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Edizione del 13/12/2022
Estratto da pag. 1
Lombardia, Pastorella (Azione): "Moratti nome in grado di aggregare"
"La sensazione è che tanti elettori di centrodestra non siano così propensi a votare per Attilio Fontana come si poteva credere. Specie dopo le vicissitudini della Lega: non stanno dando un'immagine di serietà e stabilità". Giulia Pastorella, deputata e consigliera comunale a Milano di Azione, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano scommette sulla capacità di "aggregare" di Letizia Moratti. "In fondo sembra che anche la parte più riformista del Pd abbia difficoltà a votare per Pierfrancesco Majorino".
Pastorella, con questa corsa solitaria Moratti può davvero vincere?
Ha le possibilità per farlo. E può darsi che alla fine il Pd si penta di non averla appoggiata e di aver perso un'occasione. Con la sua capacità di attirare destra e sinistra può diventare il cavallo vincente. Credo sia giusto fare di tutto per cambiare pagina in Regione, dove la gestione passata ha mostrato tutti i suoi limiti. Penso per esempio alla questione casa: la gestione di Aler è davvero fallimentare.
Moratti fa bene ad aprire le braccia anche alla Lega bossiana?
Sì, ovviamente su una solida base programmatica. L'importante è restare fermi sul programma. Se questa è l'operazione mi sembra assolutamente corretta. È un po' lo stesso che facciamo a livello nazionale con Azione, proponendo un programma e aprendolo a chi è d'accordo. Se guardiamo indietro alle provenienze partitiche non cresceremo mai. La stessa Moratti è diventata la candidata del Terzo polo trovando convergenze su posizioni comuni per esempio sul tema sanità.
Vale lo stesso per i tre consiglieri della Lega espulsi dopo che hanno formato un nuovo gruppo al Pirellone?
Non li conosco però se il principio è quello di accogliere chi condivide un programma, allora porta aperte, soprattutto se questo diventa un modo per indebolire Fontana. Mi sembra molto significativo quello che sta succedendo alla Lega in Lombardia - dove è nata - e credo sia il preludio di un'ondata che si estenderà a livello nazionale: fa parte di una traiettoria di declino del partito. Ma anche a sinistra c'è una ricerca per capire dove si vuole stare. La lega salviniana è diversa da quella della prima ora, idem si potrebbe dire del Pd.
Dopo l'arrivo dell'ex leghista Gianmarco Senna dobbiamo aspettarci altri acquisti?
Non mi risulta ma mai dire mai. E comunque non è una campagna acquisti. Noi vogliamo andare avanti per la nostra strada: chi si ritrova con noi poi arriverà da solo. Lo stesso è stato per il consigliere comunale milanese Carmine Pacente che, provenendo dal Pd, si è riconosciuto nella maniera in cui stavamo facendo politica e si è unito al nostro gruppo consiliare.
Qualora saltasse l'accordo con il Pd per via del M5s, siete pronti ad accogliere anche +Europa?
Assolutamente sì. La decisione di correre con il Pd non per niente ha spaccato la base di +Europa, perché la casa naturale per il partito è con noi nel Terzo Polo. Vediamo come andrà il loro congresso a febbraio ma noi li aspettiamo il prima possibile.
Alle Politiche il Terzo polo ha ottenuto un ottimo risultato soprattutto a Milano. Come risponde a chi dice però che la Lombardia non è Milano?
Che la Lombardia non è neanche solo le valli remote. Milano non è stato un unicum. Abbiamo avuto risultati molto alti anche in altri capoluoghi come Brescia, Bergamo e Varese. Quelli che immaginano la Lombardia fatta di piccole realtà isolate non vedono la Lombardia produttiva e connessa al resto dell'Europa che ha molta voglia di un cambio di passo.
Una parte della maggioranza a Milano sostiene Majorino. Un'altra più piccola Moratti.
Anche alle Politiche sostenevamo candidati diversi ma questo non ha messo in dubbio la solidità della maggioranza a Palazzo Marino, e infatti non ci sono stati né rimpasti né dimissioni. Mi sembra giusto tenere i due piani separati e che la maggioranza rimanga quella che è.
Come replica a chi dice che non lasci
a il suo posto da consigliera per non far subentrare esponenti di Italia Viva?
A parte che in quota Azione si è aggiunto recentemente anche Pacente, quindi il nostro partito non 'sparirebbe' dal consiglio. Comunque la mia scelta riguarda il legame territoriale: voglio continuare ad avere un rapporto diretto con chi mi ha eletto. E il Consiglio comunale ti dà vicinanza alla comunità e alle dinamiche dei cittadini. Essere a Palazzo Marino vuol dire essere in prima fila su Milano. Pazienza poi se qualche malalingua ci vede questioni di potere.
Elly Schlein o Stefano Bonaccini. Che ne sarà del Pd?
Qualcuno dice che a noi convenga che vinca Schlein, così da avere un Pd spostato a sinistra e più spazio per presidiare il centro. Io invece ritengo che ci sia posto per un Pd solido che stia a sinistra dove deve stare, ma senza essere di estrema sinistra. Tenendo dentro anche l'anima riformista. L'augurio in vista del congresso è che il Pd non si snaturi, occupi il suo spazio naturale e lasci a noi il nostro.
La federazione Azione-Italia Viva è la strada giusta?
Sì, è corretto fare uno step intermedio prima di arrivare al partito unico. La federazione è un buon test, utile anche ad evitare la fusione a freddo immediata e a fare prove di rodaggio. Come il gruppo unico alla Camera e in Senato, un'ottima palestra in cui mi ritrovo a collaborare e imparare anche dai colleghi di Iv che sono in Parlamento da più tempo. Sui temi, comunque, siamo sempre allineati.
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