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Edizione del 17/11/2022
Estratto da pag. 1
Emiliano e De Luca in trincea contro l`autonomia differenziata delle Regioni
Prima tappa oggi alla Conferenza Stato-Regioni della discussione accesissima sulla modifica voluta dal Governo (e dal nord) e che scontenta la sinistra del sud
Prima tappa oggi alla Conferenza Stato-Regioni della discussione accesissima sulla modifica voluta dal Governo (e dal nord) e che scontenta la sinistra del sud

«La bozza ministeriale del del sull'Autonomia Differenziata un provvedimento che genera solo caos e che spacca in due il Paese. Per questo faremo un fronte con altre regioni del Sud come Calabria, Basilicata, Puglia, Molise e Lazio ma ci sono segnali per un sostegno anche da parte delle Regioni del Nord. Da domani siamo in battaglia per difendere l’unità nazionale. L’augurio è che anche il premier Meloni dimostri di volere difendere quella identità nazionale di cui tanto si è parlato».

«De Luca critico su Autonomia Regioni? Il sale della democrazia è il dibattito, ci sta. Se vogliamo Regioni più forti ed avere competenza sui territori si fa l’Autonomia che non toglie nulla a nessuno. Come diceva Einaudi nel ’48 ‘ad ognuno dovremo dare l’autonomia che si spetta»

Nelle parole del Governatore della Campania, Vincenzo De Luca e poi in quelle di Luca Zaia, suo collega del Veneto la differenza sostanziale e del tutto insanabile tra i due mondi davanti a disegno di Legge che oggi il Ministro degli Affari Regionali, Roberto Calderoli, ha presentato alla conferenza Stato-regioni a tutti i governatori sulla cosiddetta «Autonomia differenziata» per le regioni che ne facciano richiesta.

Il nodo principale della contesa riguarda la definizione dei 'livelli essenziali di prestazione' su cui calcolare i trasferimenti di fondi dallo Stato a una singola Regione per 'coprire' la competenza ceduta.

Tra i contrari, più duri, Michele Emiliano che dalla Puglia ha tuonato: «La bozza di Calderoli viola la Costituzione. È escluso, per esempio, che alcune materie come la scuola, l’energia o il trasporto, possano essere oggetto di una delega alle Regioni. Il rischio è quello di una Babele in cui un cittadino italiano, spostandosi sul territorio nazionale, possa trovare ordinamenti giuridici diversi, determinati dalle Regioni e non dallo Stato nazionale». Parole forti, come forti sono le richieste delle regioni del nord che da anni, da decenni, chiedono più (se non totale) autonomia.

Quale che sia tanta rabbia non fa altro che ipotizzare l'esistenza di un nervo scoperto, di un sistema sbagliato, divenuto cronico e che, chi ne ha tratto vantaggi per anni ed anni, cerca di difendere con i denti.Siamo solo all'inizio dell'iter e forse i toni sono alti anche per quello. Ma non capire quanto il sistema sia da cambiare, non capire che regioni diverse hanno bisogni e necessità differenti è miopia assoluta. Ed è ora che finisca.