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Edizione del 09/10/2022
Estratto da pag. 1
Pd, De Luca: "Io candidato alla segreteria? Mai limiti alla Provvidenza"
Il governatore della Campania in un''intervista a La Stampa attacca: "Ci siamo presentati senza identità, senza programmi e senza alleanze"
Il governatore della Campania in un'intervista a La Stampa attacca: "Ci siamo presentati senza identità, senza programmi e senza alleanze"

Vincenzo De Luca non esclude, a priori, una sua possibile candidatura per diventare segretario nazionale del Partito Democratico. In un’intervista a La Stampa, spiega: “Mai porre limiti alla provvidenza. Nel Pd deve essere permanente la spinta al rinnovamento politico, generazionale e di genere. Fermo restando che, alla fine, in un partito serio, si considerano le persone per quello che valgono, non per le appartenenze correntizie”.

In merito al risultato ottenuto dal Pd alle elezioni politiche, De Luca risponde: “Letta ha mostrato grande dignità e onestà politica nell’assumersi ogni responsabilità. Ma i problemi sono profondi e antichi. Ci siamo presentati senza identità, senza programmi e senza alleanze. Anni di illusioni sul “campo largo” (spero si cancelli questa espressione salottiera); presi in giro dai Cinquestelle su una riduzione dei parlamentari senza poi la riforma elettorale (un disastro); schiacciamento suicida sull’immagine dei vari governi; perdita di elementi identitari (il Sud scomparso, la parola pace cancellata…): io non mi meraviglio di quello che abbiamo perso; mi meraviglio di aver ricevuto il 19 per cento in queste condizioni”.

Non mancano gli affondi contro il partito. “Negli anni - tuona De Luca - il Pd ha assorbito il peggio delle grandi tradizioni politiche: il correntismo doroteo, fino a logiche tribali; il centralismo burocratico ottuso e indifferente ai territori e alla persona. Ha adottato un metodo di selezione “in negativo” (non la qualità, la militanza, il radicamento – ma la subalternità correntizia). Tutto questo va spazzato via. Mi auguro intanto che si trovi, almeno oggi, il coraggio di fare un percorso congressuale del tutto aperto, con primarie vere, senza ipoteche correntizie e guerre di tessere, e anche con modifiche regolamentari se necessario. Ma quella del Pd rimane una grande idea politica (in tempo di crisi delle ideologie), e una grande necessità per l’Italia: il Pd è l’unica forza che può realizzare un punto di equilibrio fra mondo del lavoro, povera gente, imprenditoria dinamica e ceti urbani moderni. L’unica che, per questo, può garantire tenuta sociale e unità del Paese”.

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