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Edizione del 06/10/2022
Estratto da pag. 1
Con Conte o senza. La direzione del Pd alla sfida finale, ma il vero tema è il M5S. Letta: “Abbiamo cambiato in meglio la storia del Paese. Siamo gli unici alternativi alla destra” - La Provincia Pavese
Dopo le elezioni 2022, segui le ultime news sulla formazione del nuovo Governo Meloni. La direzione del Pd alla sfida finale, il vero tema è il M5S di Conte
Si apre oggi la direzione del Pd, la prima delle quattro fasi che a febbraio-marzo porterà al congresso. C’è attesa per il discorso di apertura del segretario Enrico Letta, che verrà seguita dal dibattito e da una contro replica di Letta. Verranno ricordati i punti del percorso del congresso elencati nella lettera agli iscritti (chiamata, nodi, discussione e primarie) e farà un'analisi del contesto nazionale e internazionale: guerra, crisi energetica, tensioni dentro l'Unione europea. Letta ribadirà poi la necessità di una opposizione convinta e determinata. Al centro però il nodo alleanze, con il Pd con due piedi in due staffe: quella rappresentata dal Terzo polo e quella rappresentata dalla ricostruzione del campo largo con il M5s. La direzione sarà la prima tappa della discussione sul percorso del congresso. Non mancano in queste ore gli appelli degli esponenti dem. Per Andrea Orlando la discussione deve avere come tema centrale «la partecipazione», mentre per Fabrizio Barca le elezioni sono state perse «perché da molto tempo non dà la sensazione di credere che sia davvero possibile cambiare radicalmente le cose e aumentare la giustizia». Dopo la vasta gamma di nomi scesi in campo per il post Letta, da Paola De Micheli al sindaco di Pesaro Ricci, sembra che il grosso di Base Riformista, la corrente ex renziana guidata da Guerini, abbia intenzione di sostenere Stefano Bonaccini. Anche il futuro dei prossimi gruppi parlamentari è da decidere: alcuni vorrebbero «una donna» come capogruppi delle delegazioni a Montecitorio e a Palazzo Madama, tra cui Simona Bonafè e Anna Ascani, insediate da Nicola Zingaretti, per il ruolo di capogruppo alla Camera. Rosy  Bindi, invece, insieme ad altri intellettuali d’area dem, ha proposto lo scioglimento del partito del largo del Nazareno. Il caso – Pd, scontro sulle primarie e sul leader. Bonaccini: “Tempi rapidi per il congresso”L’intervista – Provenzano: “Il Pd deve guarire dal governismo e costruire una vera alternativa”Il commento – Il destino del Pd e le colpe dei suoi leaderAggiornamento ora per ora10.21 – 10.20 – Letta: “Siamo gli unici alternativi alla destra” «Siamo gli unici ad aver fatto elezioni in alternativa alla destra, tutti gli altri hanno fatto elezioni in alternativa a noi. Noi siamo gli unici ad aver costruito un progetto alternativo alla destra». Lo ha detto il segretario pd, Enrico Letta, in direzione. «Gli elettori ci chiedono di costruire mandato alternativo alla destra»10.16 – Letta: “Il Pd è stato un successo per il Paese” «Quindici anni fa nasceva il Pd, un momento di grande importanza dal punto di vista politico, per tutti noi. Dobbiamo partire dal quel riferimento per dirci con chiarezza se e come quel momento di partenza ha cambiato la storia del nostro paese e che giudizio ne diamo e dirci cosa vogliamo fare per il futuro. Io credo che sia stato un successo far nascere il Pd, e' stato e sara' una storia positiva per il Paese». Lo ha detto il segretario pd, Enrico Letta, in direzione.10.15 – Letta: “Parliamoci con linguaggio di verità” «Oggi siamo in un appuntamento molto importante per tutti noi, siamo qui con grande senso di impegno e responsabilita' Il linguaggio di verità è quello con cui dobbiamo parlarci tutti, senza infingimenti». Lo ha detto il segretario Pd, Enrico Letta, in direzione.10.07 – Calenda: “Il Pd deve decidere: o noi o i populisti” «Al Pd dico di decidere cosa fare. Ci sono due linee: quella riformista e quella populista. Se scegliete quella riformista parlate con noi, altrimenti andate con Conte, ma decidete». Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Start su Sky tg2410.02 – È iniziata la direzione del Partito Democratico A dare il via ai lavori costituenti è il segretario Enrico Letta10.00 – Calenda: “Fioccano candidati a segreteria. Fa ridere” Tanti candidati alla segreteria del Pd è una cosa che fa ridere, non è una roba seria tutti questi nomi che fioccano il giorno dopo che Letta ha annunciato che lascerà". Così Carlo Calenda, leader di Azione, intervistato a Start su Sky Tg24. "E' inutile continuare questa storia
