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Edizione del 26/09/2022
Estratto da pag. 1
Dislessia, sono in aumento i casi
Nel 2021 la Neuropsichiatria infantile dell’Asst ha certificato 240 casi. Ad agosto di quest’anno già 193
CREMONA - Sono sempre di più, hanno difficoltà a leggere, scrivere e far di calcolo, sono i ragazzi con i «Disturbi specifici dell’apprendimento»: dislessici, disgrafici, discalculici, ovvero che faticano a leggere, scrivere e far di calcolo, senza avere ritardi cognitivi. A scuola vengono aiutati con strategie compensative: verifiche più brevi, libri con caratteri ingranditi e trattazioni sintetiche. Il fenomeno è in costante crescita, così come crescono le certificazioni affidate all’Asst e all’Unione operativa di Neuropsichiatria Infantile, ma anche a altri punti di diagnosi come il Gruppo Gamma. Un punto di osservazione importante — per quanto parziale — è senza dubbio il servizio di Neuropsichiatria infantile dell’Asst. Il dato del 2021 registra un totale di 240 diagnosi divisi su Cremona, Soresina e Casalmaggiore. Le certificazioni ad agosto di quest’anno erano già 193 di cui 126 a Cremona, 33 a Soresina e 34 a Casalmaggiore.

«Nel 2021 il totale di richieste di diagnosi di disturbi dell’apprendimento sono state 240, il dato tiene conto delle sedi di Cremona, del polo di Soresina e Casalmaggiore – spiega Maria Teresa Giarelli Moreschi, direttore dell’Unità operativa complessa di Neuropsichiatria infantile dell’Asst Cremona-. Pensiamo soltanto che nel 2019 pre pandemia si erano prenotati da noi molti meno soggetti, ossia 177. E questi sono solo i minori che si sono rivolti a noi, ma gli alunni accedono anche ad un altro centro di riferimento che è il Gamma. Un dato significativo nazionale, descritto nel 2019 dalla Conferenza Stato regioni, può essere quello che in nessuna altra area della medicina si è assistito ad un aumento degli accessi ai servizi così rilevante, che in meno di dieci anni ha portato quasi al raddoppio degli utenti seguiti nei servizi di NPIA e ad una prevalenza trattata quattro volte superiore a quella dei servizi di salute mentale adulti; otto volte superiore a quella dei servizi per le dipendenze patologiche; 20 volte superiore a quella dell’area psicologica dei consultori».

Maria Teresa Giarelli Moreschi, direttore dell’Unità operativa complessa di Neuropsichiatria infantile dell’Asst Cremona

Il dato di aumento esponenziale delle richieste di valutazione si conferma anche a Cremona per tutte le patologie neuropsichiche, ed anche per i disturbi di apprendimento.

«I dati però ci fotografano anche un fenomeno che, al di là dei numeri, ci racconta di una maggiore attenzione nei confronti delle difficoltà di apprendimento – continua – Le segnalazioni arrivano dalla scuola per la maggior parte, dalle famiglie in accesso diretto ed anche dai pediatri di famiglia . I problemi legati all’apprendimento vengono registrati, per la maggior parte dei casi, nel corso della primaria, residuali sono invece le certificazioni avviate alle superiori. L’età media in cui si arriva alla diagnosi di disturbo di apprendimento è di 9 anni e la tendenza è quella di abbassare l’età della diagnosi a 8 anni , se l’accesso risulta maggiormente precoce».

Prendendo in considerazione i dati cittadini che riflettono poi quelli degli altri due poli di Soresina e Casalmaggiore si osserva come la segnalazione di problemi arrivi in primis dalla scuola, poi dalla famiglia. I disturbi dell’apprendimento vengono rilevati soprattutto alla primaria, per la maggior parte, pochi sono i casi in cui la diagnosi arriva quando lo studente è alle superiori.

«I dati raccontano anche che tra chi avverte le difficoltà scolastiche , e si rivolge al servizio per una certificazione, risulta poi il 30% dei casi affetto davvero da da un disturbo di neurosviluppo specifico di apprendimento da certificare, in un soggetto intelligente, come dislessia e, o disgrafia e, o discalculia — prosegue Giarelli —. Ma si rileva anche un 20% di casi aspecifici di difficoltà di apprendimento, legati ad esempio a disabilità intellettiva, disturbi sensoriali di vista e udito, disturbi neurologici, malattie organiche ad esempio della tiroide, sindromi genetiche come la sindrome di Down, disturbi psicopatologic
i come ansia e depressione».

Ma dai dati registrati dall’Unità operativa di Neuropsichiatria c’è un aspetto non indifferente che Giarelli non manca di sottolineare: «Si osserva un 40% con difficoltà scolastiche conseguenti a svantaggi socioculturali o ad altri disturbi di neurosviluppo quali i deficit di attenzione o i disturbi di linguaggio o l’autismo o il disturbo di coordinazione. Non manca poi nei nostri dati un 10% di accessi con difficoltà scolastiche pur senza avere alcun disturbo, se non la poca voglia di studiare».

E proprio in merito alle motivazioni legate alle difficoltà nello studio, la primaria dell’Unità operativa di Neuropsichiatria mette in evidenza come sia importante il cambio di marcia e di consapevolezza nei confronti dei disturbi specifici dell’apprendimento: «Ricordiamo che i soggetti con disturbo di neurosviluppo specifico di apprendimento, presenti nel 30% dei nostri accessi con difficoltà scolastiche, venivano facilmente confusi, nei decenni precedenti alla legge 170 del 2010, proprio con quei soggetti senza nessun disturbo, che non avevano voglia di studiare — osserva con grande lucidità Giarelli —. Il mancato riconoscimento del disturbo produceva però inevitabili conseguenze emotive , ormai per fortuna sempre più scongiurate , proprio grazie alla legge 170\2010,che ha consentito di certificare il disturbo specifico di neurosviluppo dell’apprendimento, per ottenere tutte le necessarie facilitazioni per questi alunni, in tutti gli ordini e gradi scolastici fino alla laurea e master».

Insegnanti di sostegno, permane l’emergenza relativa agli incarichi

Ad invitare a non abbassare la guardia sugli incarichi sono i sindacati provinciali della scuola