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Dir. Resp.
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Edizione del 29/11/2022
Estratto da pag. 1
“L’italiano è la lingua ufficiale della Repubblica.
Tutti i cittadini hanno il dovere di conoscerla e il diritto di usarla”: è il comma che il senatore triestino di Fratelli d’Italia, riferimento storico della destra, Roberto Menia – eletto in Liguria – vorrebbe inserire all’art.2 della Costituzione, quello che designa il tricolore bandiera italiana.
Il senatore ha precisato che “la sottolineatura dell’unità linguistica non è in contrasto con la conservazione delle lingue minoritarie, peraltro tutelate dalla Costituzione”. Insomma, “ci sono tanti posti dove parlare friulano, a casa, nelle associazioni culturali, non credo sia necessario anche in classe. Tra la difesa dei campanili e la globalizzazione senza freni esiste una via di mezzo che si chiama identità nazionale e unità linguistica”.
“Tutelare e garantire le minoranze linguistiche, come salvaguardare i dialetti e le lingue locali, non rappresentano certo un pericolo all’unità nazionale o al riconoscimento dell’italiano come lingua ufficiale della nostra Repubblica. Non confonderei mai i due piani, perché questo vorrebbe dire fare un salto indietro di decenni”. Lo afferma Sandra Savino, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, commentando l’iniziativa del Senatore Menia.
“Il nostro è un Paese che si caratterizza – ha aggiunto – anche per la capacità che ha avuto, negli anni, di favorire un processo di integrazione tra culture differenti. E per fortuna, grazie alla lungimiranza dei padri costituenti, la nostra Costituzione tiene ben conto, tra i suoi principi fondamentali, della tutela delle minoranze linguistiche”.
“Proprio grazie alle loro specificità territoriali Regioni come il Friuli Venezia Giulia hanno ottenuto una particolare autonomia speciale. Un valore che va difeso, per gli ottimi risultati che nella nostra Regione abbiamo raggiunto in questi anni e che per nulla mina le basi della nostra identità nazionale”.
“Meglio se Menia si occupa del ponente ligure dov’è stato eletto. In Friuli Venezia Giulia non ci servono le sue ammuffite crociate contro le lingue minoritarie o minorizzate. Penso neanche a Zaia e ai 18 deputati della Lega che hanno appena presentato un progetto di legge per aggiungere il veneto tra le lingue storiche tutelate dalla legge 482/99, Fedriga chiarisca se è quella di Menia l’autonomia e il futuro che ha in mente per la nostra Regione”. E’ il commento del consigliere regionale Cristiano Shaurli (Pd) al ddl del senatore Roberto Menia, che chiede di inserire in Costituzione la lingua italiana, ponendo paletti alle lingue minoritarie.“Si comincia dai triti luoghi comuni – osserva il consigliere dem – dicendo che le lingue minorizzate basta parlarle a casa o nelle osterie, si passa al fastidio verso i cartelli stradali bilingui e si finisce vietando di usarle dalle Istituzioni fino alle funzioni religiose. Cupa storia già vista dalle vallate del Natisone passando per il Friuli fino a Trieste”.“Per fortuna nostra e sfortuna di Menia e Fratelli d’Italia – continua Shaurli – siamo in Europa le lingue minorizzate sono tutelate ovunque, sono considerate un valore aggiunto e non un panda da difendere. Proprio in questi giorni si è tenuto ‘Suns’, il festival della musica in lingua minorizzata che per una volta pone Udine e il Friuli al centro dell’attenzione europea sulla crescita e promozione moderna di queste lingue”.
“Nel Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia si può giurare e si può intervenire in aula in italiano, friulano e sloveno. Ciò in virtù delle nostre culture linguistiche, della nostra storia sul tanto tribolato confine. E‘ una ricchezza, una libertà e una risorsa per i nostri figli, cui è chiamato a essere garante il presidente Fedriga: da lui mi aspetto una chiara presa di posizione anche come presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome”. Lo chiede il segretario regionale Pd Fvg Renzo Liva, a fronte del ddl del senatore Roberto Menia (FdI) recante “Riconoscimento dell’italiano come lingua ufficiale dell
a Repubblica”.Il segretario dem ricorda “l’orgoglio di usare pubblicamente il friulano manifestato nel tempo da tanti consiglieri regionali e anche attuali assessori” e si chiede se “sono d’accordo con Menia o hanno qualche imbarazzo. Perché noi – conclude – abbiamo anche qualche brivido”.
. «Le gravissime dichiarazioni del senatore Menia non devono stupire, fanno parte dell’ideologia nazionalista e sovranista che ha caratterizzato la recente campagna elettorale del centro-destra e i primi mesi del Governo Meloni, in cui la retorica dell’interesse nazionale e dell’identità italianissima è stata una costante. Si scopre così il loro vero volto», afferma Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia