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Edizione del 09/10/2022
Estratto da pag. 1
Sanità, il salario accessorio è salvo. Donini: «Ma il governo adegui i fondi»
L’assessore dell’Emilia-Romagna: «Gli stipendi non sono a rischio». Ora i sindacati aspettano di vedere le carte
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La Regione prova a tranquillizzare i sindacati che nei giorni scorsi avevano lanciato un allarme sulle tempistiche dei fondi per la sanità e sull’effetto tagliola che potrebbe arrivare sul salario accessorio del personale. «Non c’è alcun rischio per i professionisti della sanità pubblica in Emilia-Romagna, né per i loro stipendi, né per il cosiddetto salario accessorio», dice l’assessore regionale Raffaele Donini, che però sottolinea potenziali difficoltà all’orizzonte se Roma non aumenterà il fondo della contrattazione integrativa proporzionalmente alla crescita dei dipendenti. Tiepida la reazione dei sindacati: «Fino a giovedì — sottolinea Gaetano Pesci della Fp-Cgil — non avevamo contezza delle somme per la cosiddetta sterilizzazione dei costi Covid. Se l’assessore ha posto in pagamento queste cifre bene, chiederemo una verifica alle aziende sanitarie».

Effetti negativiAd agitare il fronte sindacale erano stati i possibili effetti negativi delle spese Covid non ancora completamente ripianate (alcuni milioni di euro tra Ausl e Sant’Orsola) sul pagamento al personale sanitario del salario accessorio, cioè la quota aggiuntiva rispetto allo stipendio riconosciuto dal contratto collettivo, legata sia alle condizioni di disagio che al raggiungimento di particolari obiettivi. Dopo l’allarme lanciato qualche giorno fa dai sindacati, ieri è intervenuta Viale Aldo Moro assicurando che non ci saranno decurtazioni. «La giunta regionale — assicura Donini — ha già assegnato alle aziende sanitarie le risorse necessarie e collegate ai decreti emergenziali, nonché stanziato risorse per il finanziamento delle prestazioni aggiuntive, in particolare per l’abbattimento delle liste di attesa, rese dal personale».

Attenzione al governoEsiste però un problema, sottolinea l’assessore regionale alla Sanità, che in futuro potrebbe mettere a rischio i pagamenti del salario accessorio. Un nodo che, ci tiene a ricordare Donini, «in veste coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni ho posto all’attenzione del governo in più di una occasione». Si tratta dell’ammontare complessivo del salario accessorio, il cui tetto è previsto direttamente dal governo. «Se nelle regioni come la nostra cresce il numero dei dipendenti, ma non cresce in maniera proporzionale il fondo della contrattazione integrativa che alimenta queste retribuzioni, è chiaro — sottolinea l’assessore — che la quota di salario accessorio medio disponibile da un anno all’altro può diminuire».

«Pronti a intervenire sul bilancio»Bisogna bussare alla porta del governo che verrà, è il messaggio di Viale Aldo Moro, per rivedere quel tetto e fornire alle Regioni strumenti e risorse per continuare a garantire almeno gli stessi livelli di salario accessorio a fronte della crescita del personale: «L’Emilia-Romagna, se il governo gli darà gli strumenti per farlo, è pronta a intervenire sul proprio bilancio per assicurare le somme necessarie». Anche perché i numeri sono cresciuti eccome lungo la Via Emilia con il 125% del turnover assicurato per il personale medico dal 2019 e oltre 3.350 assunzioni a tempo indeterminato di medici, di cui oltre 2.300 effettuate dall’inizio della pandemia.

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9 ottobre 2022 (modifica il 9 ottobre 2022 | 08:37)

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