della sinistra che si prende Fratoianni e Bonelli ma non ci fa un governo, è un teatro che ha sempre lo stesso esito". Il dialogo col Pd "è possibile certo, ma a partire da un elemento di chiarezza: il campo largo non esiste, ma non perché non ci piacciono i 5S ma perché non si governa così: il messaggio che ha dato Conte, ovvero che il Sud può trovare una via di fuga attraverso i sussidi, è drammatico09.55 – Rosy Bindi: “Niente gattopardi serve rifondazione vera” «La parola è stata presa in senso letterale ma il significato vero corrisponde a quello che in molti hanno detto in questi giorni: rifondazione, ricostruzione, non liquefazione». Rosy Bindi, in un'intervista a Qn, precisa così il senso delle sue parole quando ha parlato di scioglimento del Pd. «Ora – aggiunge – se il Partito democratico, che è la forza politica frutto delle grandi culture popolari del Paese, non si intesta un impegno per la ricostruzione di un campo di sinistra, finisce per diventare un blocco. A questo sono interessata, non certo alla distruzione di quella storia». Cambiare nome e simbolo? «Sono le classiche operazioni gattopardesche – sottolinea l'ex presidente del Partito Democratico – . Cambiare tutto per non cambiare niente. Quello che conta, invece, è la sostanza, il progetto, lo statuto, il programma le regole congressuali». Bindi vede come "interlocutori" anche i 5Stelle, «perché anche loro sono approdati al campo della sinistra. Ma non possono rivendicare di essere i rappresentanti del progressismo italiano da soli». E aggiunge: «So già che al progetto che immagino io Renzi e Calenda non parteciperanno, ma li invito con molta convinzione a partecipare all'opposizione senza cedimenti verso la destra»09.53 – Calenda: “Pd partito del ‘ma anche’. No al campo largo” «Le direzioni del Pd sono sempre all'insegna del 'Ma anche': quel partito cerca di mantenere dentro tutto e finisce che non ci sia una linea. L'opposizione è una grande opportunità ma nel Pd non ci sono idee se non la discussione dei soliti cinque». Lo dice Carlo Calenda di Azione a SkyTg24. «Il campo largo che Bonaccini vuole con noi non ci sarà: se lo scordi. Si parla a partire da un elemento di chiarezza che però non c'è», conclude. «Il Pd decidesse cosa vuole essere e poi ci farà sapere se vuole essere riformista o populista»09.34 – Lombardi (M5s): “Asse con Pd? Modello Lazio ha dato suoi frutti” «La nostra idea non è di lavorare insieme per battere qualcuno, ma a favore dei cittadini. Abbiamo dimostrato che quando le forze politiche, nonostante le differenze, hanno come obiettivo comune il lavoro di qualità si producono risultati». Roberta Lombardi (M5s), assessora regionale alla Transizione ecologica, al Corriere della Sera sottolinea come in Regione Lazio il modello che tiene assieme Pd, M5s e Azione abbia funzionato. La candidatura unitaria per le prossime regionali? «Adesso è prematuro parlarne – premette –  ma semmai dovessero verificarsi le condizioni per un campo largo progressista, dovrà essere una candidatura unitaria e inclusiva di tutte le componenti della coalizione. Ma al momento mi sembra uno scenario improbabile». Le valutazioni, aggiunge, «dovranno partire dalle peculiarità dei territori per essere integrate nel quadro nazionale»; è stato fatto di Letta «l'unico capro espiatorio e, dal giorno dopo, sono partite le dichiarazioni d'amore nei nostri confronti», ma «questi calcoli non ci appartengono», «ci interessa la presa di coscienza di una parte del partito e della base stessa del centrosinistra che invece vuole investire su un progetto con noi perché ha una visione del territorio simile alla nostra»09.10 – Barca: “Ha bisogno di radicalismo. I 5S devono essere parte di un progetto di alternativa” Il Pd ha perso le elezioni «perché da molto tempo non dà la sensazione di credere che sia davvero possibile cambiare radicalmente le cose e aumentare la giustizia. Perché in questa campagna elettorale, in mezzo a grandi angosce, questo aspetto è stato molto più forte e sentito». È la lettura – in un'intervista al Fatto Quotidiano – di Fabrizio Barca, ex ministro
