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Edizione del 18/09/2022
Estratto da pag. 1
Marche, dissesto idrogeologico: in 3 anni 132 milioni ma servono 2 miliardi. Matteo Renzi: «Mai spesi i fondi stanziati per il Misa»
ANCONA - Per la messa in sicurezza del territorio, tra manutenzioni ordinarie e straordinarie dei fiumi, contrasto al dissesto idrogeologico e difesa della costa, «le risorse necessarie superano i 2 miliardi di euro». Ad abbozzare la stima è il governatore Francesco Acquaroli - ieri nominato dal capo della protezione civile nazionale Fabrizio Curcio commissario delegato all’emergenza - e, considerando l’entità della cifra, è evidente che non sia una spesa alla portata delle tasche regionali. Per questo motivo, «ho inviato una lettera al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga per chiedere un Piano straordinario nazionale per la sicurezza ambientale e di semplificazione del quadro normativo degli interventi di messa in sicurezza dei fiumi e del territorio».
Una richiesta che parte da un’evidenza matematica: «Basta considerare il fatto che, con la prossima programmazione europea 2022/2027 - prosegue il presidente - avremo a disposizione 50 milioni di euro per il dissesto. Solo il progetto di messa in sicurezza del Misa (dove ci sono già lavori in corso, avviati da noi e dalla giunta precedente) costa 100 milioni di euro. È chiaro che spese di questa portata debbano essere sostenute da un’azione specifica dello Stato e della Comunità europea». Ma nel frattempo, quante risorse ha stanziato la Regione per questo capitolo? I fondi programmati da Palazzo Raffaello - fa sapere il dipartimento regionale Infrastrutture, Territorio e Protezione civile - per il contrasto al dissesto idrogeologico e la pulizia dei fiumi sono stati pari a 25,8 milioni nel 2020, 32,7 milioni nel 2021 e 73,9 milioni nel 2022. In quest’ultimo pacchetto di risorse sono compresi anche i 26 milioni stanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per le Marche alla voce Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico. Gli interventi Con le risorse del Pnrr, la Regione finanzierà 125 interventi (tra prevenzione alluvioni, ripristino infrastrutture stradali, difesa della costa). Ma queste cifre, per quanto consistenti, non bastano neanche lontanamente a coprire quei 2 miliardi che servirebbero a tutelare un territorio, come quello marchigiano, fortemente vulnerabile. «Con il cambiamento climatico - osserva Acquaroli - non possiamo abituarci a drammi come quello che stiamo vivendo. Abbiamo anche il problema dei cantieri sospesi da ricorsi pendenti fatti da associazioni che non vogliono le manutenzioni». La polemica Il riferimento è di nuovo al fiume Misa, che per la seconda volta in otto anni ha portato morte e distruzione lungo il suo corso. E proprio sul Misa si scatena la polemica politica, con il j’accuse del leader di Italia viva ed ex premier Matteo Renzi che ricorda come, «quando ci fu l’alluvione nel 2014, stanziammo 45 milioni con il progetto Casa Italia/Italia sicura voluto da Renzo Piano, ma non sono mai stati spesi. Poi, il governo Conte ed i giallo-verdi lo hanno chiuso e questo ha allungato i tempi del progetto. Così, il cantiere aprirà solo nel 2023. Trovo scandaloso non essere riusciti a fare la cassa di espansione prevista. Le tragedie di questi giorni - conclude - sono anche colpa dei ritardi della burocrazia». Nello specifico, il Piano Italia Sicura aveva previsto 45.140.000 euro per il progetto preliminare per la «sistemazione idraulica del fiume Misa e gestione del territorio agricolo». Fondi che, secondo Renzi, non sarebbero mai stati messi a terra.
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