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Dir. Resp.
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Edizione del 01/09/2022
Estratto da pag. 1
Arriva oggi in Abruzzo (ore 19 a Chieti) per far partire ufficialmente la campagna elettorale del Movimento Cinque Stelle. Il presidente Giuseppe Conte in questa intervista al Centro affronta i temi della crisi economica, degli equilibri politici e della sanità. Non lesina stoccate al presidente della Regione, Marco Marsilio, e rilancia la necessità di uno scostamento di bilancio per affrontare la crisi economica globale che sta mettendo in ginocchio l’Italia.Presidente Conte, la priorità oggi è rappresentata dal caro bollette e dall’aumento del costo della vita. Come si deve intervenire per affrontare questa emergenza?Siamo stati i primi a lanciare un grido d’allarme, quando le altre forze politiche erano d’accordo a stanziare nuovi miliardi in armamenti. Da mesi chiediamo uno scostamento di bilancio che aiuti famiglie e imprese, e siamo stati sempre noi a proporre la tassazione per gli extraprofitti delle grandi società che hanno guadagnato miliardi dall’impennata dei costi dell’energia. Ma la norma è stata scritta male dal governo e dei dieci miliardi previsti ne è stato versato solo uno. Il Governo deve urgentemente riscrivere la norma per recuperare gli altri nove miliardi e usarli per il caro bollette a favore di famiglie e imprese in forte difficoltà. Erano questi i temi che abbiamo provato a chiedere a Draghi e a portare sul tavolo del governo dei cosiddetti migliori. Ci aspettavamo soluzioni migliori. E invece ci hanno definito irresponsabili.Il Movimento 5 Stelle in Abruzzo, alla luce di un recentissimo sondaggio, si attesta intorno al 10%, abbastanza in linea con le previsioni nazionali. Lei arriva a Chieti a presentare i suoi candidati. Quali le priorità dell’Abruzzo da portare all’attenzione del Parlamento?L’Abruzzo è una regione straordinaria. Bisogna continuare a lavorare sodo per la tutela e la valorizzazione di ogni sua anima: dalle aree interne, caratterizzate prevalentemente da borghi e Parchi nazionali, che devono essere risollevate dall’isolamento e dallo spopolamento; alla costa con le sue aree metropolitane, dove commercio e mobilità sostenibile devono diventare un volàno per il tessuto sociale ed economico.La fuoriuscita di numerosi parlamentari e dirigenti regionali del M5S, passati con Impegno civico di Luigi Di Maio, hanno modificato il quadro elettorale. Se potesse tornare indietro, rifarebbe tutto? Non le è sembrato avventato aver creato le condizioni per la sfiducia a Draghi?Nei mesi scorsi Di Maio, invece di fare il ministro degli Esteri e lavorare per una soluzione diplomatica, ha lavorato in proprio realizzando un’operazione di Palazzo che ha prodotto l’ennesimo partitino elettorale. Così facendo ha fortemente destabilizzato l’equilibrio della maggioranza. Alla fine, quella operazione politica si è risolta in qualche possibile poltrona soprattutto per lui. Al Movimento questa scissione ha fatto solo bene: ha tolto di mezzo ambiguità con fuoriuscita di chi metteva i bastoni tra le ruote, per puro interesse personale. Oggi, stando ai sondaggi, la forza politica di Di Maio praticamente non esiste.Molti la accusano di aver staccato la spina al governo Draghi per puro calcolo elettorale, cosa risponde?L’ho detto prima: noi abbiamo presentato al premier nove punti, tutti nell’interesse degli italiani. Draghi ha preferito disinteressarsene e, anzi, ha scelto di offendere noi e tanti cittadini, attaccando il Reddito e il Superbonus che hanno aiutato famiglie e imprese. Oggi tutti i partiti si sono accorti che c’è una emergenza per il caro bollette, ma quando per primi abbiamo lanciato l’allarme, eravamo isolati e anzi attaccati da tutti.Il mancato accordo elettorale con il Pd lo ritiene uno spartiacque definitivo oppure ci sono i margini per una ricomposizione dell’intesa vista alle amministrative?Il Partito democratico ha deciso di imboccare una strada che non è la nostra, mettendo al centro del suo programma l’agenda Draghi che non esiste. Noi al centro della nostra azione politica mettiamo i cittadini, la tutela dell’ambiente, la difesa di chi non è garantito.L’abruzzese Enrica Sabatin
i, lady Rousseau, ha criticato l’attuale gestione del Movimento, ritenendo archiviata la stagione esaltante del 2018. Contesta le modalità di scelta dei coordinatori regionali e parla di una gestione verticistica del Movimento. Cosa si sente di rispondere?Probabilmente non ha ancora metabolizzato il fatto che oggi non non si voti più su Rousseau. Oggi il Movimento ha degli organismi statutari votati dalla base e anche le nostre liste sono passate dal voto online. Siamo l’unica forza politica ad averlo fatto.Il Reddito di cittadinanza e il Superbonus al 110% sono i vostri cavalli di battaglia. Li ritiene sostenibili rispetto alla difficile situazione economica che l’Italia sta affrontando?È proprio la situazione attuale che li rende necessari. Il Reddito di cittadinanza si è dimostrato uno strumento fondamentale soprattutto in momenti di difficoltà per gli italiani. E non lo diciamo noi: da Save the Children alla Comunità di Sant’Egidio, dalla Caritas a Bankitalia, tutti ne hanno sottolineato l’importanza per dare un sostegno a chi non ce la fa soprattutto in questo momento di grave crisi. È una misura che abbiamo migliorato e che vogliamo migliorare ancora, soprattutto nella parte sulle politiche attive del lavoro. Sul Superbonus mi lasci ricordare gli effetti che ha prodotto: l’abbattimento delle emissioni inquinanti, taglio delle bollette per 500 euro l’anno per famiglie con redditi medio bassi, primo posto in Europa per l’Italia sull’edilizia con +6.6% di Pil e 630 mila posti di lavoro.Giorgia Meloni favorita dai sondaggi potrebbe diventare premier. Lei pensa che possa essere un pericolo, come sostengono in molti, per la sua politica considerata poco atlantista, oppure si tratta di accuse ingiuste?Più che altro, in politica estera la destra dovrà risolvere parecchie contraddizioni, visto che le posizioni di Fratelli d’Italia sembrano diametralmente opposte ad esempio a quelle della Lega. Io credo che demonizzare le destre sia il modo migliore per favorirle, vanno invece combattute smontando le proposte dannose che hanno per il Paese. Ricordo che la Meloni voleva multare i giovani che rifiutano la prima offerta di lavoro. È giusto che gli abruzzesi che vanno al voto lo sappiano. Per non parlare dei diritti civili, sui quali la destra ha scelto il modello ungherese di Orban che non vuole nemmeno le donne all’Università. Questa destra in Abruzzo l’abbiamo già vista all’opera, ad esempio sulla Sanità: programmazione inadeguata, disattenzione per la sanità pubblica e per la tutela dei cittadini con annosi problemi dei pronto soccorso irrisolti, inchieste sulla sanità abruzzese con un Presidente Marsilio che, anziché affidarsi alla magistratura, l'ha pure attaccata. Gli unici interventi veri sul fronte sanità sono arrivati grazie ai primi soldi del Pnrr.©RIPRODUZIONE RISERVATA