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Edizione del 17/12/2022
Estratto da pag. 1
Qatar-gate, caccia ai soldi in Italia e Brasile. "Influenzato il Consiglio Ue"
Al setaccio conti tra Milano ed estero. Alla Ong di Panzeri soldi anche dal Sudafrica. Coinvolto il padre di Michel, presidente del Consiglio Ue
Al settaccio conti correnti tra Italia e Brasile

Partita la caccia ai soldi della "cricca". Come spiega Repubblica, nel mirino ci sono "sette conti correnti bancari. L’anello di congiunzione tra l’indagine di Bruxelles e la caccia ai soldi che è partita in Italia. Sette depositi in altrettanti istituto di credito, riferibili all’ex deputato europeo Antonio Panzeri, al suo ex assistente Francesco Giorgi (poi transitato negli uffici dell’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino), e al segretario generale del Sindacato internazionale Luca Visentini". 

Non è ancora stimabile quanti sono transitati su quei conti. Come scrive Repubblica: "Nelle perquisizioni delle abitazioni dei tre indagati erano stati già sequestrati oltre a contanti anche degli orologi, mentre nelle intercettazioni Panzeri e la moglie, Maria Colleoni, arrestata insieme alla figlia Silvia Panzeri, parlano di vacanze tropicali da centomila euro". Ma secondo la Verità si cerca anche all'estero su altri conti correnti, in particolare in Brasile.

Soldi anche dal Sudafrica e dal Marocco, coinvolto Michel padre

Secondo la Stampa, l'Ong di Panzeri riceveva soldi anche dal Sudafrica. Mentre il Fatto Quotidiano racconta come avrebbero ricevuti soldi dal Marocco sia Panzeri sia "Louis Michel, 75 anni, è un membro di spicco del partito liberale belga di lingua francese, il Movimento Riformatore. È il padre di Charles Michel, attuale presidente del Consiglio europeo".

"Influenzato anche il Consiglio Ue"

Non a caso proprio il Fatto sostiene che l'influenza delle lobby arriverebbe fino al Consiglio Ue, condizionando dunque direttamente la politica estera comunitaria. Lo sostiene la “Commissione speciale sulle ingerenze straniere nell’Unione europea, compresa la disinformazione ” (Inge1) in un documento del 9 marzo scorso. "Dai carteggi", scrive il Fatto, "emerge come i sospetti di pressioni effettuate da Doha circolassero già da tempo. E la Commissione speciale sulle ingerenze straniere – si scopre ora – non esclude che possano essere arrivati fin dentro gli uffici del Consiglio europeo, l’istituzione che definisce gli orientamenti politici generali e i cui membri sono i capi di Stato e di governo".

Il Qatar-gate irrompe nel congresso del Pd

La linea del Partito Democratico nei confronti di Andrea Cozzolino, ma anche verso chi dovesse essere coinvolto da qui in avanti nello scandalo Qatargate sarà delle più dure. La scelta di Enrico Letta di convocare la commissione di Garanzia del partito e la successiva sospensione dell'europarlamentare dem è stato un segnale inequivocabile, confermato da quanto viene spiegato dal quartier generale dem.

"Il Pd ha dato una risposta ferma ed inequivocabile allo scandalo scoppiato a Bruxelles", dicono dal Nazareno: "Di fronte alla gravità dei fatti emersi, abbiamo detto in modo netto, sin dal principio, che occorre fare piena luce, su tutto e al più presto". Da qui nasce la proposta di istituire subito una commissione di inchiesta parlamentare a Strasburgo, "con pieni poteri e tempi certi".

E per questo i dem hanno deciso di costituirsi parte civile nel processo: "Siamo parte lesa e vogliamo la verità", dicono. Perchè l'inchiesta che ha ormai toccato anche i dem è di quelle che possono terremotare un partito già fortemente scosso dalla sconfitta elettorale e alle prese con un difficile percorso costituente e congressuale. Soprattutto, mette in discussione quello che sembrava fino a ieri un pilastro dell'identità del Pd: la centralità della questione morale. Formula coniata da Enrico Berlinguer nel 1981, in una intervista a Eugenio Scalfari in cui l'allora segretario del Pci denunciava la tendenza dei partiti a farsi esclusivamente "macchine di potere e di clientela".

La vicenda esplosa a Buxelles dice che a questa tendenza non è estraneo il Pd. Tra chi rievoca la questione morale è Stefano Bonaccini che considera la vicenda "da voltastomaco". La vicenda, tuttavia, è destinata a farsi sentire nel confronto per la leadership in corso nel partit
o. Candidati e loro sostenitori si affrettano a prendere le distanze da quanto sta avvenendo e promettono, con accenti diversi, un radicale ricambio nella classe dirigente.

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