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Dir. Resp.
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Edizione del 28/09/2022
Estratto da pag. 1
La Lega chiede la testa di Salvini, ma da via Bellerio lo rilanciano. Da Re e Bitonci litigano in tv
Partiamo dai fatti. La Lega ha ottenuto un risultato complessivo deludente, ma sarà forza di governo. In Veneto, peggio ancora a Padova, ha avuto un tracollo che ha favorito Fratelli d'Italia. Tutti, chi più chi meno, lo hanno ammesso. Da Salvini in giù, fino a Luca Zaia. Poi c'è chi non ne fa un dramma, credendo in un recupero nei prossimi anni, dove da Roma La Lega potrebbe ottenere dei risultati. E chi, invece, chiede la testa di Salvini e via via dei suoi “colonnelli”. La foto che pubblichiamo è emblematica, perché scattata nella sede che fu della Lega a sostegno di Francesco Peghin sindaco, da cui forse è iniziato il declino del partito a Padova. Padova, dove addirittura regna ancora il Pd come primo partito. E' chiusa a chiave, ma è ancora visibile all'interno, dove insieme alle bandiere c'è un panino lasciato a metà e un bicchiere di vino appena sorseggiato. Segno di sconfitta, di abbandono nave.
Congressi
Ieri c'è stato il congresso federale a Milano, da dove però è sembrata emergere rinnovata fiducia in Salvini: «La Lega potrà recuperare il consenso grazie ai risultati che otterrà nel governo di centrodestra e Matteo Salvini avrà un ruolo fondamentale - si legge nella nota ufficiale - ripartendo anche dall’ascolto del territorio e dalla valorizzazione dei tanti amministratori a partire dai governatori». Questo è emerso ufficialmente dopo la riunione di quasi 4 ore in via Bellerio a Milano, a cui ha partecipato anche il presidente della Regione, Luca Zaia. Tra le priorità del partito: provvedimenti contro il caro-bollette, autonomia regionale e Quota41. In particolare, la Lega chiederà di inserire il tema dell’autonomia nel primo Consiglio dei Ministri. La settimana prossima ci sarà un altro consiglio federale per costruire insieme il governo di centrodestra. Al vertice hanno partecipato anche, tra gli altri, Giancarlo Giorgetti, i vicesegretari Andrea Crippa e Lorenzo Fontana, i capigruppo Riccardo Molinari, Massimiliano Romeo, Marco Zanni e i governatori Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga, Maurizio Fugatti.
La lite in tv tra Bitonci e Da Re
Al congresso federale però non hanno partecipato molti dei protagonisti delle ultime ore, che contro il partito hanno avuto molto da dire. A cominciare dall'assessore regionale Roberto "bulldog" Marcato, che ha parlato di «disastro annunciato», all'europarlamentare Toni Da Re, che ha chiesto le dimissioni dei “capitano”, prima di litigare in diretta tv, durante la trasmissione Focus, con Massimo Bitonci, accusato da lui e dalla fazione che lo sostiene, di aver calato dall'alto tutte le scelte dell'ultimo anno. Un litigio tra due storici della Lega, fondatori del partito in Veneto, che lascia intendere quanta tensione ci sia nel Carroccio. Una vivace discussione quasi tra moglie e marito arrivati ai ferri corti, indice dell'attaccamento al partito, ma anche della distanza che c'è tra chi sopravviverà comunque e chi no. «Tu mi hai insegnato che i problemi interni si risolvono dentro il partito e non rilasciando interviste ai giornali» l'accusa dell'ex sindaco di Padova, oggi rieletto per la terza volta a Roma. «Sono anni che chiedo un incontro a Salvini, ma non me lo concede, così come a nessuno degli storici. Avete solamente pensato a tutelare i vostri posti a Roma». Nè vincitori, nè vinti, toni alti a parte. Ma non è finita qui. C'è tutta una fila dei cosiddetti "amministratori" della provincia che chiede di ripartire da qualcuno che non sia Salvini.