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Edizione del 25/11/2022
Estratto da pag. 1
Piano di riparto sanitario. Occhiuto all’attacco: «Alla Calabria sottratti dai 20 ai 30 milioni»
Il governatore al Corriere sull''"anomala" ripartizione del fondo del Ssn: «Ho chiesto alla Conferenza Stato-Regioni di rivedere il sistema»
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CATANZARO Roberto Occhiuto ha chiesto in Conferenza Stato-Regioni un approfondimento sulla proposta di ripartizione delle disponibilità finanziarie dell’anno 2022 per il Servizio sanitario nazionale. Pertanto, la Conferenza è aggiornata al prossimo martedì 29 novembre per ridiscutere delle somme spettanti al Servizio sanitario di ciascuna Regione, della Provincia autonoma di Trento e di quella di Bolzano.Secondo il presidente della Regione Calabria, è sottostimato l’importo di 3.663.884.784 di euro previsto per la sanità calabrese. «Dai miei conti, la Calabria – ci ha detto Occhiuto – dovrebbe avere dai 20 ai 30 milioni in più. Spero che martedì 29 novembre si possa lavorare per arrivare ad una conclusione che sia soddisfacente per tutti, anche per la Calabria».«In Conferenza Stato-Regioni – ci ha precisato Occhiuto – le intese si fanno all’unanimità e c’è sempre un rapporto molto collaborativo da parte di tutte le Regioni e tra i loro presidenti. Sono molto soddisfatto del lavoro che lì si porta avanti ogni volta. Tuttavia, ho spiegato che per il riparto del 2022 avrei avuto difficoltà a dare l’intesa. Il punto è il seguente. I documenti preparatori poggiavano sul fatto che la Calabria, per effetto del decreto legge numero 150 del 2020 (il cosiddetto “decreto Calabria bis”, nda), avesse 72 milioni di euro a parte e che, in ragione di questa circostanza, dovesse invece avere meno risorse per l’anno 2022. Ho spiegato che i 72 milioni in argomento sono 12 più 60. In particolare, i 12 milioni non sono a carico del Fondo sanitario nazionale e i 60 invece lo sono, ma rappresentano una risposta finanziaria che la Calabria avrà nel 2024 e nel 2025».

«Quindi – chiarisce Occhiuto al Corriere della Calabria – mi è parso davvero singolare che, date le somme già destinate alla Calabria per gli anni che verranno, la nostra regione dovesse avere nel 2022 meno risorse nell’ambito della ripartizione del Fondo sanitario nazionale. Da un lato è giusto che i 60 milioni in argomento non li paghino le altre Regioni diminuendo la loro quota di finanziamento del loro Servizio sanitario. Dall’altro, però, la Conferenza delle Regioni dovrebbe chiedere allo Stato le risorse al riguardo mancanti, perché la Calabria non può rimetterci».Il presidente della Regione Calabria ha le idee chiare. Il suo ragionamento è lineare: per il 2022 la sanità calabrese non può ricevere meno risorse statali ordinarie in virtù del «contributo di solidarietà» previsto dall’articolo 6 del secondo “Decreto Calabria” per come convertito in legge; concesso, recita la norma, introdotta nella scorsa legislatura su pressione dei parlamentari calabresi e dunque dello stesso Occhiuto, allora deputato, «al fine di supportare gli interventi di potenziamento del servizio sanitario regionale stante la grave situazione economico-finanziaria e sanitaria presente nella regione Calabria».

Non solo, al Corriere della Calabria Occhiuto ricorda che «dopo il decreto 150 del 2020, poi convertito in legge, la Corte costituzionale, con la sentenza numero 168 del 2021, ha significato che a nulla serve il commissariamento, se lo Stato non dà al commissario gli strumenti in termini di personale e di risorse». Nella sentenza citata dal presidente della Regione Calabria, la Corte costituzionale puntualizzò i doveri dello Stato nei confronti della Regione, che alla stessa Consulta aveva documentato «l’inefficacia della gestione commissariale della sanità» e il «progressivo peggioramento dei livelli di assistenza» pur «senza sostanziali riduzioni del disavanzo sanitario».Occhiuto riassume in maniera limpida la questione della proposta, arrivata in Conferenza Stato-Regioni, circa le somme da assegnare alla Calabria nell’ambito della ripartizione per il 2022. «In sostanza – ci dice – da una parte lo Stato ci dà il contributo, dall’altro dice alla Calabria di fare auto-solidarietà. Questo sarebbe inaccettabile, per cui ho chiesto un approfondimento per avere risorse adeguate». «Devo aggiungere – continua il presidente della Regione Calabria – che c’è
stata una larga condivisione di questi argomenti da parte delle altre Regioni e degli altri presidenti, quindi ho fiducia nel fatto che, come al solito, la Conferenza delle Regioni riuscirà a risolvere la questione». «Sono ottimista – sottolinea Occhiuto – perché in quella sede c’è stato sempre un buon clima. Ho visto, insomma, che esiste la volontà di affrontare e superare i problemi. Se in passato la Calabria avesse affermato le proprie ragioni, saremmo stati trattati meglio. Riguardo agli anni scorsi, non mi pare di rintracciare manifestazioni di fermezza da parte della Calabria, pur nel rispetto delle posizioni della Conferenza delle Regioni come quello che noi abbiamo avuto».

In quanto alla necessaria revisione della rete dell’assistenza ospedaliera e della rete dell’assistenza territoriale, il presidente Occhiuto assicura che «le due pratiche saranno completate entro la fine dell’anno» e ribadisce d’aver già «chiesto ai tecnici e al dirigente generale del dipartimento Tutela della salute, come al commissario di Azienda Zero, Giuseppe Profiti, di provvedere all’aggiornamento dei relativi decreti commissariali». «Il decreto commissariale numero 64 del 2016, che ancora vige in materia di rete ospedaliera, fu varato anche in assenza di un Programma operativo. Il modo migliore di procedere – conclude Occhiuto – è quello di fare i decreti che disegnano la rete ospedaliera e la rete territoriale soltanto dopo l’approvazione del Programma» in argomento, nello specifico avvenuta da pochi giorni. (redazione@corrierecal.it)

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