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Edizione del 18/10/2022
Estratto da pag. 1
Scontro tra Pd e centristi sulle vice-presidenze delle Camere. Calenda: non parteciperemo al voto
Per il Pd si fannoi nomi di Nicola Zingaretti alla Camera e Anna Rossomando al Senato, i capigruppo potrebbero essere Valeria Valente al Senato e Anna...
"Se da qui a mercoledì non ci sono novità non parteciperemo al voto per le vicepresidenze di Camera e Senato perché una delle opposizioni è esclusa dall`accordo Pd-M5S, il che fa capire che sotto traccia un`intesa tra di loro su tutto c`è già. I dem non avendo più nessuna idea scelgono sulla base della consistenza elettorale. Dicono: i 5 Stelle hanno più voti andiamo con loro. Letta ormai ha scelto i 5 Stelle. Non ho più sentito nessuno neanche per le Regionali". Così Carlo Calenda, in un'intervista con il Corriere della Sera fotografa lo stato delle relazioni tra il Terzo polo e il Pd. Il clima è sempre più teso e non si vede all'orizzonte la possibilità di un fronte unico delle opposizioni per fronteggiare il prossimo governo di centrodestra. E se i leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, e quello di Forza Italia, Silvio Berlusconi hanno siglato nel faccia a faccia di ieri una sorta di tregua seppure armata, lo stesso non si può dire tra il centrosinistra e il cosiddetto Terzo polo. E il muro contro muro sulle vice-presidenze delle Camere ne è la prova. I centristi attaccano Pd e M5s, li accusano di avere già stretto un accordo e si dicono pronti a non partecipare al voto se non verrà lasciata una poltrona da vice-presidente ad un esponente di Azione-Iv. La minaccia, però, al momento non provoca nessun cedimento da parte dei democratici, che anzi replicano parlando di disinformazione da parte dei centristi. La questione è oggetto di scontro da giorni, Matteo Renzi ha cominciato a denunciare l'esclusione dei centristi dalle vice-presidenze già la scorsa settimana e oggi Carlo Calenda ha attaccato su Twitter: "Se Pd e M5s faranno l'accordo per spartirsi tutte le vice presidenze di Camera e Senato destinate all'opposizione noi non parteciperemo al voto. Se questo accordo si materializzerà, la scelta del Pd in termini di alleanze sarà evidente". Immediato il sostegno del leader di Iv: "Condivido", ha scritto subito Renzi. Dal Pd, però, la replica è ruvida. Francesco Boccia parla appunto di "falsificazione della realtà. Speriamo che Renzi si fermi qui perché sta dicendo cose false: i regolamenti di Camera e Senato garantiscono a tutte le opposizioni la presenza negli uffici di presidenza. Con i numeri che hanno potranno accedere alle cariche elettive negli uffici di presidenza, i questori e i segretari d'Aula. Se si pretende con il 4,5% di ottenere una vicepresidenza del Senato che andrebbe ai gruppi maggiori è un pò troppo. Quei numeri consentono di avere degli incarichi che non sono quelli dei vicepresidenti". L'unica possibile deroga a questo schema la indica Enrico Borghi: "Noi abbiamo due strade: una composizione politica oppure una composizione tecnica che tenga conto della dimensione numerica dei singoli gruppi". In altre parole - è il ragionamento - i numeri dicono che le vice-presidenze toccano a Pd e M5s, ma si potrebbe valutare di lasciarne una ai centristi nel quadro di un accordo politico, quel coordinamento delle opposizioni che Enrico Letta propone da settimane. Senza un accordo, al momento difficile da immaginare, ognuno andrà per conto proprio. I nomi, per il Pd, sono quelli che girano da giorni: in pole position ci sarebbero Nicola Zingaretti alla Camera e Anna Rossomando al Senato, ma il quadro va ancora definito perché si deve tenere conto anche dei capigruppo (potrebbero essere Valeria Valente al Senato e Anna Ascani alla Camera, se non verranno confermate le uscenti) e anche dei questori. Per i 5 stelle i nomi sarebbero quelli di Chiara Appendino alla Camera e di Stefano Patuanelli al Senato, ma anche in questo caso non c'è ancora una scelta definitiva.