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Edizione del 21/11/2022
Estratto da pag. 1
Diritti, autonomia e centro politico
Luca Zaia: “Il Carroccio dovrebbe occupare il centro dello schieramento. Nessun conflitto con Salvini”
La persona Luca Zaia, i suoi valori e i suoi obiettivi politici. Il nuovo libro “I pessimisti non fanno fortuna“ e tanto altro. E nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera c’è anche spazio per diritti civili e autonomia regionale, antirazzismo e Lega come partito che guarda al centro, immigrazione e territorio. Un Luca Zaia a tutto tondo, quindi che rievoca le sue radici, e i suoi primi lavori da pr in discoteca per pagarsi gli studi; e poi il dire basta a “battaglie di retroguardia”, no al razzismo e no al fascismo. E poi la politica, il rapporto con Salvini, il forte legame col suo Veneto.

Zaia racconta di aver iniziato a odiare il razzismo dopo l’incontro con Francesco, un senegalese ospitato in casa dai suoi zii che avevano un’azienda agricola in Veneto, “la Lega è antirazzista e antifascista. Il tema - spiega - che poniamo sui migranti è un tema di coerenza, di rispetto della dignità umana e di legalità”. Il governatore ricorda che “il Veneto è terra dove l’accoglienza è un faro, dove il modello di integrazione è sotto gli occhi di tutti, ma è anche una comunità che chiede il rigoroso rispetto delle regole”. Esistono poi delle “battaglie di retroguardia che fanno perdere energia”. Tra queste, quelle contro l’omosessualità: “Non si può parlarne come se fosse un problema. La politica deve garantire le libertà e i diritti, non limitarli o reprimerli. Anche i temi dell’etica, del fine vita, dei diritti della persona vanno affrontati, non lasciati alla sinistra”. Sul fine vita la sua posizione è che lo Stato deve “tutelare la libera scelta garantendo comunque ogni forma di sostegno sanitario, psicologico ed economico alle persone malate. Non dobbiamo giudicare, ma saper rispettare”.

E poi la politica, la Lega, a chi gli chiede di sfidare Matteo Salvini per la leadership del partito, Zaia risponde che con il segretario del Carroccio non ha “un rapporto conflittuale, come spesso raccontato dai media, anzi. Sono concentrato sul mio impegno con il popolo veneto, che tre anni fa mi ha rieletto presidente con il 77% dei voti”. E non poteva mancare il tema dell’autonomia regionale, cavalo di battaglia di sempre della Lega e di Zaia e che negli ultimi giorni è stato al centro di pesanti malumori per i governatori del Sud, di opposizione e non dopo la bozza presentata da Roberto Calderoli. Zaia ribadisce che è da sempre la ragione sociale della Lega.

“Finiamola con il definirla secessione dei ricchi. Non toglie nulla a nessuno; avvicina le istituzioni alla gente. Un grande uomo del Sud, don Luigi Sturzo, nel 1949 diceva: ‘Sono unitario, ma federalista impenitente’. E un grande uomo del Nord, Luigi Einaudi, padre costituente, nel ’48 disse che ‘a ognuno dovremmo dare l’autonomia che gli spetta’”.

Zaia ha anche specificato che la Lega dovrebbe occupare il centro dello schieramento politico, e parla del fondatore del partito, Umberto Bossi, come “geniale perché è riuscito con il percorso separatista a convogliare le diverse anime e a porre la questione della riforma federalista in questo Paese. Il federalismo è centripeto; il centralismo è centrifugo, disgrega l’unità. Se oggi nell’agenda di governo c’è l’autonomia, è merito della Lega”.

E parlando di autonomia per il Veneto, Zaia la spiega così: “Il Veneto fu uno Stato per più di mille anni. E la Repubblica veneta fu il primo esperimento di democrazia, per quanto imperfetta, nella storia. I rapporti con Bisanzio e l’Oriente, la capacità di dialogo, il riconoscere le altre culture preservando una forte identità: sono i nostri valori, ancora oggi. La nostra storia è un esperimento inclusivo, aperto alle varie religioni, a tutte le etnie: pensi al fondaco dei turchi, a quello dei tedeschi, al contributo della comunità ebraica, ancora oggi presente e attiva”.

E non potevano mancare le olimpiadi di Milano Cortina: “Valgono un miliardo di Pil. Faremo la nuova strada per le Dolomiti senza stravolgere l’ambiente, liberando Longarone, i paesi del Cadore e Cortina dalla morsa dei camion. Ho creduto sino in fond
o nella candidatura, per il mio Veneto. È andata bene. E andrà bene, a conferma che i pessimisti non fanno fortuna”.