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Edizione del 22/09/2022
Estratto da pag. 1
Intervista a Lopalco, l’appello al popolo di sinistra per evitare l’astensione: “Diseguaglianza di risorse fra la sanità pugliese e quella del nord: a Roma si può cambiare”
LECCE - Il professore Pierluigi Lopalco fa parte della cerchia, sempre più ristretta, dei “cervelli in fuga di ritorno”. Ha studiato al nord, è diventato uno
LECCE – Il professore Pierluigi Lopalco fa parte della cerchia, sempre più ristretta, dei “cervelli in fuga di ritorno”. Ha studiato al nord, è diventato uno stimato accademico ed epidemiologo e oggi ritorna al sud, nel suo Salento, grazie alla politica. Durante la pandemia è stato consultato come un guru da tutti i più importanti giornali nazionali, poi il governatore pugliese, Michele Emiliano, lo ha scelto come assessore alla Sanità. Dopo aver dato le dimissioni dall’Assessorato e aver aderito ad Articolo 1, il professore si confronta con la difficile sfida delle politiche, nel collegio senatoriale di Lecce, con una breve campagna elettorale estiva.Professore, si sente sempre un epidemiologo prestato alla politica, oppure questo è l’inizio di una nuova fase della sua vita?Link Sponsorizzato

“Prima che epidemiologo, sono un professore di igiene e sanità pubblica. Questa esperienza politica, per me, rappresenta una sorta di espansione della mia attività professionale. Un po’ come passare dalla teoria alla pratica. La mia esperienza di assessore alla sanità è stata davvero una occasione imperdibile per mettere a frutto la mia esperienza professionale al servizio della mia comunità. Il salto ad un livello legislativo nazionale si pone proprio in questa direzione”.Da Roma in che modo si può cambiare la sanità pugliese? Ci sono ancora diseguaglianze economiche e di risorse umane tra la sanità del nord e quella del sud da combattere?Link Sponsorizzato

 “La diseguaglianza di risorse fra la sanità pugliese e quella delle regioni del nord è evidentissima, soprattutto in termini di personale sanitario. Essa è frutto di decenni di politiche che hanno di fatto impedito alle regioni del sud di colmare un divario storico che affonda le radici ai tempi della prima Repubblica, quando la spesa sanitaria andò completamente fuori controllo in tutto il Paese. Le regioni meridionali pagano sicuramente lo scotto di un lungo periodo di gestione improntata alla scarsa efficienza, ma la Puglia ha da anni risanato il bilancio grazie a sacrifici pesantissimi, per cui è ora di invertire la rotta e riprendere una politica di investimenti. Questo cambio di rotta può partire solo da Roma, perché è a Roma che si stabilisce sia l’entità del fondo sanitario nazionale che la ripartizione fra le Regioni”.Perché ha scelto di correre con Articolo Uno nel centrosinistra? Lei ha sempre orbitato in quest’area politica?“Da sempre ho orbitato nell’area dl centrosinistra. Da ragazzo ero attivista nei Verdi (parliamo degli anni ’90). Quando ero per lavoro a Stoccolma ho anche fondato e sono stato presidente del Circolo PD dei Paesi Scandinavi. La mia adesione ad Articolo Uno è stata la naturale conseguenza di un rapporto di stima personale e professionale che si è sviluppato nel periodo della pandemia con il Ministro Roberto Speranza”.Il caro-bollette sta mettendo in crisi tutto il sistema produttivo italiano e il potere d’acquisto delle famiglie. Articolo uno ha una ricetta concreta per frenare l’inflazione e l’aumento dei prezzi? “Quello del caro bollette è un problema che oggi emerge in tutta la sua tragicità, ma i segnali di quello a cui stiamo assistendo non sono nuovi per chi ha occhi attenti e si confronta quotidianamente con i cittadini. Spiace constatare che il Governo uscente, pur nei limiti delle proprie funzioni, ha scelto di non intervenire in materia. Oggi ci troviamo quindi nella situazione in cui il prossimo Parlamento sarà chiamato nell’immediato a dare delle risposte. Quello che serve, dal mio punto di vista, è un provvedimento del Governo perché siamo di fronte ad una situazione eccezionale che riguarda il presente e il futuro di milioni di famiglie, di imprese e di esercizi commerciali. Per questo noi proponiamo un tetto nazionale al costo delle bollette e un contratto luce sociale che vada incontro alle fasce più deboli. Su questo e su altre misure tese a dare risposte concrete ci impegneremo sin dal primo giorno perché di fronte a situazioni emergenziali si deve intervenire con misure chiare e attuabili, non con
spot irrealizzabili”.Arriva l’influenza stagionale: la chiamano “australiana”. Ora, con il covid, in circolazione dovremo difenderci da 2 virus influenzali, vero? Consiglia sempre i vaccini? “Purtroppo, durante il prossimo autunno-inverno abbiamo tutti i segnali per pensare che l’influenza stagionale colpirà più duramente e, a complicare la situazione, non sappiamo ancora quale intensità avrà la circolazione del coronavirus. Mai come quest’anno la vaccinazione contro l’influenza ed il richiamo per il COVID19 sono importantissimi. Proprio per questo motivo sarebbe bene tenere fuori dalla campagna elettorale una questione così delicata come la prevenzione vaccinale. Purtroppo alcune forze politiche ancora non si sono schierate apertamente contro le posizioni no-vax”.Anche lei teme l’avanzata delle destre, che potrebbe essere scatenata dall’astensionismo? È necessario sensibilizzare l’elettorato di sinistra, tentato dal voto pentastellato, con un appello al voto utile? “Innanzitutto, vanno convinti a votare delusi ed indecisi. Una campagna elettorale così breve non ci aiuta. Purtroppo, manca il tempo per spiegare bene le nostre ragioni e le motivazioni che dovrebbero spingere il cittadino a votare e a votarci. Il Movimento 5 Stelle non si è ancora emancipato dalle sue radici della antipolitica populista. Il popolo della sinistra, di cui comprendo appieno le perplessità e le delusioni accumulate negli ultimi tempi, dovrebbe comunque essere geneticamente distante dalle pulsioni populiste. A loro rivolgo il mio appello: non è questo il momento delle critiche, ritirarsi sull’Aventino significa solo spalancare le porte alla destra peggiore che il Paese abbia potuto conoscere”.Difenderete il reddito di cittadinanza e introdurrete il reddito minimo?“Non c’è ombra di dubbio che il reddito di cittadinanza abbia rappresentato un importante strumento di lotta alla povertà, soprattutto in piena crisi pandemica. Vanno comunque aggiustate alcune storture e rafforzate le strutture di orientamento al lavoro. Il salario minimo è una necessità che deve fare il paio con una riforma più generale che rimetta al centro della vita politica il tema dell’equità salariale e della stabilità dei contratti di lavoro. Dare più valore al lavoro è una priorità imprescindibile, soprattutto per il futuro dei nostri giovani”.Link Sponsorizzato