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Edizione del 13/09/2022
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IN EVIDENZA - 13 SETTEMBRE
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(AGENPARL) – mar 13 settembre 2022 [Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui](https://confagritorino.musvc2.net/e/r?q=Js%3dEtJtP_rqWw_31_vxSp_6C_rqWw_26eYxQmf.eCeFlIt.0oC_vxSp_6Cf_HUzP_RjOnB.ePpN_vxSp_6C_rqWw_36jBl_HUzP_ShM_rqWw_26_vxSp_6CtOjflC_vxSp_7AnOkA._rqWw_342NtO2-C1Zj_OQsT_Zd3-_vxSp_781Bg.D-_rqWw_2V2_OQsT_ZdFt_OQsT_Y6G2g7-7eYl_HU1e8azP_See-fOgal_HUzP_ShWtL3uClQ%260%3d1RDX9Y%26h%3dJuIz02.DiQ%26iI%3d9d8S%26p%3dX%26n%3dS8c3%26E%3d7d7W%26x%3d-e2TCZ6T5b&mupckp=mupAtu4m8OiX0wt)

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Martedì 13 Settembre 2022 – S. Giovanni Crisostomo

L’unico posto in cui buon esito viene prima di lavoro è il dizionarioVincent Lombardi

Il Mipaaf prepara sostegni per i risicoltori

Il Ministero delle politiche agricole ha predisposto una bozza di decreto che, a breve, verrà condiviso con le amministrazioni regionali e provinciali per il vaglio e la successiva intesa in “Conferenza “Stato – Regioni” e che concederà un aiuto temporaneo a sostegno delle imprese di coltivazione del riso colpite dalla crisi Ucraina, a compensazione parziale dei maggiori costi sostenuti.

I fondi a disposizione dovrebbero essere pari a circa 15 milioni di euro per l’anno 2022 e verranno ripartiti in base alla superficie coltivata in questa campagna, ovvero l’importo unitario dell’aiuto sarà determinato in rapporto all’ammontare dei fondi stanziati e il numero di ettari per i quali è stata presentata la domanda di riconoscimento dell’aiuto, fino ad un massimo di 100 euro per ogni ettaro coltivato a riso.

Con ogni probabilità l’adesione ai sostegni sarà analoga a quella prevista per il pagamento accoppiato del riso e si può stimare che il premio ad ettaro dovrebbe aggirarsi tra 65 e 70 euro.

Caro bollette: la frutticoltura piemontese rischia il tracollo

La guerra russo – ucraina e le avversità climatiche stanno facendo pagare un conto salato all’agricoltura. Anche i frutticoltori lamentano costi produttivi in continua crescita per i rincari di fertilizzanti e gasolio, a fronte di un mercato fiaccato dagli eventi degli ultimi mesi e da una contrazione del potere di acquisto dei consumatori, con conseguente riduzione delle spese alimentari.

“Senza interventi urgenti e drastici – sostiene Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte – il comparto frutticolo della nostra regione rischia il tracollo; non si può attendere oltre se si vuole tutelare una filiera strategica che in Piemonte conta circa 8.000 aziende agricole (la maggior parte situate nel distretto del Saluzzese), su una superficie coltivata di circa 18.500 ettari e in grado di generare un fatturato di oltre 500 milioni di euro su un totale nazionale di più di 5 miliardi, tra frutta fresca e industria di trasformazione. Dopo le eccezionali gelate dell’aprile 2021, che hanno di fatto compromesso i raccolti di vaste aree del territorio, e i contraccolpi diretti e indiretti provocati dalla pandemia Covid-19, il 2022 si è aperto con le conseguenze economiche nefaste del conflitto tuttora in corso in Ucraina ed è proseguito con un eccezionale periodo di siccità, obbligando le imprese a fare i conti con aumenti vertiginosi dei costi di produzione”.

