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Edizione del 09/09/2022
Estratto da pag. 1
Elezioni. Di Maio e l`asse anche con De Luca: «Contro la destra dobbiamo essere uniti»
«In questo momento storico Salvini, Meloni e Berlusconi stanno lavorando dalla mattina alla sera per fare proposte che tolgano soldi al Sud». Ieri a Napoli, per l’inaugurazione del...
«In questo momento storico Salvini, Meloni e Berlusconi stanno lavorando dalla mattina alla sera per fare proposte che tolgano soldi al Sud». Ieri a Napoli, per l’inaugurazione del comitato elettorale di Impegno Civico in piazza Trieste e Trento, Luigi Di Maio ha voluto spiegare ai napoletani che con il centrodestra al governo arriveranno sempre meno risorse per la città. «A rischio il patto per Napoli, il reddito di cittadinanza e - ha ribadito - il progetto dell’autonomia differenziata sarà sempre più penalizzante per il Mezzogiorno». Il ministro degli Esteri sa di giocarsi la partita della vita nel collegio di Fuorigrotta dove è candidato, ma oggi sarà comunque nella sua Pomigliano per inaugurare un nuovo comitato elettorale anche lì. «Non è vero - lo ha difeso la fedelissima Valeria Ciarambino rispondendo alle domande dei cronisti - che Luigi non ha voluto presentarsi nella nostra città, ma è stata una scelta della coalizione per rispettare i vari equilibri». Ad accogliere il ministro c’erano diversi consiglieri regionali, tra questi anche il leader dei Moderati in Consiglio regionale, Pasquale Di Fenza, oltre agli altri consiglieri di Impegno Civico. All’evento ha partecipato anche Antonio Di Maio, il papà del ministro, che però ha preferito glissare le domande dei giornalisti. Nella mattinata di ieri era stato Matteo Renzi ad attaccare Di Maio proprio da Napoli: «Pagherei tanto - aveva detto l’ex premier - per vedere un comizio di Vincenzo De Luca a sostegno di Di Maio». Il titolare della Farnesina però non si è fatto scalfire: «Come vedete - ha risposto col sorriso - non è cambiato niente, Renzi mi attacca sempre. Su De Luca? dobbiamo fare fronte comune con chi vuole togliere risorse al Sud, io non ho dubbi che chiunque ha a cuore il Mezzogiorno darà una mano. Noi campani dobbiamo coalizzarci. Chi ha a cuore il destino della Campania e del Sud prenderà in pugno la battaglia contro la destra». Nessun problema, quindi, se pure il governatore campano scendesse in campo per tirare la volata al ministro col quale, in passato, ha avuto più di uno scontro.



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Ma più che sulle polemiche politiche, Di Maio è voluto restare sui punti del suo programma. «Quello che prova a fare la destra italiana - ha spiegato - è mettere soldi nella direzione del Nord, abbiamo ottenuto importanti risorse e non bastano quelle ottenute negli ultimi cinque anni, vogliono andare a toglierle. Salvini ha detto che al primo Consiglio dei Ministri l’autonomia regionale la faranno e, ricordo, che il primo governo è caduto, ed era il governo con Salvini, perché io mi opposi all’autonomia. Ora Salvini ha detto anche che vuole riaprire il Pnrr, per fare cosa? Per prendere i soldi al Sud e portarli al Nord. Ha detto che vuole un ministero al Nord e che vuole rivedere il Patto per Napoli. Ora se non facciamo fronte comune noi campani contro questo tentativo di esproprio di risorse al Sud chi deve farlo?». E poi Di Maio ha rilanciato il suo progetto di tagliare le bollette dell’energia dell’80 per cento. «Non possiamo assolutamente aspettare - ha ribadito - il tetto massimo al prezzo del gas come obiettivo finale della nostra strategia. Dobbiamo ottenere subito un decreto bollette che tagli almeno l’80 per cento delle bollette alle imprese e alle famiglie. Se non riusciamo a fare questo e non lo facciamo il prima possibile non potremo attendere oltre perché le imprese chiuderanno o si dovranno indebitare e le famiglie andranno in povertà energetica. Con Impegno civico promuoviamo per fare questa operazione: tagliare dell
’80% le bollette da qui a dicembre e intanto portare avanti il negoziato in Europa sul tetto al prezzo del gas». Di Maio non crede poi a Berlusconi quando proprio al Mattino l’ex premier ha spiegato di voler riformare il reddito di cittadinanza, ma non abolirlo. «Lo dice - ha spiegato il titolare della Farnesina - per non perdere voti. Ma Berlusconi ha firmato un programma con Meloni che prevede l’abolizione del reddito di cittadinanza. Sarebbe una follia in questo momento storico, con le bollette al 200 per cento in più e l’inflazione al +10 per cento nei carrelli della spesa, cose che non vedevamo dall’84, toglierlo. Quindi sul reddito dico semplici cose: io l’ho fatto, io lo difendo e io lo miglioro».

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