sossanita.org
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: n.d.
Edizione del 21/09/2022
Estratto da pag. 1
Triste ri-epilogo sugli infermieri. di Franco Pesaresi
Le attuali carenze infermieristiche sono importanti

Il Servizio sanitario nazionale, come è noto, soffre di una gravissima carenza di infermieri. Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), supportata da un rapporto del Censis, nel 2021 affermava che la carenza degli infermieri superava le 60.000 unità (QS, 2021). Ma al di là delle cifre, la situazione di grave difficoltà è ampiamente conosciuta da tutti per la difficoltà di sostituire il personale che va in pensione o quando occorre attivare un nuovo servizio. Questo per dare l’idea del quadro di partenza.

Gli infermieri che serviranno per il DMS 77

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), approvato nel corso del 2021, ha aumentato il fabbisogno di infermieri. La  Missione 6 Salute del PNRR prevede, infatti,  una serie di investimenti sia nella sanità territoriale sia in quella ospedaliera che, una volta realizzati, richiederanno la disponibilità di un numero aggiuntivo e significativo di infermieri.  Le nuove case della comunità, gli ospedali di comunità, il potenziamento dell’assistenza domiciliare, le centrali operative territoriali definiti dal D.M.S. 77/2022 e il completamento della nuova rete delle terapie intensive ospedaliere richiederanno la disponibilità di circa 36.153 infermieri in più rispetto alle dotazioni attuali (Cfr. Tab.1). A questi numeri andrebbero poi aggiunti anche gli infermieri di famiglia o di comunità la cui quantificazione risulta difficile essendo possibile utilizzarli in servizi diversi.

Tab. 1 – Numero di infermieri necessari per l’attuazione del Recovery Plan

 Note: *Posti letto già previsti nel 2020 e non ancora realizzati. Fonte: nostra elaborazione da dati della documentazione del Governo inviata all’UE a corredo del PNRR (2021),   della Corte dei Conti (2021), del D.M.S. n. 77/2022.

E’ del tutto chiaro, ma non a tutti purtroppo, che senza nuovi infermieri tutti questi servizi non si potranno attivare.

Lavorare sull’aumento degli infermieri diventa pertanto prioritario per ogni attività dei diversi livelli di governo della sanità e dell’area sociosanitaria.

I dati dell’ultimo anno

Nel contempo, proprio nel 2021, per la prima volta il numero degli infermieri neolaureati è sceso sotto quota 10.000, per la precisione 9.931. Negli anni precedenti erano sempre stati di più. Oltre 13.000 nel 2013, per esempio.

Ma i paradossi non finiscono qui. Per il secondo anno consecutivo i medici neolaureati (10.461 nel 2021) superano gli infermieri neolaureati mentre, in una situazione normale, gli infermieri neolaureati dovrebbero essere almeno il doppio dei medici.

Il primo decreto Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR)

In questo quadro, il Ministero dell’Università e della Ricerca, con Decreto dell’ 1/7/2022, ha assegnato solo 17.997 posti (+ 264 infermieri pediatrici)  per il corso di infermiere nelle Università italiane.

Il fabbisogno della conferenza Stato-Regioni

Cinque giorni dopo (6/7/2022), la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il fabbisogno delle professioni sanitarie fissando, invece, in 24.352 i posti nei corsi per infermiere nelle università (+ 268 infermieri pediatrici). Vale la pena di rilevare che la FNOPI ha proposto 29.064 posti.

C’è una differenza di oltre 6.000 posti fra il Decreto del Ministero dell’Università e l’accordo in Conferenza Stato-Regioni.

Rimangono molti interrogativi sul perché i due percorsi del Ministero dell’Università e della Conferenza Stato-Regioni relativi alla definizione del fabbisogno formativo degli infermieri siano giunti, con soli 6 giorni di differenza, a conclusioni così diverse ed inconciliabili.

Successivamente  qualcuno cerca di tranquillizzare  il clima annunciando che ci sarà un nuovo decreto del Ministero dell’Università che adeguerà i posti per l’accesso ai corsi da infermiere seguendo le indicazioni della Conferenza Stato-Regioni. Ma intanto l
e prove si svolgeranno avendo come punto di riferimento i posti stabiliti dall’Università e non dalla Conferenza Stato – Regioni. E questi numeri non incentivano la partecipazione dei candidati.

