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Edizione del 03/11/2022
Estratto da pag. 1
Contratto del comparto 2019-2021, all’Aran la firma. Si sblocca l’indennità di specificità infermieristica, 175 euro al mese di aumento
Dopo una lunga trattativa sindacati e Aran hanno siglato l’intesa. Tra le novità un nuovo sistema di classificazione professionale e un ulteriore impegno finanziario
Dopo una lunga trattativa sindacati e Aran hanno siglato l’intesa. Tra le novità un nuovo sistema di classificazione professionale e un ulteriore impegno finanziario delle aziende e degli enti del comparto. Il contratto riguarda 550mila lavoratori. Il plauso unanime della politica

Dopo la preintesa di giugno, è arrivata la firma definitiva. Presso la sede dell’agenzia per la rappresentanza nazionale delle pubbliche amministrazioni (Aran), alla presenza di Cisl, Cgil, Uil, Fials, Nursind e Nursing up è stato firmato il contratto del comparto sanità 2019-2021. Un passaggio storico per Aran perché per la prima volta hanno firmato tutte le organizzazioni sindacali del comparto.

Tra le novità incrementi medi di circa 175 euro al mese, calcolati su tutto il personale del comparto, la revisione del sistema di classificazione del personale e una nuova disciplina del lavoro a distanza per gli amministrativi, turni che rendono più facile la gestione familiare.

Sul piano del trattamento economico, l’accordo riconosce, dal primo gennaio 2021, un incremento medio a regime degli stipendi tabellari di 91 euro medi per 13 mesi e una rivalutazione dei Fondi destinati alla contrattazione integrativa di 12 euro al mese per 13 mensilità. Inoltre, per il nuovo sistema di classificazione professionale è stato previsto un ulteriore impegno finanziario delle aziende e degli enti del comparto di 13 euro al mese per 13 mensilità. Per valorizzare, poi, il ruolo di alcuni specifici profili del ruolo sanitario e socio-sanitario, il contratto, in applicazione di alcune disposizioni previste nelle ultime due leggi di bilancio, istituisce l’indennità di specificità infermieristica per i profili di infermiere, l’indennità di tutela del malato e promozione della salute per altri profili del ruolo sanitario e socio-sanitario e una specifica indennità destinata al personale operante nei servizi di pronto soccorso.

Per Antonio Naddeo, presidente Aran, è un «contratto importante in cui si rivede la classificazione del personale, si istituisce l’area delle elevate qualificazioni, si prevedono importanti incrementi contrattuali, e inoltre, si destinano risorse specifiche che le leggi di bilancio degli ultimi due governi hanno assegnato agli infermieri, con un incremento complessivo medio di circa 175 euro mensili».

Il contratto aveva creato qualche frizione con alcuni sindacati medici, Anaao e Cimo- Fesmed, che oltre a chiedere un interpello all’Aran avevano anche scritto una lettera alla Corte dei Conti per evidenziare come le nuove previsioni contrattuali introdurrebbero, per via pattizia, competenze professionali che la legge riserva alla categoria medica e non attribuisce ai profili sanitari oltre a denunciare  «l’eccessiva genericità e ambiguità del testo» che  potrebbe alimentare un conflitto di competenze e di ruoli tra diverse categorie di personale. Rilievi che però che non hanno fermato la firma del contratto.

Molto soddisfatto si dice il neo-ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo: «Un contratto importante per i 550 mila dipendenti, tra cui 277 mila infermieri, di un settore fortemente impegnato nel periodo della pandemia e ancora oggi sotto pressione».

Anche il leader del MoVimento 5 stelle Giuseppe Conte esulta su Twitter e rivendica la paternità dell’aumento contrattuale: «Dopo la pandemia il M5s ha garantito un aumento in busta paga agli operatori sanitari che erano in prima linea contro il Covid. Con la firma del contratto collettivo nazionale del comparto sanitario, questo contributo diventerà realtà per circa 550 mila dipendenti».

Anche Davide Caparini, presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, esprime soddisfazione: «La firma del contratto nazionale del Comparto Sanità per il triennio 2019-2021 interessa più di mezzo milione di dipendenti. Condividiamo questo risultato con le organizzazioni sindacali, Aran e il governo. Una risposta alle aspettative dei dipendenti del Servizio San
itario Nazionale che hanno dimostrato di saper far fronte ad una fase tanto critica quanto drammatica con grandi competenze, capacità e professionalità».

Unanime il plauso da parte dei sindacati, che però già guardano al prossimo rinnovo. Per Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, «è stato gettato un seme, ma bisognerà aspettare il raccolto. È un bene, infatti, che siano stati rivisti, ad esempio, l’ordinamento professionale e il sistema degli incarichi, oltre all’istituzione dell’area dell’elevata qualificazione. Ma perché si apra nei fatti un concreto percorso di carriera professionale per la categoria occorrono risorse che noi ci aspettiamo vengano stanziate nel prossimo Ccnl 2022-2024».

Per Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, «oltre il 19% delle risorse complessive di questo contratto, parliamo di 335 milioni di euro, sono racchiuse in una indennità di specificità infermieristica di cui siamo fieri, tra le tante, come una vittoria, ottenuta dopo quelle manifestazioni dove abbiamo fortemente lottato, anche quando altri sindacati rappresentativi hanno pensato bene di rimandare al mittente i nostri pubblici inviti a lottare uniti, e che ora bisogna che venga estesa alle ostetriche, ingiustamente escluse».

Positivo anche il commento di Cgil, Cisl e Uil. «È stata una trattativa lunga e complessa, ma abbiamo mantenuto gli impegni che ci eravamo assunti, in particolare riformando profondamente l’ordinamento professionale. Questo contratto è un primo importante riconoscimento, in termini di salario, di diritti, di valorizzazione professionale, per quanto viene fatto ogni giorno dalle lavoratrici e dai lavoratori nelle strutture» commentano Cgil e Fp Cgil.

Per il segretario generale della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli, «è un contratto fortemente innovativo: viene riscritto il sistema di classificazione, passando dalle attuali categorie alle nuove Aree, garantendo a tutto il personale nuove opportunità di crescita economica; definisce un nuovo sistema di incarichi, in grado di riconoscere competenze e responsabilità, completando quel percorso di innovazione avviato con il precedente rinnovo contrattuale; aggiorna il sistema indennitario ampliando la platea dei destinatari; riapre alla possibilità di accesso all’area superiore con selezioni interne; definisce nuovi diritti e consegna nuove opportunità alla contrattazione decentrata». «Un punto di partenza e non di arrivo» per Michelangelo Librandi, Segretario Generale della Uil-Fpl.

 

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