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Dir. Resp.
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Edizione del 28/10/2022
Estratto da pag. 1
Le proposte delle Regioni al nuovo ministro dell’Ambiente Fratin
Crisi energetica, smog e riciclo: alcune delle priorità delle Regioni da sottoporre all’attenzione del neo ministro dell''Ambiente.
Dalle misure per proteggere famiglie e imprese dal caro energia agli interventi su qualità dell’aria e rifiuti. Ecco le criticità Commissione Ambiente ed Energia.

(Rinnovabili.it) – L’esordio europeo del neo ministro all’Ambiente e Sicurezza energetica Pichetto Fratin potrebbe non essere stato dei migliori, ma l’incontro, al netto del risultato, ha permesso al Governo italiano di ribadire le sue priorità: tutelare famiglie e imprese dall’emergenza prezzi. Un tema particolarmente caro anche alle Regioni che in questi giorni hanno stilato una lista di criticità e interventi da sottoporre al ministro. Lo rendono noto gli Assessori Gianni Lampis e Anita Pili, Coordinatori della Commissione Ambiente ed Energia nella Conferenza delle Regioni.

I temi sul tavolo? Crisi energetica, competenze, qualità dell’aria e ciclo dei rifiuti. Gran parte delle priorità individuate dalle amministrazioni territoriali sono le stesse contenute nel documento di proposte inviato all’ex-Governo Draghi. Si va da un rafforzamento del micro credito alla sterilizzazione di oneri, accise e Iva sugli aumenti dei prezzi energetici, compresi quelli del pellet. Dall’applicazione di una garanzia pubblica al 100% alle imprese che richiedono finanziamenti per impianti rinnovabili a misure specifiche per incentivare l’auto-produzione. Fino all’istituzione del reddito energetico nazionale.

Sul fronte ambientale, spiega invece l’Assessore Lampis, “è necessario un intervento normativo che metta al riparo le competenze amministrative in materia ambientale, così come declinate nei territori per non creare incertezze che ricadrebbero sui tempi di realizzazione degli interventi previsti dal PNRR. E’ altresì necessario, sul fronte della qualità dell’aria, che l’Italia rappresenti in sede europea le difficoltà delle Regioni del bacino padano a rispettare ulteriori restrizioni sul fronte dei limiti alle emissioni i quali notoriamente non dipendono soltanto dall’impatto antropico sull’ambiente, ma anche dal contesto geografico ed orografico. Infine occorre continuare il confronto sull’end of waste al fine di dare certezza agli operatori economici e contribuire all’attuazione dei principi dell’economia circolare”.

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