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Edizione del 29/09/2022
Estratto da pag. 1
De Luca e il Ps, l’oppositore Del Basso De Caro: «Parla delle colpe degli altri, ma lui è il primo responsabile»
Ha rinunciato alla ricandidatura in polemica con le scelte politiche del Pd. Ora si definisce «il capo del Comitato di liberazione da De Luca»
l’intervista

Mezzogiorno, 29 settembre 2022 - 07:49

De Luca e il Ps, l’oppositore Del Basso De Caro: «Parla delle colpe degli altri, ma lui è il primo responsabile»

Ha rinunciato alla ricandidatura in polemica con le scelte politiche del Pd. Ora si definisce «il capo del Comitato di liberazione da De Luca»

di A. A.

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Umberto Del Basso De Caro, beneventano, penalista, deputato uscente, ex sottosegretario ai Trasporti, ha rinunciato alla ricandidatura in polemica con le scelte politiche del Pd. Ora si definisce «il capo del Comitato di liberazione da De Luca». Ce l’ha proprio contro il presidente della Regione?



«Mah, fa una nota come se lui vivesse altrove. L’accordo con Letta sulle candidature lo ha fatto lui. Trascuro quanto ha ripetuto nelle sue omelie del venerdì contro lo stesso segretario, il Governo, Speranza, le anime morte del Pd. Ma mi chiedo: ci fa o ci è? Annunziata segretario regionale del Pd chi lo ha voluto? Io o lui?».Ed allora?

«Allora guardiamo i risultati. Alle elezioni politiche del 2018, negli uninominali il Pd fu battuto 33 a 0. Poi il campo largo delle Regionali ha premiato lui, De Luca, mentre la rappresentanza in consiglio è passata da 16 ad 8. Ora, senza campo largo, ha fatto esporre ad una pessima figura Bonavitacola, Cascone e D’Amelio. Chi ha vinto? Solo lui, ovvero il figlio. E sa perché?». Perché?

«Nel patto con Letta c’era anche questo: salvare il soldato Piero».Ma la sua nota-appello a cosa mira?

«Beh, il giovane Vincenzo De Luca vuole essere della partita nazionale. Si sente in forze e punta alla segreteria. O forse vorrà trattare sul suo terzo mandato». Però, a leggere i nomi dei probabili candidati, nemmeno si può pensare che il Pd sia una questione emiliano-marchigiana.

«Non c’è una questione territoriale, ma di identità del partito che va azzerata e ricostruita. Presto ci ritroveremo con le Opa lanciate dal duo Calenda-Renzi o da Giuseppe Conte. E saranno altri guai. Già abbiamo perso molti pezzi».

Lei perché, pur indicato dalla base, ha rinunciato a ricandidarsi alle Politiche?

«Sannio e Irpinia sono rimasti senza rappresentanza pd. Ma io sono di un’altra schiatta, non cerco strapuntini. Per mia fortuna vivo del mio lavoro e ciò mi ha sempre reso autonomo nei giudizi. Sì, ero per il campo largo. Non l’hanno voluto fare perché poi sarebbero venute meno le condizioni per sistemare e blindare i candidati di De Luca, Letta ed Orlando».

Beh, non poteva concorrere lo stesso nell’uninominale di Benevento e di Avellino?

«Senza campo largo dove sarei finito? Occorre intuire in tempo se ti mettono davanti ad una opportunità o ad una trappola».

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29 settembre 2022 | 07:49

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