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Edizione del 30/09/2022
Estratto da pag. 1
ITALIANI ALL`ESTERO - CONGRESSO FILEF - CICALO` (PRES. FERNANDO SANTI): "IV CONFERENZA MONDIALE EMIGRAZIONE. AGEVOLARE VOTO SU COLLEGI NAZIONALI O SUPERAMENTO CIRCOSCRIZIONE ESTERO
"Convocare la quarta Conferenza mondiale dell’Emigrazione. Consentire eagevolare il voto nei collegi nazionali o prendere seriamente in considerazionel’idea di superare la Circoscrizione esteri " e' in estrema sintesi quantodichiarato dal Presidente dell'Istituto Fernando Santi, Pierpaolo Cicalo' intervenendo all'XI° Congresso della Filef"Gli esiti del voto recente hanno determinato una situazione solo qualche annofa inimmaginabile" ha fatto presente Cicalò. "Un esito, negativo per il mondodel lavoro e per il paese, che ci spinge a riflettere ulteriormente sulleprospettive attuali del nostro associazionismo in un quadro istituzionale,anche prima, poco o nulla portato a farsi carico delle problematiche deimigranti, delle persone che emigrano"."Conosciamo l’impostazione, tutta retorica, della destra sull’emigrazione.Possiamo immaginare quanto ancor più difficile sarà trovare nelle istituzioniascolto per quanto da anni rivendicato"."Al riguardo- ha proseguito - intendo fare alcune considerazioni andando almerito solo di alcune questioni. Per questo mi consentirete un salutodell’Istituto Fernando Santi che non sarà rituale, formale, ma che intendeessere un contributo al dibattito da voi avviato già dall’anno scorso."Ebbene "Come Filef e Istituto Fernando Santi abbiamo sempre considerato ilpluralismo nel mondo associativo e l’autonomia della rappresentanza socialedalle forze politiche e dalle istituzioni un punto fermo.Abbiamo visto che quando si è persa di vista questa scelta le associazioni sisono sovente trasformate in avamposti di partito all’estero con una commistionedi ruoli che hanno indebolito l’azione per le finalità associative a vantaggiodi unruolo di tramite della rappresentanza politica. Un collateralismo fuori tempoche ha fatto perdere credibilità alle associazioni e ha prodotto disaffezione,crisi della partecipazione, astensione massiva dal voto.""Siamo chiari: non si tratta di essere apolidi, neutri. Al contrario è beneessere coerenti con la storia dalla quale si proviene- e la nostra storia èquella del mondo del lavoro in emigrazione e delle sue organizzazioni-restando, credibili come associazionismo di rappresentanza dell’emigrazioneitaliana e oggi, soprattutto, impegnati ad esserlo dei giovani in emigrazione"."Il voto all’estero non è quello che avrebbe potuto essere. Se percorriamo aritroso la vicenda non entusiasmante da molti punti di vista delle elezioninella circoscrizione estero, troviamo conferme delle inadeguatezze di taleesercizio del diritto-dovere rispetto ai requisiti che la Costituzione impone.Sul voto all’estero si sofferma il documento base del congresso Filef oggi insvolgimento richiamando anche, tra l’altro, l’esigenza di modifiche allaL.459. A me par, che l’esperienza del voto all’estero come lo conosciamo,abbia fatto il suotempo per molteplici ragioni. Anche da ultimo si sono evidenziate ripetutefalle nel sistema tali che sarebbe opportuno resettare la soluzione comeavanzata allora da Tremaglia, consentire e agevolare il voto nei colleginazionali o prendere seriamente in considerazione l’idea di superare lacircoscrizione estero in sé."Ed ancora "Il nostro recente documento FIEI in vista delle elezioni pone inmodo aperto la problematica dei possibili cambiamenti del voto all’estero. Lofa anche alla luce della crescita forte del numero di nuovi emigrati e tenutocontodelle molteplici conseguenze negative del taglio improvvido del numero deirappresentanti in parlamento.Noi pensiamo che, l’associazionismo, storicamente la rappresentanza sociale èquella che a lungo ha tenuto collegate l’Italia con l’altra Italia fuori daiconfini. Vanno poste nella realtà attuale le condizioni per un suo protagonismoforte. Il che può avvenire rinnovando il modo di essere e di operare.Le associazioni hanno la responsabilità, all’estero, di dare continuità dirapporti e relazioni con il paese d’origine ma anche di essere insieme a chiemigra in Italia agendo, come ricorda il vostro documento “per accogliere esoprattutto pienamente integrare i migranti”."Per poter più efficacemente intervenire anche noi rit
eniamo che le formedell’organizzazione dell’associazionismo, e delle singole associazioni,l’articolazione delle tradizionali associazioni nazionali debbano produrre unsuperamento del loro modo di essere.La messa in rete delle diverse forme esistenti ( associazioni, gruppi dicollegamento on line, forme di aiuto-aiuto ecc), ivi comprese quelle cui dannovita le nuove generazioni della più recente emigrazione nei paesi diaccoglienza, sono l’evidenza di un cambiamento in atto del modo di radicarsidelle persone nelle comunità degli italiani all’estero. Di ciò dobbiamo tenerneconto.Pensiamo inoltre che la FIEI la federazione che insieme abbiamo costituitooltre 20 anni or sono possa essere un effettivo nucleo proattivo, di stimoloper la riqualificazione ed il potenziamento di tutto il FAIM nel senso non diunasommatoria di singole presenze associative ma di una funzionale effettiva retepartecipata più ampia la cui azione collettiva democratica di sostegno eaffiancamento sia rivolta agli emigrati come agli immigrati in Italia.Il quadro politico che ha espresso il prossimo parlamento non ha contribuitoall’instaurarsi di politiche per l’emigrazione italiana e per la tutela dellavoro italiano all’estero come previsto dalla Costituzione.Questa grave responsabilità e condivisa con il parlamento e i governiprecedenti.Il lavoro fatto in continuità dalla CNE e dal FAIM e che in qualche misura si èriversato nelle risultanze della Conferenza Stato Regioni CGIE costituiscemateria di approfondimento molto utile da innovare e sistematizzare con losvolgimento della 4 Conferenza mondiale dell’emigrazione.Sono convinto per il ruolo responsabile e propositivo che le nostreassociazioni costituenti la FIEI hanno avuto negli anni a partire dalla 1Conferenza dell’emigrazione italiana e poi nella CNE e nel fondare il FAIM, cheuno dei nostri primi impegni debba essere rivolto al governo e al parlamento.Ad essi va avanzata la richiesta di una Conferenza mondiale dell’emigrazioneche va preparata e svolta con partecipazione piena di tutti i soggettiprotagonisti del mondo dell’emigrazione.Avete scritto: “Non possiamo cambiare il passato ma possiamo lavorare insiemeper orientare il futuro” Sono certo che possiamo farlo, a partire dai tantitemi condivisi, nell’interesse delle persone emigrate....Pierpaolo Cicalò, presidente dell’Istituto Fernando Santi.(30/09/2022-ITL/ITNET)