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Edizione del 18/10/2022
Estratto da pag. 1
Agenzie e compensazioni: in maggioranza l`ora del test. Oggi il consiglio
Due banchi di prova per capire quanto i malumori nel Partito democratico possano incidere sulla tenuta della maggioranza in Consiglio regionale oggi dovrebbero essere discussi, salvo rinvii o ripensamenti, due proposte di legge sulle quali il centrosinistra non appare compatto. Il nodo Arpal Il primo provvedimento riguarda una questione ormai annosa, la riforma dell'Agenzia per le politiche attive del lavoro (Arpal) che, di fatto, nasconde la volontà di una parte del Partito democratico di rimuovere Massimo Cassano dal ruolo di direttore generale. La pdl, presentata da alcuni esponenti Dem, da Fabiano Amati a Michele Mazzarano, sino ad oggi ha vissuto di rinvii e polemiche, oggi teoricamente dovrebbe essere il giorno della verità. L'ultima seduta del Consiglio dello scorso 4 ottobre si è conclusa con l'approvazione del rinvio della pdl, chiesto dal presidente del gruppo Con Emiliano, Giuseppe Tupputi, il secondo slittamento dopo quello avvenuto a fine luglio. Non è un mistero che la volontà della minoranza interna al Pd di mettere Cassano alla porta non sia condivisa dai civici legati al governatore Michele Emiliano, ma bisognerà capire come gli altri consiglieri reagiranno alla decisione del direttore generale dell'Agenzia di essersi candidato alle scorse elezioni con Azione di Calenda. L'impressione è che la proposta di legge possa subire diversi interventi correttivi attraverso gli emendamenti e, di fatto, evitare che Cassano esca definitivamente dai giochi. La partita è delicata, tra Emiliano e Cassano non c'è mai stata una vera frattura, quindi molto dipenderà dalla linea che detterà il governatore. Le posizioni sono diverse nella stessa maggioranza, c'è ad esempio chi ipotizza la modifica della governance in tutte le Agenzie regionali, che verrebbero quindi gestite da un Consiglio di amministrazione e chi invece vuole concentrarsi solo sull'Arpal. E poi c'è l'opposizione che chiede invece l'eliminazione di Arpal, con il trasferimento dei compiti fino ad oggi svolti dall'Agenzia in capo all'assessorato al Lavoro. La norma stabilisce che con la decadenza immediata del direttore generale la gestione ponte fino all'individuazione del nuovo direttore passi nelle mani del direttore di dipartimento Silvia Pellegrini. Il Cda sarà a tre, nominato dalla Giunta. Il direttore generale percepirà una somma di 85mila euro l'anno (30mila al presidente del Cda e 15mila a testa per gli altri due membri). Insomma, si prospetta una battaglia all'ultimo emendamento e voto. Di fatto, l'approvazione della riforma come da testo originario comporterebbe la decadenza dall'incarico dell'attuale direttore generale ma tutto fa presagire che in Aula ci saranno colpi di scena.
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Il caro bollette E poi c'è la questione caro bollette: ieri le proposte di legge sono state portate in commissione per le audizioni, oggi la parola passa all'Assise. Si tratta di due proposte che arrivano dal Consiglio (una a firma di Amati e l'altra del leghista Davide Bellomo) e una dalla giunta regionale. Si muovono in direzione dello stesso traguardo ma con percorsi differenti. Si poteva fondere le tre proposte in un testo unificato ma l'assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, ha chiesto e ottenuto in commissione che si approvassero tutte tre in maniera distinta. La fusione si dovrebbe fare oggi in Consiglio. La proposta di Amati prende le mosse dalla legge statale cosiddetta Marzano (239 del 2004). Tale normativa consente allo Stato e alle Regioni di prevedere misure di compensazione e di riequilibrio, ambientale e territoriale, a carico delle imprese che gestiscono infrastrutture energetiche- Siccome in Puglia arriva il gasdotto Tap e il metano trasportato dall'Azerbaigian viene poi convogliato nelle condotte italiane di Snam, la proposta mira ad applicare la dispos
izione a queste due situazioni. L'idea è di prevede una compensazione del valore del 3% del valore del gas trasportato. L'introito andrebbe destinato ad alleggerire le bollette del gas. La proposta Bellomo nasce dalla volontà di Tap e Snam, ascoltati in commissione nei mesi scorsi, di versare 50 milioni di euro per corrispondere alle responsabilità sociali delle due aziende. Le bollette sarebbero abbattute una sola volta fino all'ammontare dei 50 milioni. La proposta firmata dall'assessore Delli Noci è simile a quella Amati e mira a chiedere compensazioni ambientali e riequilibrio ambientale e territoriale alle imprese. Solo che estende la misura a tutte le infrastrutture energetiche. Dunque non solo a quelle per il trasporto del gas (proposta Amati) ma a tutte: grandi impianti a terra, off shore, infrastrutture di connessione elettrica. Sarebbe un modo per risarcire i pugliesi della presenza e della concentrazione sul territorio di un largo numero di infrastrutture e impianti.