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Edizione del 08/09/2022
Estratto da pag. 1
Wartsila, nessun passo indietro sui licenziamenti
Vanno avanti, nel frattempo, i ricorsi presentati da sindacati e Regione. Fedriga chiede si apra anche una procedura europea di verifica delle norme sulla concorrenza
"Noi proseguiamo per la nostra strada". Nonostante le pressione e un fronte compatto tra sindacati, Confindustria e politica, Wartsila ha annunciato l’intenzione di procedere con il piano di dismissione dello stabilimento di San Dorligo della Valle, che passa per il licenziamento di 450 persone, e a rischio ci sono altre 400 persone dell’indotto.

Oggi al Mise i ministri dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e del Lavoro Andrea Orlando hanno incontrato i vertici del gruppo finlandese, che hanno confermato come il 12 settembre invieranno un piano di mitigazione degli effetti occupazionali, in cui la reindustrializzazione sarà centrale, ma nessun passo indietro sulla dismissione di parte dell’impianto.

I due ministri hanno fatto capire che un simile atteggiamento non può essere tollerato e per questo l’attuale Governo e anche il prossimo, indipendentemente da chi vincerà le elezioni, non consentirà margini di trattativa. Wartsila, durante il vertice, ha avuto anche un incontro riservato, solo tra i vertici finlandesi, e al termine ha confermato la volontà di non arretrare sulle posizioni già espresse.

Dalla presentazione del piano ci sarà poi un mese di discussione e, verosimilmente, un anno di cassa integrazione per i lavoratori, questo sempre che il 14 il Tribunale non accolga il ricorso per comportamento antisindacale che azzererebbe la procedura.

"Oggi Wartsila ha confermato al Ministro Giorgetti che l'azienda è pienamente impegnata nella predisposizione del piano di mitigazione che sarà inviato ai sindacati e alle istituzioni, nei termini e in linea con quanto previsto dalla legislazione italiana", precisa in una nota l'azienda. "La redazione del piano di mitigazione non è solo previsto dalla legge, che l’azienda ha sempre rispettato, ma è la volontà dell’azienda di individuare possibili soluzioni a supporto dei propri lavoratori e della comunità. A conferma di questo, durante la riunione convocata dal Ministro Giorgetti, Wärtsilä ha anticipato di aver identificato un advisor specializzato in progetti di reindustrializzazione".

“Siamo consapevoli dell'impatto sui lavoratori, sulle loro famiglie e sulla comunità e vogliamo mitigare i possibili effetti della nostra decisione", ha dichiarato Håkan Agnevall, CEO di Wärtsila. “Siamo impegnati a costruire un piano di reindustrializzazione e spero che riusciremo a raggiungere un accordo in merito al piano di mitigazione. Questo darà a tutti il tempo e la possibilità di trovare una soluzione".

"Per Wärtsilä - ha ribadito Håkan - l'Italia e Trieste rimarranno importanti anche nei prossimi anni con le attività di ricerca e sviluppo, vendita, project management, sourcing, assistenza e formazione. Tutte queste attività impiegano più di 500 persone a Trieste".

"Prendiamo atto della decisione di Wartsila di non sospendere la procedura di cessazione della produzione nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra, nonostante le richieste avanzate da Regione, governo, sindacati e Confindustria", è la posizione espressa dal governatore Massimiliano Fedriga, "Restiamo al fianco dei lavoratori. Proseguiamo nelle azioni avviate anche sul piano legale e useremo tutti gli strumenti a disposizione per tutelare i posti di lavoro e il patrimonio industriale del Friuli Venezia Giulia e dell'Italia, anche percorrendo strade e adottando strategie nuove e mai attuate finora".

Nel corso dell'incontro, il governatore ha sottolineato che "la Regione è pronta a dialogare con Wartsila, ma il punto di partenza per un confronto deve essere la sospensione della procedura avviata a luglio dall'azienda. La riunione di oggi ha mostrato un muro contro muro che vede Wartsila da sola contro istituzioni, organizzazioni sindacali e lavoratori. Una situazione che avrebbe dovuto far comprendere alla multinazionale la necessità del ritiro della procedura: la Regione non si farà tenere in scacco per i prossimi trenta giorni e contesta modi, contenuti, procedura e assenza di visione".

Fedriga ha quindi auspicato che sulla posi
zione offensiva di Wartsila si apra anche una procedura europea di verifica delle norme sulla concorrenza e ha espresso preoccupazione perché l'atteggiamento dell'azienda pone dubbi sulla volontà di proseguire la propria attività di ricerca e sviluppo nel sito triestino.

L'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, ha rimarcato che è offensivo far credere che l'intervento di un advisor per il percorso di reindustrializzazione abbia uno spazio temporale di un anno, perché in soli trenta giorni si deve scegliere se credere a Wartsila o vedere licenziate 451 persone. In questa situazione avere totale fiducia nell'azienda sarebbe un atto di fede, che è già stato cancellato dall'atteggiamento dimostrato dai vertici della multinazionale. La Regione userà quindi i prossimi 30 giorni per mettere in campo tutto quanto in suo potere per fare in modo che la procedura venga sospesa.