Così Allasia richiama l’attenzione sul drammatico periodo che i frutticoltori stanno vivendo ormai da mesi, sottolineando anche la forte disparità che esiste tra quanto viene riconosciuto all’agricoltore per la propria frutta e quanto questa venga pagata dal consumatore per portarla in tavola.

Come se tutto ciò non bastasse i distributori di gas ed energia elettrica stanno chiedendo pesanti anticipi e onerose fideiussioni a coloro che immagazzinano la frutta nelle celle frigorifere: quello della frutticoltura è un comparto che produce e stocca il prodotto per conservarlo in attesa di riuscire a venderlo con più facilità nei mesi a venire. L’incremento dei costi per questo servizio finirà per ricadere sui produttori, vanificando la speranza di ottenere un prezzo sostenibile.

“In questo scenario il settore non può reggere a
ncora per molto: occorre un intervento dello Stato – prosegue Allasia – per disinnescare questa miscela esplosiva e aiutare le aziende in crisi di liquidità a compensare gli extra costi che devono sostenere, mettendo in campo misure urgenti in tale direzione”.

Pubblicati i decreti per economia circolare e piano nazionale rifiuti

Il Ministero della Transizione Ecologica ha emanato i decreti per l’adozione del “Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti – PNGR” (DM 257) e della “Strategia nazionale per l’economia circolare – SNEC” (DM 259), che rappresentano le principali riforme previste nel PNRR che interesseranno l’agricoltura sostenibile.

Mentre il PNGR rappresenta lo strumento di indirizzo per le Regioni nella pianificazione e gestione dei rifiuti fino al 2028, la SNEC è un documento che individua le azioni e le misure che si intendono adottare nella definizione delle politiche istituzionali volte ad assicurare un’effettiva transizione verso un’economia di tipo circolare e per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica al 2035.

Diversi temi della SNEC riguardano il settore agricolo. Per esempio la Strategia si focalizza sugli strumenti che intervengono nella catena di acquisto dei materiali e sui criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto e include contenuti che riguardano il riutilizzo, lo sviluppo di un mercato di materie prime seconde nonché la simbiosi industriale, che è il processo in cui i prodotti di scarto e i sottoprodotti di un’azienda diventano materie prime per un’altra o per un altro processo produttivo, creando rapporti di interdipendenza dove energia e rifiuti circolano continuamente senza che vengano prodotti scarti, in analogia a quanto accade negli ecosistemi naturali.

Altro elemento trattato dalla SNEC sono le infrastrutture energetiche rinnovabili, di cui si intende ottimizzare l’efficienza operativa e garantire un uso responsabile delle risorse in ogni fase dell’impianto: dalla progettazione, alla costruzione, dall’esercizio e manutenzione al fine vita e riciclo.

Un’altra parte della strategia è poi dedicata alle attività di valorizzazione delle acque di scarico (reflue) depurate, da attuarsi con una revisione complessiva del quadro normativo e un possibile ampliamento delle tipologie di acque riutilizzabili per diverse destinazioni d’uso, anche agricolo e agro-industriale.

Molto importanti sono inoltre le indicazioni per la gestione degli scarti delle potature e di quelli agricoli. Gli scarti legnosi (da rifiuti urbani, parchi e giardini), infatti, dovrebbero essere principalmente utilizzati per la produzione di ammendante che possa tornare ad arricchire i suoli dei nutrienti e della sostanza organica, oppure inseriti in filiere per la produzione di energia. Viene inoltre indicato come necessario l’incremento di pratiche agricole sostenibili come i sistemi di riuso della sostanza organica agricola, l’utilizzo di tecniche di fertilizzazione e distribuzione del materiale organico (effluenti, digestato, compost, ecc.) più efficienti ed efficaci.

La SNEC interviene infine anche nell’ambito della tassazione, con l’obiettivo di modificare o eliminare le tasse correnti che implicano costi per le attività circolari e rinnovabili, rafforzando le tasse su risorse e capitale naturale non rinnovabili ed eliminando i sussidi per attività dannose per l’ambiente e di quelle in contrasto con la gerarchia dei rifiuti.

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