huffingtonpost.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: n.d.
Edizione del 27/11/2022
Estratto da pag. 1
Stefano Bonaccini: "Sono di sinistra ma non radical chic. Il mio Pd senza le correnti"
Stefano Bonaccini: "Sono di sinistra ma non radicai chic. Il mio Pd senza le correnti" II candidato alla segreteria dem si racconta in un'intervista a Repubblica: "II mio primo banco di prova saranno le Europee 2024" 27 Novembre 2022 alle 09:22 "Tante persone si aspettano un'opposizione seria e credibile in campo e un'alternativa a questa destra. Non sarà ne facile ne breve, ma adesso è il momento di rimboccarsi le maniche e cominciare". Lo afferma, in una intervista a Repubblica, il candidato alla segreteria Pd e governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini. "La discussione su organismi e fasi congressuali non mi appassiona - aggiunge -. Non sono mai stato iscritto a nessuna corrente e non chiederò e non accetterò il sostegno di nessuna corrente. Finiamola di chiamarci col cognome degli altri". "Sono un uomo di sinistra. Ho iniziato a far politica da ragazzo perché sognavo di poter costruire un mondo migliore e quell'aspirazione non si è mai indebolita. Da emiliano riformista ho però sempre lavorato perché la politica non fosse fatta di chiacchiere ma di risposte concrete ai cittadini e passi avanti in direzione della giustizia sociale. Sento spesso parlare di lavoro chi non ha mai messo piede in una fabbrica, di periferie chi ha vissuto solo in ztl, di povertà chi frequenta i salotti romani, lo ho un'altra storia, un'altra vita, un'altra esperienza. A me, sia chiaro, del radicai chic non lo ha mai dato e non potrà darlo mai nessuno". Renzi? "L'ho sostenuto convintamente nel 2013" ma "ha deciso di abbandonare da tempo il Pd e di creare un partito di moderati, mentre ¡o sono un uomo di sinistra che crede nel Pd e vuole farne un grande partito progressista e riformista. Ci confronteremo con Terzo Polo e 5S, ma certo non lasceremo loro la rappresentanza esclusiva di moderati e sinistra. La vocazione maggioritaria non è autosufficienza ma apertura, indispensabile per costruire una grande forza progressista e riformista. Serve un Pd più grande in un nuovo centrosinistra che sappia vincere nelle urne". Il dialogo col M5S sarà uno dei suoi obiettivi? "No, il mio primo obiettivo è che il Pd torni a essere e a fare il Pd. Il primo banco di prova saranno le europee e le amministrative del 2024: dobbiamo tornare ad essere il primo partito, lo - dice ancora - temo che con questa destra l'Italia torni indietro, che ci ¡soliamo in Europa, che la società, l'economia e i diritti si fermino". Se eletto segretario, pensa di restare in Regione? "Non mi pare che Zingaretti si sia dimesso per il troppo lavoro, ma per le troppe correnti". -tit_org- Stefano Bonaccini: "Sono di sinistra ma non radical chic. Il mio Pd senza le correnti" -sec_org-