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Edizione del 24/03/2020
Estratto da pag. 1
Il coronavirus condanna i poveri alla fame e i volontari ad ammalarsi. Le denunce dell`Alleanza contro la povertà e del Forum del Terzo Settore
L’emergenza sanitaria legata al coronavirus aumenterà la povertà in Italia. Da qui la necessità di “intervenire subito” visto che “chi viveva in condizioni di povertà assoluta è spinto ancora più ai margini con un’espansione della povertà senza precedenti”. Lo afferma l’Alleanza contro la Povertà che ha espresso oggi “profonda preoccupazione” per gli effetti della pandemia di Covid-19 sulle fasce più fragili della popolazione.

“L’emergenza sanitaria – si legge in una nota del cartello che riunisce 36 realtà che vanno dal mondo dell’associazionismo a quello dei Comuni e degli enti locali (tra queste realtà Acli, Anci, Caritas, sindacati confederali, Conferenza delle Regioni, Arci) – è già diventata economica e porterà a un drammatico aumento della povertà nel nostro Paese”.

Per questo, l’Alleanza ritiene che per far fronte all’emergenza servano misure immediatamente esecutive per fare in modo che le persone non cadano in povertà. Sono inoltre fondamentali, sin da ora – si aggiunge – misure adeguate a sostegno degli attori sociali e istituzionali del territorio a cui competono compiti di cura e di assistenza.

In sostanza si chiede che uno strumento come il reddito di cittadinanza sia rafforzato per raggiungere tutte le persone in condizioni di povertà con interventi mirati. Interventi mirati, nello specifico, “a correggere criteri di accesso penalizzanti per le famiglie numerose, i minori e gli stranieri, che saranno ulteriormente colpiti dalla crisi in corso e a rafforzare la presa in carico delle persone in condizione di bisogno, attraverso un’implementazione dell’infrastruttura sociale sul territorio”.

L’Alleanza chiede, quindi, “un confronto nel merito con le istituzioni, mettendo a disposizione esperienza e competenze maturate negli ultimi anni di azione sul tema della lotta alla povertà”.

Inoltre “è necessario e urgente distribuire i presidi sanitari anche ai volontari e agli operatori impegnati nelle attività di assistenza alle persone che già si trovavano in una condizione di fragilità e marginalità: in questo periodo difficile ai bisogni di anziani soli, disabili, minori in comunità, migranti provvedono in larga parte le associazioni, le organizzazioni di volontariato e le cooperative sociali. Ma i loro sforzi rischiano di fermarsi perché non dispongono di presidi sanitari di protezione, una carenza che sta esponendo sia i volontari che chi viene aiutato ad un rischio enorme di contagio: sono molti i volontari già ammalati e purtroppo anche quelli che sono morti”, chiarisce la portavoce del Forum del Terzo Settore, Claudia Fiaschi, in una lettera inviata al capo della Protezione Civile e commissario straordinario per l’emergenza Covid, Angelo Borrelli e alla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo.

E’ stata fatta una verifica fra le principali reti aderenti impegnate nell’emergenza, e quello che viene fuori, afferma il mondo del volontariato nel suo appello, è che il fabbisogno minimo di dispositivi sanitari per le prossime quattro settimane è imponente. Non riguarda solo le mascherine, da tempo introvabili, ma camici, occhiali di protezione, guanti, liquidi igienizzanti, termometri a infrarossi, tute di protezione per agenti biologici.

“Se questo materiale non verrà messo urgentemente a disposizione della rete di associazioni, – afferma il Forum – rischia di collassare il sistema di aiuto rivolto a migliaia di persone in condizioni di marginalità e fragilità, alle quali l’epidemia di Coronavirus sta aggiungendo ulteriori sofferenze”.