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Edizione del 08/11/2022
Estratto da pag. 1
Sanità, servono 15 miliardi in più 
Il grido dall''allarme delle Regioni al nuovo ministro. Si aspettano ancora i soldi stanziati per l''emergenza Covid, in Piemonte sono oltre 300 milioni. Al Governo Meloni gli assessori chiedono interventi rapidi per fronteggiare la carenza di per
SANITÀ MALATA

Sanità, servono 15 miliardi in più 



Stefano Rizzi 07:00 Martedì 08 Novembre 2022

Il grido dall'allarme delle Regioni al nuovo ministro. Si aspettano ancora i soldi stanziati per l'emergenza Covid, in Piemonte sono oltre 300 milioni. Al Governo Meloni gli assessori chiedono interventi rapidi per fronteggiare la carenza di personale

Nei prossimi tre anni alla Sanità mancheranno non meno di 15 miliardi. Cambia il Governo, ma i problemi, almeno per ora, restano tutti e con tutto il loro enorme peso che le Regioni mettono sul tavolo dell’esecutivo di Giorgia Meloni, del nuovo Parlamento e, ovviamente, sulla scrivania del nuovo ministro della salute Orazio Schillaci.

Quasi non ha fatto tempo ad insediarsi e il successore di Roberto Speranza s’è visto recapitare dalla commissione Salute della Conferenza delle Regioni, in capo all’assessore alla Sanità dell’Emilia-Romagna Raffaele Donini, un dettagliato elenco di criticità e richieste che richiedono risposte il più possibile concrete e rapide.

Più soldi e più personale, volendo sintetizzare al massimole richieste. Serve più denaro perché se ne è speso moltissimo nella lunga emergenza Covid e, ad oggi come scrivono gli assessori alla Sanità “hanno trovato una copertura solo parziale nelle risorse previste dai decreti emergenziali e dai recenti provvedimenti governativi”. Nervo scoperto questo per il Piemonte: l’assessore Luigi Icardi non perde occasione per ricordare che ormai da mesi “si aspettano più di 300 milioni, promessi per le spese sostenute durante l’emergenza Covid, che ancora non abbiamo visto” e che la Regione ha anticipato raschiando il barile. 

Altri milioni, tanti, (sempre per restare nei confini piemontesi si prevede un incremento di più di 110 rispetto allo scorso anno), serviranno per fronteggiare i costi dell’energia. “Nell’anno in corso, la situazione economica è stata ulteriormente aggravata dall’incremento dei prezzi delle fonti energetiche: anche in questo caso i maggiori costi, stimati dalle Regioni e dalle Province autonome in oltre 1 miliardo ed in continua crescita, sono stati solo parzialmente finanziati dalle risorse stanziate per la sanità”, si legge nella lettera al ministro in cui si ribadisce come sia “indispensabile proseguire il confronto con il Governo per quantificare i maggiori costi energetici e per individuare un corrispondente livello integrativo di finanziamento già a partire dal 2022”.

Leggi qui il documento delle Regioni

E, ancora, sempre più risorse economiche serviranno e già servono per mettere finalmente a terra due riforme di cui si parla da tempo, ma ancora sono di là dall’essere concretizzate: quella della medicina del territorio e quella, se possibile ancora più urgente, che passa per l’incremento del personale ospedaliero ormai palesemente e drammaticamente insufficiente. Anche in questo caso la situazione piemontese è emblematica con i Pronto Soccorso ormai affidati quasi totalmente alle cooperative che forniscono medici, spesso senza specializzazione e in non pochi casi di età avanzata, con costi esorbitanti visto che ogni turno costa mediamente alle Asl, quindi ai cittadini, qualcosa come mille euro.

“Siamo molto preoccupati” ammette Icardi di fronte a una situazione in cui la miscela esplosiva di scarsità di risorse e carenza di medici rischia di far implodere il sistema se non ci saranno interventi rapidi da parte del Governo. In questo senso si inserisce un’ulteriore richiesta avanzata dalle Regioni, che riguarda il tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni dalle strutture private. “Questi tetti di spesa – ricordano le Regioni al ministro Schillaci – sono stati definiti nel 2012 e non sono più compatibili con l’attuale fase di gestione dell’emergenza Covid, di recupero delle prestazioni sanitar
ie rinviate durante la pandemia”. E, come se tutto ciò non bastasse a disegnare una quadro allarmante, c'è da aggiungere che ancora si aspetta il riparto, ovvero l'assegnazione delle risorse del fondo sanitario nazionale per l'anno che ormai sta per finire.

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