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Edizione del 29/10/2022
Estratto da pag. 1
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Il governo Meloni riaccende la macchina dell’autonomia differenziata, chiesta anche dall’Emilia-Romagna. «Potremmo arrivare a un testo in Consiglio dei ministri entro Natale e poi partirà il Parlamento», ha detto ieri in un’intervista al Corriere della Serail ministro agli Affari regionali e Autonomie, Roberto Calderoli, che vuole arrivare all’approvazione in Senato tra un anno. «L’autonomia differenziata oggi non è la priorità del nostro Paese che si trova vicino alla recessione», ha frenato ieri il segretario uscente del Pd Enrico Letta, mentre da Viale Aldo Moro assicurano che il presidente della Regione Stefano Bonaccini andrà a vedere le carte: «Nel momento in cui potremo discutere con qualcosa di concreto ci potremo esprimere e faremo le nostre valutazioni».
La telefonata di CalderoliAi piani alti della Regione, com’è accaduto con i governi precedenti, resta la voglia di andare avanti ma anche l’inevitabile disillusione attorno a un iter avviato oltre quattro anni fa con il governo Gentiloni. Sabato pomeriggio Calderoli, fresco di insediamento, ha chiamato Bonaccini per aprire un primo canale di confronto. L’Emilia-Romagna ora attende da Roma una convocazione formale per riaprire la discussione sull’autonomia insieme alle altre Regioni, a partire da Lombardia e Veneto che, nel 2017, sul tema fecero anche un referendum. La Lega emiliana, galvanizzata dalle promesse del suo ministro, torna in pressing sul governatore emiliano-romagnolo. «Bonaccini prenda una posizione chiara e inequivocabile sull’autonomia. Lo scenario attuale non consente ulteriori rimandi legati a tensioni interne al Pd su un tema di importanza fondamentale per l’economia del territorio», scrive Matteo Rancan, capogruppo in Regione e commissario emiliano del Carroccio, per cui «non è tollerabile che diktat di partito interrompano una strada già condivisa, seppur solo a parole, dal Pd emiliano-romagnolo. Bonaccini smetta per un attimo di pensare alla segreteria e mantenga fede alle promesse fatte».
Le critiche di LeporeTra i democratici nei mesi scorsi non sono mancate le voci critiche sull’autonomia differenziata, inclusa da Bologna quella del primo cittadino Matteo Lepore. Sono tornate oggi che il nuovo governo di centrodestra vuole rimettere in moto al più presto la macchina autonomista. «Non è una priorità», ha detto ieri Enrico Letta nel suo intervento di apertura alla Direzione nazionale del Pd, aggiungendo però che «ci siederemo a tutti i tavoli e discuteremo con i nostri presidenti di Regione».
I paletti del governatoreIncluso Bonaccini, che ieri si è concentrato sul congresso e non è tornato sul tema. Anche se, assicurano i suoi fedelissimi, la sua posizione resta quella ribadita mercoledì a margine dell’ incontro con il primo ministro del Lussemburgo, Xavier Bettel. «Finché non ci sarà una convocazione con un testo e qualcosa di scritto non saprei nemmeno cosa dire», aveva detto Bonaccini a chi gli chiedeva un commento sulle intenzioni del governo Meloni sull’autonomia regionale. Di certo, aveva aggiunto il governatore, i paletti dell’Emilia-Romagna per un eventuale accordo non sono cambiati: «La definizione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni, ndr.), il coinvolgimento del Parlamento, l’esclusione di materie divisive come scuola e sanità e nessun accenno ai residui, perché nessuno vuole togliere a qualcuno per dare a qualcun altro».
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29 ottobre 2022 (modifica il 29 ottobre 2022 | 08:13)
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