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Edizione del 13/10/2022
Estratto da pag. 1
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Le Regioni si mettono di traverso contro il governo e respingono il criterio di ripartizione dei fondi, «comunque insufficienti», per le spese Covid e per quelle energetiche. Un tema che continua ad essere caldo, in Emilia-Romagna, dove la Lega e l’opposizione incalza la giunta Bonaccini, ma anche nel resto dell’Italia. La Regione stima di aver speso circa un miliardo di euro in tre anni per affrontare la pandemia. «Nessuna Regione deve essere chiamata a fare un piano di rientro e di riduzione della spesa sanitaria perché non vengono rimborsate le spese Covid e quelle energetiche», mette in chiaro l’assessore regionale alla Salute Raffaele Donini.
Il rigetto della propostaPartiamo dall’incontro a Roma di martedì 11 ottobre . Dopo quattro ore di discussione, la commissione nazionale Salute della Conferenza delle Regioni, coordinata dallo stesso Donini, ha rigettato a maggioranza la proposta che il governo aveva avanzato per il riparto dei fondi stanziati come rimborso delle spese Covid e dei costi energetici. Si tratta di 1,6 miliardi di euro, «assolutamente insufficienti», sottolinea Donini. I ministeri della Salute e del Tesoro vorrebbero ripartirli «in quota di accesso cioè in base alla popolazione residente». «È impensabile che non si possa fare di conto di quanto le Regioni abbiano effettivamente speso — incalza l’assessore —, è normale che noi che abbiamo 130 Case della comunità sulle 500 nazionali e che insieme alla Toscana facciamo il 50% di queste strutture in Italia, veniamo rimborsati delle spese energetiche in aumento attraverso il numero della popolazione? Pesiamo il 7,5% dell’Italia come popolazione ma molto di più come sanità pubblica. Su questo ci sono gli amministratori di Lega, Fdi e Pd, di destra e di sinistra e siamo tutti uniti».
Spesi 400 milioniIl rimborso delle spese per il Covid e ora per le bollette energetiche rischia di mandare in disavanzo il bilancio regionale. Nel 2020, ricorda Donini parlando all’agenzia Dire, la Regione ha stanziato 130 milioni di euro di risorse proprie per far fronte alla pandemia, a cui se ne sono aggiunti altri 250 di fondi europei per investimenti e sbloccati dall’allora governo Conte, che permise alle Regioni di utilizzarli per ripianare le spese sostenute per la pandemia. Nel 2021, poi, la Corte dei conti «ha certificato che il 58% delle spese Covid sono state coperte da risorse regionali— sottolinea l’assessore — parliamo di 400 milioni di euro». Per il 2022 la stima si aggira su cifre simili, anche perché la stagione invernale è alle porte e «la guardiamo con apprensione» sia per il Covid sia per il dispendio di energia. A conti fatti, dunque, si parla appunto di un miliardo di euro in tre anni spesi dalla sola Emilia-Romagna.
«La sanità pubblica abbia centralit໫Siamo consapevoli che lo Stato non è un bancomat — incalza Donini — ma da tempo chiediamo solo che sia riconosciuto un principio. Se una Regione sperpera le risorse e non garantisce i livelli di assistenza, è giusto che metta a posto i conti, ma nessuna Regione deve essere chiamata a fare un piano di rientro e di riduzione della spesa sanitaria, perché non vengono rimborsate le spese Covid e quelle energetiche». Del resto, conclude l’assessore, «il nostro mestiere è dare cura ai cittadini, garantire i livelli di assistenza, fare integrazione col sociale e recuperare le liste d’attesa, non dover ripianare costi che non ci vengono rimborsati dallo Stato». L’attesa ora si sposta sul nuovo governo. «Chiediamo che la sanità pubblica abbia centralità col nuovo governo e che ci si faccia carico fino in fondo delle responsabilità che uno Stato deve avere per mantenere il proprio sistema sanitario, senza addossare alle seppur robuste spalle delle Regioni questi costi esorbitanti».
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13 ottobre 2022 (modifica il 13 ottobre 2022 | 09:18)
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