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Edizione del 28/08/2022
Estratto da pag. 1
L’Aquila e l’Abruzzo ringraziano con commozione Papa Francesco. Per le sue parole di incoraggiamento espresse nell’intervista rilasciata a Giustino Parisse sul Centro. E per la sua storica visita nel capoluogo abruzzese, che domani, prima ancora dell’apertura della Porta Santa alla Perdonanza celestiniana – fatto del tutto inedito per un pontefice – partirà proprio dall’incontro con i familiari delle vittime del terremoto e con gli ultimi della società, come i detenuti delle carceri abruzzesi. Abbiamo chiesto ad alcune importanti personalità abruzzesi – religiose, politiche o culturali – come hanno accolto le parole del Papa e la notizia del suo arrivo all’Aquila. MONSIGNOR BRUNO FORTEPer l’arcivescovo di Chieti-Vasto e teologo Bruno Forte «Papa Francesco ha dimostrato di essere ben informato su sfide e speranze dell’Abruzzo. Ha dimostrato di amare questa regione e ha deciso di venire per tenere viva la speranza di rinascita. La sua visita è importante perché mette l’Abruzzo al centro dell’attenzione ecclesiale e mondiale e perché spinge tutta la società civile a non lasciarsi scoraggiare».MONSIGNOR MICHELE FUSCOIl vescovo Michele Fusco guida la diocesi di Sulmona-Valva, fortemente legata, come L’Aquila, alla figura di Papa Celestino V: «La sua visita è innanzitutto una grande sorpresa. E mostra ancora una volta la sua sensibilità verso le situazioni più delicate e fragili, come quella della ricostruzione. Sono sicuro che sia stato spinto a venire anche da quello che rappresenta la figura di Celestino e che Francesco stesso ha ricordato nelle sue parole. La sua presenza in Abruzzo serve a dare vigore alla fede, a rilanciare la vita cristiana colma di speranza ed è un segno di grande vicinanza». MONSIGNOR EMIDIO CIPOLLONEL’arcivescovo di Lanciano-Ortona Emidio Cipollone aggiunge: «La visita del Papa viene a consolarci nelle nostre povertà materiali, ma soprattutto umane e spirituali, a rimetterci in piedi e a sostenerci e quindi a ridonarci la nostra dignità, ad accompagnarci nel nostro cammino, che è lento, difficile e faticoso. Infine viene a illuminarci e guidarci nella nostra cecità perché la nostra vista – specialmente dal terremoto in poi – si è affievolita e abbiamo un po’ perso il senso del cammino della nostra vita».il presidente MARSILIOIl presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio dice: «Il messaggio di riconciliazione universale inaugurato da Papa Celestino V e rilanciato con forza dal Santo Padre è un monito che non può non essere raccolto. Come ha detto Papa Francesco, la conflittualità che attraversa la nostra società, purtroppo non soltanto in senso metaforico, e la competitività esasperata che permeano le dinamiche sociali, devono cedere il passo a una vera e propria rigenerazione di un tessuto sociale fondato su valori quali il rispetto dell’altro, la fiducia, il dialogo costruttivo. La città dell’Aquila, in ossequio alle radici che l’hanno vista crocevia di culture diverse, messa a dura prova da terremoti devastanti, ha saputo ricostruire e valorizzare la sua identità accogliente, esaltata quest’anno dall’arrivo di Papa Francesco. È il segno di una terra che sa restituire solidarietà, dopo averne ricevuta tanta».il commissario LEGNINIIl commissario per la ricostruzione post-sisma del 2016 e del 2017 Giovanni Legnini afferma: «La presenza del Papa all’Aquila assume molteplici significati, tutti di altissimo valore. Tra questi, la sua costante vicinanza e il suo sostegno ai territori e alle popolazioni colpite dai terremoti come ha già fatto negli anni scorsi ad Amatrice e Camerino. Suscitano grande emozione le sue parole e il suo alto insegnamento. A un Pontefice straordinario come Papa Francesco non possiamo che esprimere enorme gratitudine e devozione». il sindaco PIERLUIGI BIONDIPer il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi «il messaggio di conforto e sostegno lanciato dal Santo Padre è motivo di slancio e ispirazione per l’intera comunità aquilana nel proseguire, con rinvigorita determinazione, il processo di rinascita in atto. Papa Francesco ci ricorda come, ancor prima delle case e degli
edifici, sia stato, ed è tuttora importante, ricostruire, curare e cercare di guarire le ferite che il sisma ha impresso nei cuori di quanti hanno vissuto un’esperienza tanto dolorosa. Ha sottolineato il valore dell’unità di un popolo per conquistare traguardi duraturi: proprio come quello aquilano, colpito duramente dal terremoto, ma che ha saputo risollevarsi e guardare al futuro».la scrittrice MARAINILa scrittrice, ormai legatissima a Pescasseroli e all’Abruzzo, Dacia Maraini: «La ricostruzione ci sta mettendo troppo tempo, l’Abruzzo è scoraggiato. È molto importante che Papa Francesco parli dell’Abruzzo e venga in Abruzzo: è un uomo impegnato, generoso e coraggioso, che ha prestigio al di là della religione. Mentre ovunque si sono persi i valori condivisi, che portano alla stanchezza e alla non partecipazione, il Papa è un punto di riferimento per noi che abbiamo un estremo bisogno di modelli come lui». DONATELLA DI PIETRANTONIOL’autrice teramana Donatella Di Pietrantonio: «La sua visita e le sue parole hanno un alto valore simbolico e reale, per i credenti e per i non credenti come me. Mi capita molto spesso di condividere alcune sue posizioni, come sulla guerra e sulla disuguaglianza. E condivido il suo appello alla centralità del perdono – anche se io le declinerei in altre parole rispetto alle sue – e alla centralità della ricostruzione delle persone e delle comunità, oltre che delle murature». ©RIPRODUZIONE RISERVATA