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Dir. Resp.
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Edizione del 16/11/2022
Estratto da pag. 1
Nuovi ospedali, il caro energia blocca i progetti da 320 milioni 
PESCARA. La strada si fa in salita. I nuovi ospedali di Vasto, Avezzano e Lanciano si allontanano all’orizzonte insieme alla centrale operativa del 118, l’hangar, i parcheggi e l’eliporto, progettati per il San Salvatore dell’Aquila. Tutta colpa del caro energia che ha fatto lievitare in maniera esponenziale i costi delle quattro opere, le più grandi previste dalla Sanità abruzzese e molto attesa dalle comunità dei territori abruzzesi direttamente interessati. IL CARO BOLLETTE.La differenza tra il prima e il dopo è enorme. Mancano all’appello circa 70 milioni di euro rispetto alle previsioni di spesa che la Regione Abruzzo aveva fatto nello scorso mese di febbraio, approvando contestualmente, poco prima che la Russia invadesse l’Ucraina, una delibera di giunta ad hoc sui fondi da destinare all’accordo di programma per il settore degli investimenti sanitari. Si tratta di somme ingenti messe a disposizione dalla da una legge, la numero 67, del 1988. È infatti l’articolo 20 di quella norma che disciplina «il programma pluriennale di investimenti in materia di ristrutturazione edilizia, ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico e di realizzazione di residenze sanitarie assistenziali per anziani e soggetti non autosufficienti». Ma nessuno, in giunta regionale, poteva prevedere che cosa sarebbe di lì a poco accaduto al confine tra Russia e Ucraina. E tanto meno gli affetti a lunga gittata che avrebbe avuto la crisi bellica. Primo fra tutti il caro bollette.LA STRADA OBBLIGATA.Conti da rifare perché l’aumento vertiginoso del costo dei materiali, strettamente collegato alla crisi energetica, ha costretto la Regione Abruzzo a riscrivere quell’accordo di programma che ridisegna la mappa della sanità pubblica in quattro zone nevralgiche del territorio abruzzese.La spesa è aumentata da 319.959.694 euro a 388.146.421 sulla base di un complesso studio di revisione dei quadri economici portato a termine dalle due Asl direttamente coinvolte, la numero 2 Lanciano-Vasto-Chieti e la 1 L’Aquila-Avezzano-Sulmona. L’atto è cosi diventato parte centrale di una nuova delibera approvata la scorsa settimana dalla giunta regionale che si appresta ad avventurarsi lungo una strada obbligata e soprattutto in salita. Siamo venuti in possesso del documento che riscrive il quadro finanziario per realizzare i tre nuovi ospedali e la centrale operativa del 118 nel capoluogo della Regione.CIFRE SCHIZZATE IN ALTO.L’incremento maggiore riguarda il nuovo ospedale di Vasto, che tra le strutture sanitarie previste è la più imponente. Il progetto che pubblichiamo in pagina lo dimostra. Ebbene, la spesa iniziale è schizzata da 111.103.796 euro a 149.656.813, quindi 38,5 milioni in più rispetto a quelli previsti. Subito dopo, sul documento della Regione, c’è il nuovo ospedale di Avezzano il cui costo è aumentato da 103.881.898 euro a 118.867.070 (ovvero + 14.985.172 euro). A seguire c’è Lanciano dove la spesa è salita da 96.660.000 euro a 109.148.366, con un incremento di 12,5 milioni.L’ultima voce riguarda il potenziamento dell’ospedale dell’Aquila attraverso la realizzazione, in due lotti, della centrale operativa del 118, dell’hangar, dell’eliporto e del parcheggio. Opere che costavano complessivamente 8 milioni e 314mila euro e che ora invece costano 10 milioni e mezzo. Qual è l’ostacolo che la Regione deve superare? La risposta è semplice: occorre il via libera a un finanziamento extra di 70 milioni di euro.IL DOPPIO VINCOLOLa delibera approvata in giunta è il primo atto che naturalmente è andato de plano. Dal secondo step comincia una sorta di montagna da scalare che prevede due incognita. La prima è rappresentata dal parere del nuovo Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici del ministero della Salute che si è insediato il 22 maggio scorso. Se questo speciale organismo, composto da rappresentanti del ministero della Salute, tra i quali tre esperti, quattro membri delle Regioni, nominati dalla Conferenza Stato-Regioni, e tre esperti dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) dovesse bocciare
la richiesta che arriva dall’Abruzzo, per i nuovi ospedali non ci sarebbe alcun futuro. Ma anche dovesse dire di sì la strada per la Regione non si spianerebbe del tutto. C’è infatti un secondo vincolo che rischia di fare scomparire all’orizzonte le grandi opere della sanità abruzzese sulle quali punta la giunta Marsilio e in particolare l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì.La spiegazione è in una frase di quattro righe, tra le pagine 63 e 64 del verbale del Tavolo interministeriale che valuta gli adempimenti delle Regioni in materia di Sanità e i Livelli essenziali di assistenza. «L’accesso alle risorse dell’articolo 20 della legge 67/1988 (quella di cui trattiamo, ndr) è vincolato all’adozione della nuova rete ospedaliera». Che la Regione non ha ancora fatto.