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Edizione del 17/09/2022
Estratto da pag. 1
CAOS SANITÀ/ Ecco il "buco" nel piano sull`assistenza territoriale
Nel periodo angosciante che ha preceduto lo scioglimento delle Camere (22luglio), alla fine di giugno è stato pubblicato sulla G.U. il DM 77/2022 recante norme su “Regolamento recante la definizione di modelli standard per losviluppo dell’assistenza territoriale del Servizio Sanitario nazionale”,passato inosservato. Esso, in continuità con DM sugli standard ospedalieri,dovrebbe essere il punto di partenza della Riforma dell’Assistenza Territorialedefinendo al suo interno un nuovo modello organizzativo della rete diassistenza primaria, individuando standard tecnologici e organizzativi uniformisu tutto il territorio nazionale, promuovendo un nuovo assetto istituzionaleper la prevenzione in ambito sanitario ambientale e climatico.Ema: "Autorizzazione vaccini Covid passi da condizionata a standard"/ CosacambiaLa riorganizzazione della medicina territoriale è una delle sfide da affrontareper dotare il Paese di un Servizio sanitario in grado di dare le risposte diprossimità attese ai cittadini: l’abbattimento delle liste di attesa, l’accessoai servizi e ai farmaci, criticità che possono essere affrontate alleggerendoil sovraffollamento degli ospedali.Malati di SLA esclusi da bonus elettricità/ "In elenco mancano macchinarisalvavita"I progetti e le risorse economiche (circa 7 miliardi di euro), contenuti nellaMissione 6, Componente 1, del Pnrr servono (seppur giudicate insufficientianche dalla Conferenza Stato-Regioni) per consentire l’avvio di una riforma delsistema salute con radici salde sul territorio, che rappresenta il pilastroprincipale del SSN. Con il DM 77/2022 vengono definiti: le strutture checompongono la rete dei servizi territoriali; gli standard in rapporto allapopolazione; i parametri di riferimento del personale; le modalitàorganizzative e funzionali; gli obiettivi strategici di riferimento, lagovernance del sistema.61enne morto per morbo mucca pazza/ Ipotesi choc, caccia all'allevamentoinfettoIl modello organizzativo ruota intorno al Distretto sanitario che costituisceil centro di riferimento per l’accesso a tutti i servizi delle Asl, motore perl’assistenza territoriale quale “struttura pubblica forte” che coordinastrutture e professionisti sanitari e sociali. All’interno del Distretto operala Casa della Comunità che rappresenta il fulcro della nuova rete territoriale,il luogo dove i cittadini potranno trovare assistenza h24 ogni giorno dellasettimana in un modello organizzativo di approccio integrato emultidisciplinare con equipe costituite da medici di medicina generale,pediatri di libera scelta, medici specialisti, infermieri di famiglia e tuttigli altri professionisti coinvolti nel processo di cura.Entro il 2026 saranno realizzate 1.350 Case della Comunità rinnovate etecnologicamente attrezzate, organizzate in “hub” e “spoke” alla luce dellecaratteristiche orografiche e demografiche del territorio al fine di favorirela capillarità dei servizi e una maggiore equità di accesso in particolarenelle aree interne e rurali. Le Case di Comunità “hub” (una ogni 40.000-50.000abitanti) prevedono l’assistenza medica (h24 7 giorni su 7) e infermieristica(h12 7 giorni su 7), mentre quelle “spoke” dovranno garantire, insieme ad altriservizi come il Punto Unico di Accesso (PUA), il collegamento con il CUPaziendale e la presenza medica e infermieristica (12 ore al giorno 6 giorni su7).Per limitare ricoveri ospedalieri impropri e/o favorire dimissioni protette inluoghi più idonei al prevalere di fabbisogni assistenziali, di stabilizzazioneclinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domiciliodegli assistiti vengono istituiti gli Ospedali di Comunità che svolgono propriola funzione di facilitare la transizione dei pazienti dalle struttureospedaliere per acuti al proprio domicilio. Con i Fondi del Pnrr verrannorealizzati 400 Ospedali di Comunità dotati di 20 posti letto ogni 100.000abitanti.Al coordinamento della presa in carico della persona e al raccordo tra iservizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenzialiprovvederanno le Centrali Operative Territoriali (COT), che si interf
accianoanche con la Centrale Operativa Regionale 116117, sede del Numero EuropeoArmonizzato per le cure mediche non urgenti, che offre un servizio telefonicogratuito h24 e 7 giorni su 7 per tutte le prestazioni sanitarie esociosanitarie a bassa intensità assistenziale. Al Distretto afferiscono anchele Unità di Continuità Assistenziale (UCA), dopo la sperimentazione durante lafase pandemica, equipe mobile composta da almeno un medico e un infermiere perla gestione e il supporto alla presa in carico di soggetti o di comunità cheversano in condizioni di particolare complessità.Particolare rilievo ha la figura dell’Infermiere di Famiglia o Comunità, cheassicura l’assistenza infermieristica in collaborazione con tutti iprofessionisti presenti nella comunità in cui opera, perseguendo l’integrazioneinterdisciplinare, sanitaria e sociale dei servizi e dei professionisti ponendoal centro la persona. Il potenziamento dell’Assistenza Domiciliare Integrata(ADI) entro il 2026 dovrà raggiungere il 10% degli over 65 e un ruolofondamentale viene svolto dalla Telemedicina che rappresenta un approccioinnovativo alla sanità che, inclusa in una rete di cure coordinate, consentel’erogazione di servizi e prestazioni sanitarie a distanza attraverso l’uso didispositivi digitali.Il DM 77 indica le modalità d’azione della Rete delle Cure Palliative, deiServizi per la Salute dei minori, dei Consultori Familiari e per la Prevenzionein ambito Sanitario, Ambientale e Climatico. Evidenti sono le preoccupazioni sualcun importanti punti legati alla mancanza di personale poiché lavoratori elavoratrici rappresentano la colonna portante della riorganizzazione delsistema socio-sanitario in quanto solo attraverso dotazioni organiche adeguatepotranno essere raggiunti gli obiettivi prefissati. È un percorso in affannodal momento che oltre un decennio di tagli e blocco del turnover hannoingenerato situazioni al limite della sostenibilità con carenze importantinell’ordine di circa 60.000 infermieri e 18.000 medici, numeri destinati adaumentare a causa dei pensionamenti, senza tener conto delle necessità dipersonale medico e del comparto da destinare alla sanità territoriale.Senza un intervento rapido e risolutivo che vada a superare il problemaattraverso un robusto piano di assunzioni e di stabilizzazioni tutto ilprocesso di riorganizzazione entra in crisi ancor prima dell’avvio. Il percorsonel quale si sta definendo un nuovo sistema di welfare socio-sanitariointegrato, capace ancora di rispondere in modo universale ai bisogni di curapromuovendo un modello di sanità di prossimità per essere più vicini allepersone, costruendo modelli di assistenza territoriale fondati sul curare e ilprendersi cura ha assolutamente necessità di integrarsi con il sistema privatocome sistema strutturale al quale in tempi di pandemia si è dovuto rivolgereconvenzionandosi per far fronte all’emergenza che peraltro ancora oggi èevidente. Soprattutto per affrontare nuove patologie aggravate come i disturbidi salute mentale con l’impennata pandemica, particolarmente privi di adeguataassistenza a causa di chiusura di reparti psichiatrici e che invece nel decreto77/2022 non sono neanche territorialmente menzionati.— — — —Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazionedi qualità e indipendente.SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI© RIPRODUZIONE RISERVATA