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Edizione del 06/11/2022
Estratto da pag. 1
Tempo medio di lettura: 3 minutiAdesso è ufficiale: Letizia Moratti sarà la candidata del Terzo polo alle regionali in Lombardia. «Insieme con Carlo Calenda e Matteo Renzi – fa sapere Moratti in una nota – ho condiviso l’avvio di un percorso che mi vedrà candidata alla presidenza di Regione Lombardia».
Una collaborazione, sottolinea Moratti, «che nasce sostenuta dall’ampia e consolidata rete civica a me vicina e dal Terzo Polo», e «ampiamente aperta» all’adesione «di tutti gli interlocutori politici, culturali, del terzo settore e delle associazioni», con i quali “realizzeremo interessanti e positivi confronti per la costruzione di una coalizione vincente”.
Un progetto che Moratti definisce «forte ed attento ai territori» e orientato «ad offrire una visione del futuro lombardo e nazionale capace di interpretare i mutamenti in atto ed affrontare le nuove sfide in arrivo». Per questo «ringrazio Carlo Calenda e Matteo Renzi per l’appoggio di Azione ed Italia Viva – conclude Moratti – inizia oggi un nuovo appassionante cammino per dare le risposte che la Lombardia merita».
La candidatura della Moratti alle regionali, però non è stata presa bene dal centrodestra a cui l’ex vicepresidente aveva dato la disponibilità, ma per il Terzo Polo è ottima per la lista civica che da tempo sta costruendo. Allo stesso tempo il Pd fa muro, e mentre Enrico Letta convoca la segreteria del partito sul congresso costituente, i dem confermano che non la appoggeranno e invocano le primarie in Lombardia.
Ad aprire le danze delle dichiarazioni è il leader di Azione nelle stesse ore in cui il Pd lombardo era riunito a Milano. «Appoggiare due persone che in Lombardia e nel Lazio hanno fatto bene sulla campagna vaccinale e la sanità come Alessio D’Amato e Letizia Moratti è la scelta giusta per il Terzo Polo», ha scritto Calenda rilanciando il ticket in Lombardia tra l’ormai ex vicepresidente regionale e l’economista Carlo Cottarelli che rimane ancora in attesa «di una telefonata» che certifichi la sua candidatura.
Una soluzione irricevibile per il Pd che aveva deciso di proporre agli alleati (da definire quali) le primarie di coalizione, sempre osteggiate dal Terzo polo, ribadendo la propria contrarietà a legare l’accordo in Lombardia a quello nel Lazio. E delineando il perimetro della coalizione sulla scia di quanto richiesto dai sindaci del centrosinistra che governano in Lombardia, escludendo dunque il M5s.
«Moratti non è un’opzione, anche dall’assemblea è uscita questa indicazione – le parole del segretario lombardo dem Vinicio Peluffo – non credo possa funzionare che ci sia qualcuno che decide anche per gli altri. Non vogliamo imporre niente a nessuno ma nemmeno farci imporre nulla». Detto ancora più chiaramente: «non la sosteniamo».
Passano pochi minuti e arriva la nota con cui Moratti annuncia la candidatura con il Terzo Polo: “Inizia oggi un nuovo appassionante cammino per dare le risposte che la Lombardia merita. Un progetto forte ed attento ai territori orientato ad offrire una visione del futuro lombardo e nazionale” e aperto a “interlocutori del terzo settore e delle associazioni».
Parole che fanno eco a quelle pronunciate dall’ex sindaco ieri dal palco della manifestazione milanese per la pace in Ucraina dove ha ricordato il padre «partigiano liberale che ha lavorato con tutte le formazioni del Cnl» e ha parlato del bisogno di una ricostruzione del Paese «che sia aperta e inclusiva». Oltre al sostegno del Terzo polo, Moratti potrà contare su una «consolidata rete civica» di cui fa parte “Lombardia Migliore”, associazione che vede tra i fondatori il consigliere regionale Manfredi Palmeri. Rimane da capire se sarà della partita l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, a cui aveva chiesto in tempi non sospetti di guidare la sua lista civica.
La Lega intanto “saluta” l’ex ministra «che va a sinistra dopo vent’anni con il centrodestra» senza “uno straccio di coerenza” e la coalizione si compatta attorno al governa
tore Attilio Fontana che in un’intervista al Giornale definisce ormai “superfluo” il dover ottenere un’investitura ufficiale dai partiti.
E nell’opposizione scatta uno scambio di appelli. Il M5s sollecita i dem a scegliere da che parte stare, “se con chi vuole essere l’alternativa – dice il capogruppo al Pirellone Nicola Di Marco – o con chi vuole essere un surrogato del centrodestra”. Sinistra Italiana si rivolge proprio ai pentastellati invitandoli a far parte di un’alleanza “democratica e progressista” con i Verdi che attaccano Calenda “che vorrebbe contribuire a far perdere il centrosinistra anche alle regionali”.
E mentre il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, fa notare che la candidatura di Moratti “finisce per essere un assist a Fontana”, il Pd convoca l’assemblea regionale in maniera permanente fino al 20 novembre. «Se non ci sarà accordo su di un nome – conclude l’europarlamentare dem Pierfrancesco Majorino – verranno indette le primarie». (ANSA)