oggi impegnato nel Forum Disuguaglianze e Diversità. «Penso, con Rosy Bindi, che nel Pd ci sia un vizio di nascita, che in realtà deriva dal pentitismo che ha segnato il modo in cui hanno chiuso bottega Dc, Pci, Psi e Pri», quando l'incontro di forze, che «andava avanti da tempo con un proficuo lavoro nel Paese e nel Parlamento, è stato tradotto in un partito unico, si sono messi da parte valori e visioni, lasciandosi contaminare dalla cultura neolib egemone». Barca ritiene che l'appello a sciogliersi e ricominciare da capo «scuote, e dice due cose molto giuste su Pd e M5s. L'uno che avrebbe un vizio originario e l'altro che ha un'identità perlomeno volubile e li invita a un confronto forte di idee». «Non è chiaro in quel documento, né peraltro a tutti noi, quale sia il luogo esterno alternativo a queste formazioni in cui realizzare quello che il Forum Diseguaglianze e Diversità chiama 'il partito della giustizia ambientale e sociale' che non c'è». Il M5s è un interlocutore del partito che immagina? «Certo che lo è», risponde09.00 – Pd: oggi direzione, obiettivo congresso entro febbraio-marzo Un congresso costituente: è quanto proporrà il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, alla direzione che si riunisce oggi alle 10. Si tratta della prima tappa di una discussione politica che, nelle intenzioni del leader dem, servirà a definire insieme a tutto il partito il percorso che dovrà portare al congresso. Un appuntamento che lo stesso segretario ha fissato dopo un risultato elettorale deludente, ma "non drammatico", come hanno ripetuto anche nelle ultime ore i big del partito impegnati a respingere le sirene che evocano lo scioglimento del partito. Perché, con quasi il 20 per cento dei consensi, i dem sono pur sempre la seconda forza parlamentare, dopo Fratelli d'Italia, e la prima dell'opposizione davanti ai Cinque Stelle. Quest'ultimo non può e non deve essere un appuntamento ordinario, ma una vera occasione costituente. Da qui, dunque, si deve ripartire per il segretario Letta che nella relazione al parlamentino dem, oltre alla proposta del percorso cosi' come abbozzata nella lettera agli iscritti di venerdì, offrirà anche alcuni punti di analisi del voto e soprattutto il quadro generale esterno al Pd. Il calendario parlamentare dice, però, che la priorità è organizzare l'opposizione. Letta ricorderà che dopo un decennio di governo ininterrotto, fatta eccezione per la parentesi del Conte 1, al Pd compete il dovere di indossare gli abiti dell'opposizione e di farlo nel modo più convinto e determinato possibile. Quanto sta già avvenendo non depone bene: il segretario è convinto che il caos nel centrodestra sia solo il preludio delle divisioni che scandiranno la vita del governo Meloni. Questo ruolo di opposizione il Pd dovrà impararlo a svolgere in fretta e contemporaneamente al lavoro "costituente" al suo interno. Letta è consapevole che il lavoro richieda del tempo, ma è altrettanto certo che il partito non può permettersi di arrivare alle calende greche. L'obiettivo, dunque, è chiudere tra febbrai e marzo 2023. Una necessità, quella di affrettare i tempi, dettata anche dalle scadenze elettorali, come l'appuntamento con le regionali in Friuli Venezia Giulia e Lombardia. C'è, poi, la componente di Base Riformista, che sostiene la corsa al Nazareno - non ancora ufficializzata - di Stefano Bonaccini, a spingere perché "non si allunghi il brodo". Di tempo, invece, Letta ne lascerà oggi: alla sua relazione seguirà un dibattito ampio che il segretario auspica possa essere «il più serio e approfondito possibile». Alla fine, come di consueto, la replica e la votazione dei membri della direzione.

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