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Edizione del 01/09/2022
Estratto da pag. 1
Pecoraro Scanio attacca Letta perché lo ha “tradito” con Bonelli
L''ex ministro ha cercato di ricostruire l’area ambientalista del centro–sinistra, ma con l''attuale portavoce di Europa Verde non ha mai avuto buoni rapporti
Letta-Pecoraro Scanio: c’eravamo tanto amati…

È ormai rottura completa tra Alfonso Pecoraro Scanio, ex leader dei Verdi e il segretario del Partito democratico Enrico Letta. Il Presidente della Fondazione UniVerde ha infatti dichiarato in una conferenza stampa: “Servirà che si crei la grande area ecologista, progressista e digitale dell’innovazione che non si è creata prima di questa elezione grazie alla scelta secondo me dissennata di Letta di rompere ogni ipotesi di grande alleanza. Ma se la scelta era di dire ‘ni’ al nucleare, è normale che Enrico Letta vada per conto suo. C’è da discutere su chi pensa che Letta sia un riferimento ecologista». 

Detta così la vicenda è alquanto oscura, ma può chiarirsi se si pensa al rapporto che legava Pecoraro Scanio ai Cinque Stelle ed in particolare alla ex sindaca Virginia Raggi.

Infatti è dal 2018 che l’ex leader flirta con il Movimento. Ma questa corrispondenza di amorosi sensi è stata quasi carbonara nel senso che dopo la clamorosa vittoria di Grillo del 2018 che ne fece il primo partito italiano, subito Pecoraro dichiarò di avere votato per i Cinque Stelle ma lo fece quasi in sordina, almeno all’inizio, perché poi Grillo aveva fatto un’alleanza con la Lega di Salvini formando il primo governo Conte giallo–verde. Un esponente storico del centro–sinistra non poteva comparire apertamente in un governo di destra.

Ciò non aveva però impedito che Pecoraro di fatto mettesse su lo staff del nuovo ministro dell’Ambiente. Infatti aveva piazzato a viale Cristoforo Colombo metà della sua segreteria di quando era Ministro dell’Agricoltura, a partire proprio dal ministro Costa, a Vincenzo Spadafora, a Fulvio Mamone Capria che fu allora nominato capo segreteria.

Il fallimento del ministero Ambiente Cinque Stelle targato Costa è stato sotto gli occhi di tutti: uno dei peggiori se non il peggiore in assoluto della storia. Ce ne siamo occupati qualche giorno fa.

Pecoraro ha lavorato nell’ombra con la sua corte verde e non è mai comparso direttamente ma di fatto era il punto di riferimento del dicastero. L’ex leader verde è uscito un po’ più allo scoperto solo con il Costa 2, quando era rientrato in gioco il centro – sinistra. E lì ha cercato di tessere la trama ambientale con il Pd prima di Nicola Zingaretti e poi di Enrico Letta sperando nel “campo largo”.

Per “trama ambientale” intendiamo che ha cercato di ricostruire l’area ambientalista del centro–sinistra, storicamente divisa appunto tra Pd (con gli EcoDem) e Verdi, dove però era giunto alla presidenza un altro ambientalista storico e cioè Angelo Bonelli con cui non ha mai avuto buoni rapporti.

Dal punto di vista operativo Pecoraro ha però sbagliato cavallo perché ha poi supportato la ricandidatura di Virginia Raggi, ottenuta con il trucchetto del mandato zero ideato dal conterraneo Luigi Di Maio. Allora pareva infatti che l’ex sindaca potesse giocare ancora un ruolo nel Movimento e Pecoraro tramite di lei cercava di rafforzare il suo progetto di ricostruzione dell’area ecologista.

Il disastro elettorale della Raggi ha affossato definitivamente il progetto di Pecoraro che ha cercato qualche contatto con Letta per rientrare nel solito gioco, ma questa volta il segretario del Pd ha correttamente deciso di “appaltare” l’ambientalismo del centro sinistra al duo Bonelli–Fratoianni.

Aggiungendo che lo stesso Bonelli dopo che divenne presidente dei Verdi ha dovuto subire molti attacchi da parte di Pecoraro Scanio e suoi “amici”, come ebbe a dire in una intervista a Panorama, il senso delle oscure dichiarazioni diviene chiaro.

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