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Edizione del 16/09/2022
Estratto da pag. 1
Silvio Berlusconi rilancia il ruolo di Forza Italia, primo partito italiano del Ppe, come baricentro del futuro governo di centrodestra, in caso di vittoria della coalizione. Anche dopo il voto del parlamento europeo di condanna di Viktor Orban, perché l’Ungheria “non è più una democrazia” – astensione della Lega nel gruppo di Identità e Democrazia e FdI diviso tra astenuti e contrari nel gruppo Conservatori e Riformisti – l’ex premier in un’intervista al Tg3 ribadisce: “La nostra presenza è garanzia assoluta che il governo sarà liberale, cristiano, europeista e atlantista”.
Berlusconi si rivolge a FdI e Lega: “Se i nostri alleati, di cui ho fiducia e rispetto, dovessero partire per direzioni diverse rispetto alla Ue noi non staremmo nel governo”.
Ma sarebbe una forzatura parlare di spaccatura del centrodestra, che non da ora in Europa appartiene a gruppi diversi. La coalizione si prepara alla manifestazione unitaria del 22 settembre, a piazza del Popolo a Roma, con sul palco i tre leader accanto a quelli delle formazioni centriste (nella lista Noi Moderati) di Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), Luigi Brugnaro (Coraggio Italia) e Giovanni Toti (Italia al centro). Sono già pronti i manifesti per la conclusione della campagna elettorale. Era dal 2019, a piazza S. Giovanni, che Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Berlusconi non salivano più su un palco insieme.
Sull’emergenza caro bollette Salvini tiene il punto sulla necessità di intervenire “adesso”, per un intervento di 30 miliardi contro il rischio di “una strage stavolta di posti di lavoro”, che costerebbe molto di più; Meloni ribadisce il suo no allo scostamento di bilancio, “ultima ratio”, e insiste sul disaccoppiamento dei costi di gas e elettricità; Antonio Tajani, coordinatore di FI, rilancia il fondo per le aziende produttrici di energia che fermi il rialzo delle bollette. Tajani parla anche del Recovery europeo sul quale concordano gli alleati.
Del discorso di Ursula von der Leyen la senatrice di FI, Stefania Craxi, presidente della commissione Esteri, apprezza il passaggio sulla revisione dei Trattati, però “troppo spesso annunciati”, per “un’Europa solidale, della crescita che superi l’ottuso rigorismo”.
I distinguo tra Salvini e Meloni sono meno accesi. E sull’emergenza energia anche il fronte avversario con Enrico Letta e l’alleato Luigi Di Maio, così come il leader pentastellato Giuseppe Conte ora hanno toni più pressanti. Il segretario del Pd, che propone un disaccoppiamento dei costi e il raddoppio dei crediti di imposta, chiede un “cambio di passo”. E il leader della Lega, di fronte all’ “emergenza nazionale”, avverte il governo che, visti i tempi di insediamento di quello nuovo, “non è possibile aspettare due mesi”. Oggi consiglio dei ministri per un decreto Aiuti ter.
Intanto, ancora gravi episodi nella campagna elettorale. Nuove minacce alla presidente di FdI con il ritrovamento della stella a 5 punte delle nuove Br. A Meloni la solidarietà degli alleati del centrodestra, dal Pd con Enrico Borghi e da Carlo Calenda, “terzo polo”. Licia Ronzulli, vicepresidente dei senatori di FI e il vicesegretario della Lega Andrea Crippa mettono in guardia dai toni venuti da sinistra verso gli avversari. Meloni: “Non mi faccio spaventare da niente”. E sulla 194 la presidente di FdI alle polemiche del Pd replica di non voler cambiare la legge ma di volerla applicare per intero, a difesa del diritto alla libera scelta della donna sull’aborto, sostenendo anche chi “per ragioni economiche” è costretta a ricorrervi.
Il leader del Pd la critica: “Non basta essere donna per fare le politiche delle donne”. Meloni risponde con un tweet: “Enrico, dopo che hai tentato di spiegarmi come devo fare la destra ora vuoi tentare di spiegarmi cosa significhi essere una donna? Ma ce l’hai un senso del ridicolo???”. La Lega, intanto, si prepara per Pontida, la sua storica manifestazione che si terrà domenica 18 settembre, dopo tre anni di sospensione per il Covid. Previsti oltre 200 pullman. Attesa, scrive l’agenzia Agi,
la presenza di Umberto Bossi.
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