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Dir. Resp.
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Edizione del 24/11/2022
Estratto da pag. 1
Autonomia differenziata, Ministro Ciriani: Nessuna regione potrà ricevere meno risorse rispetto a quelle attuali, nessuna regione potrà riceverne di più
Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento in aula alla Camera
“Un processo virtuoso di autonomia differenziata, già avviato da diverse regioni italiane, secondo il dettato costituzionale e in attuazione dei principi di sussidiarietà e solidarietà in un quadro di coesione nazionale. È, comunque, condivisa dall’intero Governo l’esigenza di colmare l’attuale e inaccettabile divario infrastrutturale, che, peraltro, non consegue certo a una disposizione costituzionale (l’articolo 116, terzo comma) rimasta finora inattuata”. Lo ha evidenziato Luca Ciriani, Ministro per i Rapporti con il Parlamento ieri alla Camera rispondendo all’interrogazione di su “Chiarimenti in ordine alla bozza di legge quadro per l’attuazione dell’autonomia differenziata, con particolare riguardo alla prioritaria definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e al pieno coinvolgimento del Parlamento nella definizione delle possibili forme di autonomia” presentata da Antonio Caso (M5S). Ciriani ha ricordato come il Ministro Calderoli ha avviato una serie di confronti preliminari con le singole regioni e poi con la Conferenza delle regioni, “in ossequio al principio costituzionale di leale collaborazione”. “Il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie – ha precisato Ciriani – si è dunque confrontato con le regioni su una bozza di lavoro relativa a un disegno di legge di attuazione dell’articolo 116 della Costituzione, quale fase preliminare che precede l’ulteriore negoziato sulle singole intese. L’opzione per il disegno di legge di attuazione persegue un duplice obiettivo: disciplinare in modo armonico e omogeneo la procedura per il raggiungimento delle diverse intese in costante dialogo con il sistema delle autonomie territoriali e favorire il confronto parlamentare, in modo da evitare che le intese, una volta concluse, possano precludere un’attenta valutazione sui contenuti da parte delle Camere. In merito alle preoccupazioni espresse dagli interroganti, si ritiene che esse non abbiano ragione di essere in quanto, in base alle ipotesi di lavoro predisposte dal Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, il criterio della spesa storica già sostenuta per le funzioni attribuite in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione non altera, anche ove applicato in via transitoria, fino alla compiuta determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, i LEP, la distribuzione delle risorse per le altre regioni o aree del Paese, né incide sui fondi perequativi. Nessuna regione potrà ricevere meno risorse rispetto a quelle attuali, nessuna regione potrà riceverne di più. La Commissione paritetica tra Stato e singole regioni svolgerebbe una funzione istruttoria, ai fini della definizione dell’intesa, sul cui schema preliminare – come già detto – verrebbe poi richiesto il pieno coinvolgimento del Parlamento. Le materie oggetto di intesa sono definite e indicate dall’articolo 116”.