio presentò la Manovra il 20 novembre. Noi siamo stati molto disponibili anche a valutare nel merito le singole proposte che arrivavano. E se ne arrivano di buone nessun problema ad approfondirle. Se invece l’approccio è pregiudiziale il governo deve fare il governo e l’opposizione l’opposizione”.
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