Il secondo Decreto del Ministero dell’Università 

Il 13 settembre arriva il secondo decreto (n. 1074/2022) del Mur con i posti definitivi per le professioni sanitarie per l’anno accademico 2022-2023.  Il Ministero dichiara esplicitamente nel Decreto che è impossibilitato a rispettare l’Accordo Stato-Regioni del 6 luglio, tenuto conto di quanto previsto dall’art. 3 co. 2 della legge n.264/1999[1].

Così l’Università attiva solamente 19.375 posti per i corsi per infermieri (+1.378 posti rispetto al primo decreto) invece dei 24.352 previsti dall’Accordo Stato-Regioni.

L’aspetto che rende il quadro intollerabile è che anche l’anno scorso è andata così. Di quanto tempo ha bisogno l’Università per far crescere l’offerta formativa, in una situazione di vera emergenza?

La prova di accesso ai corsi

Il 15 settembre si sono tenuti  in tutta Italia gli esami per l’ammissione ai corsi universitari per infermiere. Purtroppo si sono tenuti con i posti stabiliti dal primo decreto del  Ministero dell’Università (17.997 posti) e non da quelli stabiliti dalla Conferenza Stato-Regioni.

Si sono presentati 25.380 candidati. Meno del 2021 (-9,2%) , che erano stati 27.952. Ma comunque potenzialmente sufficienti a coprire tutti i posti banditi, anche di quelli del secondo decreto.

Qualche valutazione

Di fronte ad una vera e propria emergenza quale è quella della carenza infermieristica i diversi livelli di governo hanno dimostrato la loro inadeguatezza. Le responsabilità vanno distribuite in modo diverso ma questo non cambia l’esito complessivo che è comunque gravemente insufficiente. La carenza degli infermieri è uno di quei problemi che non si risolvono a breve con un intervento straordinario, ma programmando e pianificando gli interventi che daranno i loro primi positivi risultati solo fra tre anni, alla conclusione del ciclo di studi universitari.

In questo caso non c’è stato coordinamento fra i diversi Ministeri della Salute e dell’Università che hanno seguito percorsi diversi in totale separatezza. Il Ministero dell’Università e le diverse Facoltà non sono riuscite a programmare lo sviluppo dell’offerta formativa degli infermieri pur in presenza di una problematica ampiamente conosciuta.

Adesso c’è da chiedersi con quale personale verranno attivati i nuovi servizi previsti dal PNRR e con quale personale si farà fronte alle necessità dei servizi sanitari e delle strutture residenziali sociosanitarie.

Non si possono neanche accettare le frasi rassegnate di chi segnala che non ci sono abbastanza candidati per la professione di infermiere. Frase falsa perché le domande anche questo anno ci sono state seppur in diminuzione rispetto all’anno scorso. Ma anche qui occorre sollecitare l’interesse dei giovani per la professione dell’infermiere ed invece non si è fatto nulla.  C’è un’emergenza eppure non ho visto nessuna campagna promozionale per la ricerca di nuovi studenti  e si continua a far pagare una tassa di iscrizione per la prova di ammissione che nelle università statali è mediamente di 55 euro di cui potrebbe farsi carico il Ministero.

Mi chiedo se c’è la consapevolezza della drammaticità della situazione e quali siano le strategie per porvi rimedio.

Bibliografia

[1] “2. La valutazione dell’offerta potenziale, al fine di determinare i posti  disponibili  di  cui  alle lettere a), b) e c) del comma 1, è effettuata sulla base:

    1) posti nelle aule;

    2) attrezzature e laboratori scientifici per la didattica;

    3) personale docente;

    4) personale tecnico;

    5) servizi di assistenza e tutorato;

fonte: https://francopesaresi.blogspot.com/2022/09/triste-ri-epilogo-sugli-infermieri.html 

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di na
vigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo cookie tecnici per statistiche sulla base dei comportamenti degli utenti. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.ACCETTA ____