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Edizione del 07/11/2022
Estratto da pag. 1
Luca Zaia: «I medici No vax? Rientro al lavoro inevitabile. Io però non li manderei nei reparti a rischio»
Il governatore del Veneto: aspettiamo altri sei mesi? Così si rimanda il problema e basta
I medici No vax non sono stati radiati dagli ordini professionali. E quindi era inevitabile che tornassero in servizio. Il governo Meloni ha soltanto anticipato temporalmente una circostanza che si sarebbe comunque verificata. Questa è la tesi del presidente della Regione Veneto Luca Zaia sul rientro al lavoro dei sanitari che non si sono vaccinati. In un’intervista a Libero Zaia dice che l’unica alternativa era la radiazione: «Non ne vedo altre. Io rispetto le idee di tutti, per carità. Però evitiamo discussioni che non stanno manco in piedi. C’è gente anche autorevole che si straccia le vesti. Ma poi, in concreto, cosa facciamo? Aspettiamo altri sei mesi, un anno ancora? Così però il problema si rimanda e basta». Ma anche secondo il governatore del Veneto i medici che rientrano in corsia non devono essere impiegati nei reparti a rischio. Zaia aggiunge che nella sua regione sono dodici su 605 a tornare in servizio.
Tra chi ha rifiutato il vaccino, aggiunge Zaia, ci sono «due categorie. La prima è quella di chi, per paura, per convinzione, per ansia personale, non si è vaccinata. Io ho sempre difeso la libertà di scelta nella vaccinazione. Ho fatto una grande campagna vaccinale in Veneto, ma ho sempre pensato che dovesse vincere il dialogo e non la coercizione. Noi ce l’abbiamo fatta, abbiamo raggiunto tutti. Dobbiamo raccontarci anche le cose che vanno bene». Mentre la seconda categoria sono i No vax che si mettono «a fare lezione. C’è chi ha cominciato a parlare di scie chimiche, di poteri forti, di Big Pharma. Chi ha iniziato anche a offendere arrivando a livelli di discussione inaccettabili. Io sono totalmente rispettoso delle idee di tutti, anche di quelli che la pensano all’opposto da me, ma alcuni hanno esagerato. Soprattutto perché hanno molto spesso venduto una visione semplicistica del Covid. Abbiamo sentito gente parlare di genetica senza che neanche sapesse cosa sia. Ecco, queste persone non le posso proprio giustificare».
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