Ringraziando il Governo, Fedriga ha poi evidenziato ai vertici di Wartsila la strategicità della filiera della navalmeccanica per l'Italia e l'Europa e rimarcato come l'atteggiamento dell'azienda abbia già prodotto alcuni effetti, in particolare nei rapporti commerciali con alcuni importanti operatori del settore navale come Fincantieri.

"Non ci aspettavamo un irrigidimento simile di Wartsila - spiega Alessandro Gavagnin, della Fim Cisl - nonostante sia stata avanzata la proposta di una sospensiva per avviare una discussione seria. La rigidità del gruppo non aiuta il proseguo del percorso e ci auguriamo che i ministri facciano il loro ruolo fino alla fine portando il problema anche a livello europeo per impedire casi simili di delocalizzazione dentro e fuori dalla Ue".

"Si tratta di una delocalizzazione a tradimento, con 451 licenziamenti che si configura sempre più come decisione scellerata, politica e non industriale. Wartsila ancora una volta gira le spalle, non solo al governo Italiano, ma a tutto il Paese".

"Abbiamo apprezzato la posizione espressa a nome del Governo, dai Ministri Giorgetti e Orlando nel rivendicare la continuità produttiva e occupazionale e riconoscere nel sito triestino una vocazione industriale strategica per l’intera filiera della cantieristica", sono le parole del coordinamento Fim, Fiom, Uilm nazionali. "Importante ora un intervento urgente del parlamento per modificare la Legge 234/21 introducendo misure più efficaci nel contrastare le scellerate delocalizzazioni di multinazionali".

"Contro queste scelte di Wartsila, che pregiudicano il futuro dell’intera Wartsila Italia, Fim Fiom Uilm proclamano un ulteriore pacchetto di almeno 8 ore di sciopero da effettuarsi in tutti i siti secondo le modalità definite dalle Rsu", conclude la nota.

“Da Wartsila il peggiore atteggiamento: loro vogliono procedere sulla loro strada, ma lo faremo anche noi. A questo punto, la proposta di emendamento di cui si fa latore il ministro Orlando è stata accolta anche dal ministro Giorgetti e sarà presentata venerdì in Consiglio dei Ministri nel decreto Energia, che entrerà subito in vigore. In questo modo, intanto, si guadagna del tempo prezioso per i lavoratori e per elaborare altre strategie. Tutti i soggetti al tavolo, che hanno chiesto di interrompere la procedura di licenziamento, hanno anche fatto capire che possono crearsi condizioni di contesto diverse da quelle attuali. La reindustrializzazione del sito produttivo può essere accompagnata da soggetti pubblici italiani e un interlocutore potrebbe essere il Consorzio di Sviluppo Economico Locale dell’Area Giuliana (Coselag) a cui si potrebbero dare risorse affinché, acquistato il capannone, si possa progettare un affitto d’azienda", ha detto oggi a Roma la presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, presente al Mise al tavolo dedicato alla crisi Wartsila.

"Da un lato non si fermano le procedure di licenziamento, dall’altro si annuncia la volontà di portare avanti un piano di reindustrializzazione per salvaguardare l’occupazione. Nel mezzo il futuro di oltre mille lavoratori e delle loro famiglie. Lo stab
ilimento di Bagnoli della Rosandra è un patrimonio di competenze e professionalità che sarebbe delittuoso gettare, ma soprattutto è il passato e il presente di cinquecento lavoratori direttamente dipendenti dell’azienda e almeno altrettanti che operano nell’indotto: e vogliamo che sia anche il futuro, quindi non è pensabile attendere l’individuazione di un partner per un piano tutto da verificare, senza stop a procedure di licenziamento. Diamo il beneficio dell’inventario, ma individuiamo da subito una soluzione alternativa che dia certezza al territorio, una soluzione tutta italiana che toglierà a Wärtsilä l’incombenza della scelta del partner industriale: l’acquisizione della linea produttiva da parte di Cassa Depositi e Prestiti e Fincantieri. Solo così daremo ai lavoratori e alle loro famiglie le certezze che meritano, valorizzando ancora di più un’eccellenza industriale della nostra regione", scrive Sandra Savino, deputata e coordinatrice di Forza Italia Fvg commentando gli esiti dell’incontro sulla vertenza Wärtsilä.

"L’azienda, nonostante le numerose sollecitazioni volte a ritirare o sospendere la procedura di licenziamento per favorire e attivare il piano di reindustrializzazione, ha deciso di voltare le spalle a centinaia di lavoratori in un periodo di crisi profonda. Un atteggiamento profondamente offensivo nei confronti di cittadini, istituzioni e di un intero Paese", così la deputata Sabrina De Carlo. “Esprimo la massima fiducia nelle iniziative, anche di tipo legislativo, che il Ministro Giancarlo Giorgetti ha annunciato di voler intraprendere fin da subito e sono certa che verranno messi in campo tutti gli strumenti necessari a difendere gli interessi socio-economici del nostro territorio, che comprendano anche iniziative a livello europeo per evitare che in futuro gli Stati membri cadano nuovamente vittime di logiche speculative".

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