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Edizione del 14/09/2022
Estratto da pag. 1
Fontana (Confindustria): «Bollette low cost con un piano energetico. Così l’Albania fa meglio di noi»
l’intervista
Mezzogiorno, 14 settembre 2022 - 08:07
Fontana (Confindustria): «Bollette low cost con un piano energetico. Così l’Albania fa meglio di noi»
Il presidente degli industriali pugliesi: «Tirana autosufficiente entro il 2030»
di Vito Fatiguso
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Ha «solo» 2,8 milioni di abitanti, circa 1,2 milioni in meno della Puglia. Ma è già sulla via dell’autosufficienza energetica visto che entro il 2030 tutto ciò che serve sarà prodotto nei confini nazionali. Ora, invece, la corrente elettrica costa meno della metà dell’Italia. È la «via» dell’Albania che dista in linea d’aria poco più di 200 chilometri dall’evoluta Italia. Quella che non riesce a dotarsi di un piano strategico dell’energia e che a questo punto rende più conveniente passare sull’altra sponda dell’Adriatico. Mercoledì e giovedì scorsi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, era a Tirana per un incontro con il presidente di Albania, Bajram Begaj. «Il futuro dell’Albania è in Europa - ha detto il Capo dello Stato - e senza i Balcani occidentali il processo di unificazione dell’Europa sarebbe incompleto».
Nella delegazione italiana c’era Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia e numero uno di Confindustria Albania. Quest’ultima è l’associazione datoriale che rappresenta imprese italiane (130) e anche albanesi (50) in un’economia che prende decisioni tempestive. Così mentre in Italia il governatore della Puglia, Michele Emiliano, gridava contro il gasdotto Tap a Melendugno (l’infrastruttura che sta salvando l’Italia dal crac energetico) a Fier, in Albania, era tutto pronto per il passaggio dei «tubi» in mare.
Presidente Fontana, il tessuto produttivo albanese è numericamente contenuto, ma rappresenta una realtà in forte crescita. Qual è la situazione?
«Ci sono molte società italiane e pugliesi che lavorano da anni a Tirana e dintorni. Ma anche realtà albanesi che sono presenti in Italia. C’è un feeling particolare tra i due Paesi e soprattutto la Puglia è un punto di riferimento essenziale. Parliamo di solidi rapporti umani, culturali ed economici. L’Albania nel 2021 è cresciuta dell’8,5% e anche nel 2022 si prevede uno sviluppo del Pil al 4%».
Sarà per la manodopera a basso costo?
«Guardi, la situazione cambia in maniera rapida. L’Albania si sta muovendo sulla strada dell’Itc ed è alla ricerca di profili elevati nel campi tecnologici. Ci sono tante persone sbarcate a Bari sulla Vlora che rientrano e realizzano importanti investimenti. Parliamo di una nazione con flat tax al 15 per cento e Iva al 20 per cento».
Sarà per questo che in questi tempi è meglio pagare le bollette in Albania che in Italia?
«Il problema non è ciò che succede oggi. O meglio: il paradosso è che noi non ci siamo ancora dotati di un piano energetico chiaro, mentre in Albania hanno deciso che entro il 2030 tutto sarà prodotto nei confini nazionali».
E la situazione attuale?
«Il fabbisogno energetico albanese è di quasi 9 milioni di Mgwatt di cui 5,3 milioni prodotti dalle centrali idroelettriche dell’azienda statale Kesh. Altri due milioni di Mgwatt derivano da produzione data in concessione e un milione, infine, viene acquistato dall’Ungheria».
E con l’autonomia?
«I progetti parlano di autosufficienza e l’Italia potrebbe lavorare per acquistare l’eventuale surplus. Tuttavia ci sono altri sbocchi da approfondire».
A cosa si riferisce?
«Nei prossimi anni ci saranno altre emergenze e in molti scommettono sulla cosiddetta guerra dell’acqua. Ecco il punto: con l’Albania si potrebbe lavorare per attivare nuove centrali idroelettriche e fare accordi per convogliare l’acqua in condutture verso l’Italia. È un progetto che è nei piani di Acquedotto Pugliese come più volte sottolineato dal presidente Domenico Laforgia e dalla direttrice generale Francesca Portincasa».
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14 settembre 2022 | 08:07
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