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Autonomia differenziata, Calderoli chiama le Regioni: Emiliano boccia la riforma
Il governatore pugliese si schiera contro la riforma, ma in passato la sosteneva
politica

Mezzogiorno, 28 ottobre 2022 - 09:59

Autonomia differenziata, Calderoli chiama le Regioni: Emiliano boccia la riforma

Il governatore pugliese si schiera contro la riforma, ma in passato la sosteneva

di Lucia Del Vecchio

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Autonomia differenziata, il governo Meloni non perde tempo. Anzi, sembra avere fretta di realizzare il nuovo regionalismo di cui si parla ormai da diversi anni. Ieri, il ministro degli Affari Regionali, Roberto Calderoli ha invitato a un tavolo informale alcune regioni italiane per iniziare il confronto su un tema che scotta, «e che non è la priorità del Paese in questo momento», sottolinea il presidente della Puglia, Michele Emiliano che ha, come dire, «aperto la busta» ed è andato a sentire. Un modo, evidentemente, da parte di Calderoli, per tastare il polso dei governatori. Da Emiliano, a margine dell’incontro romano, arriva una dichiarazione perentoria perlomeno sull’aspetto dei tributi, che fa dimenticare il tempo in cui il governatore non era proprio contrario all’autonomia differenziata e, insieme ai governatori del Lazio, Zingaretti, e della Campania, De Luca, propendevano per la legge quadro proposta dal senatore Pd, Francesco Boccia, che puntava, prima di qualsiasi intervento sul regionalismo, ad assicurare i livelli essenziali delle prestazioni in tutti i territori.

Il «no» di Emiliano «Da presidente della Regione Puglia – dice Emiliano - sono nettamente contrario a qualunque ipotesi di trattenere gettito fiscale nelle regioni più ricche a danno di quelle più povere. L’attuale sistema fondato sul fondo di perequazione che crea solidarietà tra regioni più ricche e regioni più povere, ritengo sia il sistema più corretto». Emiliano, «sorpreso, ma neanche troppo», dalle modalità inusuali con cui le regioni - «neanche tutte», dice il presidente pugliese - sono state invitate al ministero, spiega come è andata. «Stamattina (ieri, ndr) abbiamo risposto ad una convocazione informale del ministro Calderoli per cominciare a discutere della autonomia differenziata – rivela - Per una ragione di cortesia istituzionale la Regione Puglia e anche altre regioni italiane hanno aderito a questo invito. Questo ci ha consentito di comprendere che c’è una grande fretta da parte del Governo di mettere a punto una strategia sull’autonomia differenziata, e in generale per risolvere questa questione che fa parte del programma del governo Meloni». «Inutile dire – chiosa Emiliano - che il Partito Democratico, e ho appena parlato con il segretario Enrico Letta, ritiene che in questo momento ci siano altre priorità nel Paese. Ma siccome il governo ha queste intenzioni, dunque è diritto-dovere delle Regioni interloquire con il governo stesso e di far conoscere il parere delle Regioni». Tutto questo però è avvenuto ieri a livello informale, «quindi ci attendiamo a brevissima scadenza, come peraltro Calderoli ha già detto, la presenza del ministro nella Conferenza delle Regioni – spiega il governatore pugliese - in modo tale che possa ufficializzare la sua proposta sull’autonomia differenziata e consentire poi a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista». «Una situazione non consueta – aggiunge ancora Emiliano - è la prima volta che partecipo ad una riunione informale, ma come ho detto abbiamo ritenuto di aderire all’invito telefonico proprio per una questione di cortesia e di rispetto del suo ruolo».

Di autonomia differenziata si parla in Italia almeno dal 2017, con i referendum consultivi di Lombardia e Veneto. In base all’articolo 116 della Costituzione, i presidenti leghisti Fontana e Zaia, e dell’Emilia Romagna, il Pd, Bonaccini, per primi hanno avviato un percorso che ha portato alla firma, a febbraio del 2018, di altrettanti accordi preliminari di regionalismo. Se da una parte l’articolo 116 della Carta consente in alcuni ambiti un rafforzamento dell’autonomia nelle regioni a statuto ordinario, dall’altro la «Costituzione più bella del mondo» prevede anche che la def
inizione dei livelli di prestazioni e servizi sui temi fondamentali come sanità, scuola, trasporti, sia alla base della riforma federalista, garantendo a tutti i cittadini pari servizi, anche nelle regioni più povere, attraverso un meccanismo di perequazione che impedisca iniquità evitando insopportabili disparità nell’accesso e nella fruibilità dei diritti sociali.

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28 ottobre 2022 | 09:59

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